Ci sarebbe da sorprendersi se non fossimo in Italia: a fronte di casi imbarazzanti come la cacciata della candidata sindaco di Genova, o le dichiarazioni da teatro dell’assurdo di Grillo sul suo blog, il Movimento 5 Stelle negli ultimi sondaggi supera il Pd ed è il primo partito italiano. “Questo succede perché di fatto gli italiani non si interessano di politica” spiega a ilsussidiario.net Mauro Suttora, giornalista di Oggi. “Danno un’occhiata al tg o al tablet e scoprono tutti i giorni ruberie dei politici. E così si rivolgono al primo manganello disponibile”. I grillini andranno al governo allora? “Neanche per sogno. Anche Marine Le Pen è in testa ai sondaggi, ma quando ci saranno i ballottaggi tutti faranno muro contro di lei. Se Grillo andasse al governo succederebbe come quando i Fratelli musulmani in Egitto hanno preso il potere: prima che intervenissero i militari, il popolo li aveva già presi a calci nel sedere per la loro incapacità”.



Cosa ne dice dei sondaggi che danno i 5 Stelle davanti al Pd? E’ sorpreso?

Abbastanza, perché dopo il disastro di Roma e Genova si pensava fossero diminuiti. In realtà bisogna spacchettare questo dato, perché al sud sono al 40 per cento ma al nord non arrivano probabilmente neanche al 20.

Perché questa differenza?



Al sud piacciono i personaggi alla Masaniello. Teniamo conto comunque che i vari de Magistris o Emiliano faranno muro contro di loro. Sono i classici demagoghi, nel buon senso della parola, con i loro pregi e difetti, ma fermeranno i grillini.

Il caso Genova: non era il web a decidere?

E’ una storia vecchia: M5s è una fabbrica inesauribile di dissidenti. E’ cominciato tutto dopo le prime regionali quando espulsero i tre quarti dei loro consiglieri appena eletti, 3 su 4 furono espulsi. Continuerà così fino a quando sarà governato con criteri autoritari.

Però la gente continua a dare fiducia, visti i sondaggi.



Perché gli italiani che seguono la politica saranno il 10 per cento del totale. Guardano i talk show, non leggono i giornali, danno un’occhiata al tablet o al tg e leggono tutti i giorni di ruberie dei politici. E così si rivolgono al primo manganello disponibile. 

Se un caso come quello della candidata sindaco di Genova fosse successo nel Pd sarebbe scoppiato il finimondo, è d’accordo?

Il M5s non è un partito, è una setta. Se Berlusconi avesse fatto una cosa del genere, e sto parlando del partito più liberistico e privatistico che esista, ci sarebbe stata una scissione. D’altra parte, quando i grillini possono votare liberamente e segretamente come è stato nel caso di Genova, la maggioranza assoluta è contraria ai “capataz” imposti da Grillo.

Il caso di Genova sembra un film di fantascienza: ti cacciamo perché abbiamo paura che nella tua lista ci possa essere gente che in futuro potrebbe passare al gruppo misto…

Siamo al reato preventivo. Viene in mente la bellissima commedia di Alfred Jarry, “Ubu Re”. Ormai siamo al di fuori della politica ma anche della logica, Grillo continua a fare il comico anche da politico.

Se andassero al governo applicherebbero questi metodi anche lì?

Non andranno mai al governo; sarà come con la Le Pen, che è il primo partito in Francia ma poi gli altri si coalizzeranno in nome della ragione contro di lei. Al di là della politica c’è la logica e la ragione che impedisce che dei pazzi vadano al governo. E’ come quando in Egitto andarono al governo i Fratelli musulmani: dopo sei mesi si erano dimostrati così incompetenti che ancora prima dell’intervento dei militari c’erano state delle sollevazioni popolari per cacciarli a calci nel sedere. 


E dell’ultimo caso scoppiato a proposito del blog di Grillo che ne dice?

Qualsiasi magistrato a un nome deve arrivare, non ci possono essere affermazioni anonime. Questo ulteriore episodio dimostra come i 5 Stelle siano la truffa più colossale nella storia politica italiana.

La Raggi intanto va in ferie perché troppo stressata. E’ vero?

Sono seriamente preoccupato per lei perché vedo le foto ed è ridotta a un teschio. Però continua a dire bugie. Noi di Oggi avevamo pubblicato dieci righe scherzose dicendo che era andata via da un ristorante senza pagare, ma in realtà è comprensibile. Il proprietario l’aveva salutata dicendosi onorato di avere il sindaco, avrà detto che offriva lui e lei se n’è andata. Invece si è intestardita a dire che era una bugia che non avesse pagato, quando lo stesso proprietario ha detto che non aveva pagato. E’ stata fotografata sul treno come succede a ogni personaggio pubblico, il volto del figlio pixellato pubblicata da un sito, e lei a urlare che erano stati degli sciacalli. Suvvia, un po’ di realismo. 

E’ pur sempre il sindaco di Roma.

La Raggi è il classico prodotto della Casaleggio e associati, visetto marketing carino, scelta solo per quello, ed è per quello che oggi non conta più nulla. Prima si era affidata a Marra – tra parentesi: è in carcere da tre mesi e nessun garantista si è fatto vivo – che era il vero sindaco di Roma. Adesso comanda il vice sindaco Bergamo, lei non conta nulla.

Che succede nei vertici del Movimento? Ci sono degli emergenti oltre ai soliti Di Maio e Di Battista?

C’è Vincenzo Spatafora: ex direttore italiano dell’Unicef e poi garante per l’infanzia nominato dalla Carfagna e da Fini. Nessuno ne parla, ma da conterraneo di Di Maio da circa un anno fa il suo Marra, lavora nell’ombra per condurre incontri per un futuro governo, solo che quando si reca da qualche persona importante tutti gli sbattono la porta sulla faccia.

Grillo sta manovrando per fare alleanze in vista delle elezioni?

Ma no, il M5s basta a se stesso.

Eppure c’erano state delle convergenze con Matteo Salvini.

Sì, tutti e due, lui e Grillo, sono contro l’euro. I 5 Stelle hanno paura ad esprimersi sull’immigrazione, ma la loro base è vicina alla Lega su questo. Sono simmetrici e opposti alla Lega, che ha il 20-25 per cento al nord e pochissimo al sud.

(Paolo Vites)