Insolito paragone, specie in un agone politico: eppure verso le elezioni in Francia, Marine Le Pen affila le armi contro il suo diretto e forse unico avversario, i favorito per la corsa all’Eliseo Emmanuel Macron. Nel meeting del Front National tenuto ieri a Lille, la leader anti-europeista ha utilizzato un paragone col cinema particolarmente caro in Francia per provare a “spiegare” come sarebbe il suo avversario. «È un po’ il Jean Claude Van Damme della politica. Non si comprende niente di quello che dice. E le volte che si comprende, quello che dice fa paura. Si sente superiore agli altri, ma non ha un programma politico chiaro», attacca senza filtro la leader Fn. Secondo Marine Le Pen infatti i francesi devo temere quanto afferma Macron, dal momento che è «tutt’altro che il nuovo che avanza. Ti accorgi che dietro di lui c’è il vecchio apparato, la stessa casa che finora ha sostenuto Hollande». Insomma, la sfida è nel vivo della tensione e gli attacchi nei prossimi giorni si faranno ancora più crudi: attesa la replica, mentre la campagna prosegue e le vicende giudiziarie pendenti su quasi tutti i big candidati alle Elezioni (tranne Hamon) rischiano di condizionare non poco il rush finale verso l’Eliseo.
Un momento importante, anzi forse decisivo, per l’Europa: secondo Enrico Letta le Elezioni in Francia del prossimo aprile-maggio saranno un passaggio in cui si potrà capire come l’Unione avrà “tenuto botta” oppure no all’avanzata dei populismi e dei nazionalismi in questo 2017 elettorale capitale e post-Brexit. L’ex premier in una intervista a Repubblica ammette: «dovesse vincere Le Pen verrebbe certificata la fine del cammino iniziato sessant’anni fa», giudicando molto male la candidatura della leader di Front National.
«Se, come spero, dovesse spuntarla Macron, un leader che non ha paura di parlare con la bandiera dell’Unione alle spalle, allora partirà il rilancio in una logica europeista. Lascia o raddoppia, non ci sarà una terza opzione: la fine o il nuovo inizio». Insomma, si prosegue nella scia di un’elezione in Francia in fondo legata a europeisti vs nazionalisti; probabilmente c’è molto di più in gioco nella comunità francese, ma è evidente che dai confini europei lo scontro si risolve principalmente in questi toni, e non solo per Letta.
Crisi tra i socialisti ed Elezioni in Francia del prossimo 23 aprile sempre più impossibili per il candidato Benoit Hamon: i sondaggi lo danno in netto svantaggio rispetto a tutti i principali rivali, per di più il partito che lo ha visto trionfatore nelle primarie ora gli gira le spalle e si staccano in tanti per aderire al “voto utile” per Emmanuel Macron. Quanto utile e quanto opportunistico, saranno i posteri francesi a potercelo dire, di sicuro da ieri un altro pezzo importante del governo Hollande a guida Ps ha scelto il candidato di En Marche! e ha compiuto pubblicamente l’atto di endorsementg. Il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha ufficialmente dichiarato il suo appoggio al candidato “indipendente” di centrosinistra Emmanuel Macron nalla corsa alle elezioni presidenziali di aprile-maggio, si legge sul quotidiano “Ouest France” nella giornata di ieri. Non è stato il primo (prima di lui l’ex premier Valls) e probabilmente non sarà neanche l’ultimo; Hamon non scalda i cuori dei socialisti francesi, almeno della leadership che fa capo ad Hollande, finora in silenzio sulla sua candidatura “preferita”. Un ministro importante come quello della Difesa rappresenta un colpo mediatico non indifferente per il candidato socialista da cui sarà difficile “riprendersi”: Le Drian si è giustificato rifacendosi ai sondaggi che danno «Macron come unico candidato progressista in grado di approdare al secondo turno di ballottaggio del 9 maggio prossimo ed in grado di battere la leader del Front national di estrema destra, Marine Le Pen», riporta l’Agenzia Nova dalla Francia.