In un lungo articolo apparso oggi su Repubblica, si torna sul caso di Alfredo Romeo – da giorni in passato silenzio assieme all’intera vicenda Consip in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari e politici – con un fondo di Emiliano Fittipaldi che prova a raccogliere e mettere insieme i vari documenti segreti oppure no che riguardano la difesa dell’imprenditore campano accusato di corruzione e incarcerato per le note vicende della concessionaria di stato per beni e servizi, la Consip. Secondo Fittipaldi, evidentemente in possesso di documenti ancora secretati e delle prime carte degli intercettazioni, ci sarebbe una sorta di complotto Consip attorno a Romeo. «I documenti mostrano con evidenza come Romeo (in carcere per la presunta corruzione del dirigente di Consip Marco Gasparri) si sentisse davvero accerchiato»: in che modalità lo spiega sempre più avanti il collega di Repubblica ed Espresso, garantendo che Romeo si senta «Vittima di un presunto «complotto» dei vertici della società di stato che, a suo parere, favorivano sistematicamente le cooperative rosse. E, insieme a loro, le imprese di quello che l’ imprenditore di Cesa considera il suo principale avversario: Ezio Bigotti. Un immobiliarista vicino a Denis Verdini e presunto dominus, a detta di Romeo, di un sistema di potere che in Consip riesce a fare da anni il bello e il cattivo tempo». Accuse gravissime che certamente saranno al centro delle prossime indagini della magistratura ma che rappresenterebbero il tentativo di difesa da parte del grande accusato di casa Consip, con influssi politici legati a Lotti e al padre di Renzi (il che complica e non poco un caso che da giudiziario diventa inevitabilmente politico). La prova di tutto questo sarebbe contenuta in un esposto delle aziende Romeo Gestioni dell’aprile corso diretto addirittura contro Luigi Marroni, ad di Consip, e il presidente dell’Anac Raffaele Cantone. L’Espresso che uscirà domenica prossima, anticipa Fittipaldi, racconterà l’intera vicenda di questo esposto che promette numerose conseguenze sotto ogni punto di vista di quella che si prospetta come una lunghissima indagine “sanguinosa”.
Secondo l’esposto di Romeo contro la Consip, fatta in tempi non sospetti, nell’ultima gara pubblica per il “Servizio Luce” per le Pubbliche Amministrazioni avrebbe visto l’eliminazione dall’appalto dell’azienda di Romeo, per favore invece la lottizzazione verso il consorzio Sti, presieduto da quel Bigotti amico di Verdini. E così pure per altre gare pubbliche, secondo i difensori di Romeo, che intendono presentare una documentazione approfondita per provare a dimostrare l’innocenza dell’imprenditore campano a cospetto di un verso e proprio “complotto” Consip. «Per Romeo, la Consip di Marroni protegge dunque «un cartello permanente», e ipotizza come «partecipazioni “dubbie” già riscontrate in passato» rischiano di turbare altre gare in futuro», riporta Fittipaldi nel suo iniziale impianto di inchiesta che verrà completata nella nuova uscita dell’Espresso, domenica prossima. Insomma, ancora una volta è Denis Verdini a finire sul banco “mediatico” degli imputati, ben prima di quello dei tribunali: si attendono le repliche sul leader di Ala che dell’intera vicenda Consip al momento viene citato da alcuni indagati ma non vede accuse a suo carico. È chiaro invece che se quanto Romeo afferma è verificato, allora il numero 1 di Consip sarebbe in serio pericolo per il suo ruolo e allo stesso tempo potrebbe riabilitare la posizione del ministro Lotti, citato da Marroni stesso all’inizio della lunga indagine Consip in quanto lo avrebbe informato di indagini a suo conto e sugli scenari della concessionaria di beni PA.