È il quarto nei sondaggi, abbandonata praticamente dai big del partito socialista prima delle Elezioni in Francia e però anche unico candidato non indagato di questa folle corsa alle Presidenziali verso l’Eliseo. Benoit Hamon, vincitore delle primarie contro Valls, ha presentato ieri il suo programma elettorale quasi nel “silenzio” dei media che non lo considerano vero protagonista della partita elettorale. «Questa campagna è inquinata dal denaro. Nel caso di alcuni candidati, e si vede anche l’influenza dei poteri finanziari in alcuni dei programmi. Io sono il candidato del potere d’acquisto, della busta paga, della valorizzazione del lavoro: questa misura migliorerà considerevolmente le condizioni di vita di una maggioranza dei francesi che oggi hanno redditi insufficienti a vivere in modo decente», ha raccontato Hamon davanti ai giornalisti e ai sostenitori del Ps. Le richieste e i punti programmatici sono chiari per il candidato del centrosinistra, in caduta libera nei consensi: debiti tra Paesi Europei, diritto di veto delle rappresentazione dei lavoratori nelle grandi imprese, fino alla revoca della riforma Hollande sul lavoro e al nuovo redito di cittadinanza (che piacerebbe assai ai nostri grillini di casa).



Fare paragoni e parallelismi tra Paesi diversi è sempre molto complicato e rischioso, ma per le Elezioni in Francia di metà aprile, dopo i risultati di quelle olandesi tenutesi due giorni fa, potrebbero avere degli influssi anche clamorosi in grado di cambiare lo scenario che finora pare già scritto. Marine Le Pen dovrebbe arrivare abbastanza tranquillamente al secondo turno e poi l’imprevedibilità si giocherà in quelle settimane decisive tra alleanze e cartelli elettorali. Già, ma dopo la sconfitta di Geert Wilders, leader dell’estrema destra, xenofobo e anti europeista in Olanda potrebbe mettere a rischio anche la campagna di Marine Le Pen, facendo ritornare un’ondata di europeismo contro la minaccia anti-Ue; Paesi diversi, condizioni politiche, economiche e sociali assai diverse, per non parlare del sistema elettorale. Il proporzionale puro in Olanda ha svantaggio di certo Wilders, mentre la Le Pen potrebbe invece approfittare anche della debacle ormai scritta di Fillon e Hamon, dei due partiti storici francesi (cosa che in Olanda è avvenuta solo per i laburisti, con il premier liberale che invece ha confermato e cresciuto il suo consenso). Insomma, di certo ci sono buone possibilità per cui la campagna elettorale possa cambiare, con le spinte anti-Europa che potrebbero essere ancora di più attaccate stando alla forza cresciuta da questa prima chiamata elettorale europea del 2017. Ma non basta per tagliare di colpo fuori la Le Pen: sono ancora altissime le possibilità di vederla al secondo turno, e a quel punto l’imprevedibilità sarebbe ancora il fattore decisivo.



Per Francois Fillon davvero non c’è pace: verso le elezioni in Francia che tra meno di due mesi metteranno a nudo tutti i reali problemi dei partiti francesi, i Repubblicani sembrano essere finiti in un altro momento di bufera da cui è sempre più difficile tirarsi fuori in tempo. L’indagine a carico del candidato del centro-destra alle presidenziali francesi François Fillon per i presunti impieghi fittizi della moglie Penelope e di due figli sarà estesa per includere anche il caso degli abiti di lusso che ha ricevuto in regalo da un amico. È quanto riferisce a Reuters una fonte giudiziaria, confermando quanto riportato dal quotidiano Le Parisien. il candidato dei Repubblicani Francois Fillon, all’interno dell’inchiesta legata alla moglie denominata “PenelopeGate” risultato ufficialmente e formalmente indagato proprio per alcuni capi di imputazioni tra cui appropriazione inedita di fondi pubblici, malversazione e presunti impieghi fittizi alla moglie Penelope, ai due figli e ad altri collaboratori. Lo ha riferito per primo Le Canard Enchainé (il settimanale da cui partì l’intera inchiesta) poi rilanciato da Rtl e infine confermato anche dal suo avvocato. Come aveva già annunciato quando era scoppiato lo scandalo degli impieghi fittizi, il candidato presidente alle Elezioni francesi per il centrodestra aveva attaccato i giudici parlando di “assassinio politico” e invocando la sua innocenza nonché continuazione nella campagna elettorale senza dimissioni. Giusto due settimane fa il partito lo aveva confermato, ma ora con l’indagine scoppiata in questi giorni il caos all’interno del terzo partito del Paese (in questo momento) regna sovrano.

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