Questa sera in vista delle Elezioni Francia 2017 del prossimo 23 aprile si tiene per la prima volta il confronto in tv con i principali candidati all’Eliseo; una prima volta non solo per questa campagna elettorale ma in generale è la prima volta nella storia repubblicana che viene organizzato un confronto largo in tv in vista del primo turno (di norma erano testa a testa per il ballottaggi tra due sfidanti). Emittente Tf1, appuntamento questa sera alle ore 21 e per lunghe tre ore si sfideranno su programmi, accuse e progetti per la Francia post-Hollande: saranno François Fillon, vincitore primarie Repubblicani, Benoît Hamon vincitore primarie Partito Socialista, Marine Le Pen leader del Front National, Emmanuel Macron indipendente e fondatore del movimento En Marche!, infine Jean-Luc Mélenchon leader di estrema sinistra. Gli ultimi sondaggi che portano al confronto di stasera vedono Le Pen e Macron sempre davanti, con un punto di vantaggio della leader anti-Ue al primo turno, mentre largo vantaggio dell’ex ministro di Hollande su Marine al secondo decisivo turno.
Si apre una nuova settimana di campagna verso le Elezioni in Francia per il prossimo 23 aprile e una sterzata molto decisa verso la lotta al terrorismo l’ha compiuto ieri Emmanuel Macron. Non certo un tema di sinistra, bensì un tentativo neanche piuttosto nascosto di strizzamento d’occhio all’elettorato Lepenista o repubblicano. Il candidato centrista candidato numero 1 alla conquista dell’Eliseo, stando ai sondaggi, ha dichiarato senza mezzi termini sul Journal du Dimanche come intende difendere la Francia dal terrorismo. «Questo può essere risolto sulla scena internazionale, con una campagna di operazioni militari, come ad esempio, in Mali, Siria, Libia, e anche all’interno del paese, con tolleranza zero nei confronti dei problemi di sicurezza… eliminerò le associazioni islamiste le quali non rispettano le leggi della repubblica, oltre a risolvere la situazione attuale di emergenza” ha dichiarato Marcron rispondendo alla domanda di come intende aumentare la difesa dei francesi contro il terrorismo». Non solo, Macron accresce nei consensi proprio dopo aver promesso l’assunzione di altri 10mila poliziotti e gendarmi; ma sul fronte intelligenge – notevolmente messa sotto accusa dopo i tanti (troppi) attentati avvenuti nell’ultimo biennio – cosa propone l’ex ministro dell’Economia di Hollande? «Istituire un quartier generale operativo il quale coordinerà i lavori di intelligence e riferirà tutte le informazioni al consiglio di difesa. Poi bisogna creare una task force per combattere lo Stato Islamico, che risponderà direttamente al presidente francese». Secondo Macron, inoltre, sono necessari ulteriori investimenti in ambito della sicurezza informatica.
Alle Elezioni in Francia è il candidato meno glamour e meno considerato dei “big” Le Pen, Fillon e Macron: per questo motivo, abbandonato anche da metà del suo partito socialista, Benoit Hamon punta tutto sul programma, con due novità su tutte che intende provare a “sterzare” rispetto alla politica contraddittoria di Francois Hollande. «Reddito di cittadinanza e legalizzazione della cannabis», sono questi due punti centrali del discorso fatto davanti a 20mila sostenitori ieri sera. Dopo aver fallito anche l’intesa con il comunista Jean-Luc Mélenchon, Hamon (e il Ps) ha bisogno di dire qualcosa di sinistra, per non perdere l’intero elettorato in massa spostato verso Macron. «Il partito del denaro ha troppi candidati in queste elezioni. Ha molti nomi, tanti volti e diversi partiti. Come una piovra, il denaro allunga i tentacoli su queste elezioni – ha detto Hamon – La mia famiglia, la mia identità, la mia vita sono a sinistra, la mia battaglia è a sinistra, il mio orgoglio è di sinistra. Come è possibile che le politiche liberali che hanno fatto prosperare l’estrema destra in Europa, oggi sono nella posizione migliore per bloccare il Front National?», prova a infilare Hamon come tematica per svegliare il torpore dei tantissimi astensionisti, già convinti a non andare a votare perché delusi dalle politiche del Governo (vi ricorda qualcosa?). Eppure potrebbe non bastare, con il consenso dato al 12%, praticamente pari merito a quello dell’estrema sinistra, che continua a rifiutare un cartello comune con il debole leader Ps. (Niccolò Magnani)