Grossi guai ancora per Marine Le Pen: mentre è in corso la campagna per le Elezioni in Francia. arrivano brutte notizie per la candidata della destra. La plenaria del Parlamento europeo ha revocato con un’ampia maggioranza l’immunità all’eurodeputata Marine Le Pen. La giustizia francese aveva richiesto la revoca dell’immunità in seguito al caso delle tre esecuzioni dell’Isis messe su Twitter dalla leader del Front National, tra cui quella del giornalista Usa James Foley. A ben vedere, la revoca dell’immunità riguarda solo il caso in questione e non l’inchiesta sui presunti incarichi fittizi dei suoi assistenti al Parlamento europeo, in cui a essere sotto indagine è la capo gabinetto di Le Pen. La candidata alle Elezioni in Francia aveva postato nel 2015 su Twitter le immagini delle esecuzioni, scrivendo “ecco che cos’è l’Isis”, dopo che la stessa Marine era stata paragonata all’ascesa del gruppo terroristico islamista, a cui aveva voluto replicare in questo modo. In Francia però è reato la diffusione di immagini a carattere violento in grado di recare pregiudizio alla dignità umana: ora la Le Pen rischia un processo fino a tre anni di carcere e a meno di due mesi dall’Elezione all’Eliseo non è certo una buona notizia.
Sulle pagine dei media francesi oggi, a meno di due mesi dalle Elezioni che potrebbero dire molto anche per i prossimi anni dell’Unione Europea (con lo “spettro” Le Pen che incombe) il caso ancora del giorno è quello di Francois Fillon. In particolare, vedono riportate le parole del duro contrattacco che il candidato del centrodestra ripone ad Hollande e a tutti i magistrati, in seguito alla reprimenda fatta dal presidente uscente dell’Eliseo ieri sera. Fillon vuole raccontare tutto ai magistrati ma non vuole togliersi dalla partita, essendo convinto che l’inchiesta sia a sfondo politico e non penale. «Sono convocato il 15 marzo dai giudici istruttori allo scopo di essere indagato, ma non riconosco i fatti che mi vengono contestati. Non ho fatto abuso di soldi pubblici. Come quasi un terzo dei parlamentari, ho affidato dei lavori ai miei famigliari perché potevo contare sulla loro fiducia e sulle loro competenze. Mi hanno in effetti assistito e lo dimostrerò». Secondo Fillon l’intera vicenda del Penelope-gate serve solo a screditare il forte candidato della destra anti-lepenista e lo dimostrerà davanti ai giudici: «la data della convocazione dai giudici è stata scelta perché cade appena due giorni prima della chiusura delle candidature, è calcolata in modo da impedire di essere candidato all’Eliseo a me, e a qualsiasi altro esponente della destra e del centro», conclude Fillon.
Se la giornata di ieri è stata un autentico boomerang per il centrodestra in vista delle Elezioni Francia 2017, non si può certo dire che il centrosinistra dei socialisti versi in condizioni tanto migliori. Hamon non è indagato, cosa che invece in pratica non si può dire di Fillon (vedi qui sotto), ma i sondaggi e il consenso generale per gli uomini del governo uscente sono davvero ai minimi storici; Macron sta facendo man bassa dei consensi del centro e centrosinistra, proponendosi come l’unico vero argine all’ascesa al potere della “nemica” Marine Le Pen. Ieri il partito socialista con il presidente francese uscente Hollande ha provato a difendere i magistrati attaccati da Fillon, mostrando un botta e risposta tra i due partiti un tempo influenti in Francia e ora “condannati” ad un terzo e quarto posto, se va bene, al primo turno delle Elezioni Francia del 23 aprile. «In quanto garante dell’indipendenza dell’autorità giudiziaria, tengo a sollevarmi solennemente contro qualsiasi tentativo di mettere in dubbio i magistrati; una candidatura all’elezione presidenziale non autorizza a gettare il sospetto sul lavoro di poliziotti e giudici», sottolineando come Fillon non possa esprimersi in questi termini per nessun motivo al mondo. Mentre però Ps e Republicains litigano, i “terzi” godono: Macron raccoglie sempre più consenso, con i lati del Ps e della destra non convinti da Hamon e Fillon e che vogliono un candidato in grado di battere la Le Pen. Dall’altro proprio Marine, che sta accogliendo parte dei transfughi di Fillon, mai convinti dalla proposta “centrista” e sempre più insofferenti del “Penelope-gate” che rischia di tagliare fuori la destra “moderata” dalla corsa all’Eliseo.
Una giornata intensa e il rischio di vedere chiusa la partita delle Elezioni Francia 2017, e invece per i Repubblicani è arrivato ieri il colpo di coda di Francois Fillon che nonostante le indagini che lo vedono tirato in ballo per l’assunzione della moglie Penelope, non si ritira dalla corsa. Dopo una mattinata convulsa con la convocazione dai magistrati per il caso riguardante l’assunzione della moglie Penelope (che non è stata arrestata, come erroneamente era stato diffuso questa mattina dal sito francese Mediapart) il vertice con i Republicains e la decisione a sorpresa, visto che le dimissioni e il ritiro dalla candidatura sembravano imminenti. «Non ho intenzione di arrendermi e di ritirarmi», annunciando di essere stato convocato dai giudici il 15 marzo «in vista di un’incriminazione formale per i presunti impieghi fittizi della moglie Penelope». Non ci va certo giù leggero il candidato di centrodestra nella conferenza stampa a Parigi: «Questa indagine è un assassinio politico. Non i giudici, ma solo il suffragio universale potrà decidere sul mio conto. La decisione dei giudici è stata calcolata per impedire la mia candidatura e con questa scelta di calendario si assassina non solo me, ma l’intera elezione presidenziale. Ci andrò, sarò presente all’appuntamento con la democrazia».