Non cambia l’esito dei sondaggi politici prodotti sui seggi alla Camera e le intenzioni di voto presso la situazione elettorale pre-Politiche Nazionali del prossimo anno: non ci sono partiti che raggiungerebbero il 40% al primo e unico turno, dunque spazio alle coalizioni post-voto che però non sembrano raccogliere i necessari seggi minimi per la maggioranza alla Camera (316). Tutte tranne una, che però pare essere alquanto improbabile dati i protagonisti che dovrebbero unirsi: Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle. La coalizione “no-Euro” resta la prima scelta perché ottiene 318 seggi al momento, ma potrebbe seriamente mettere in piedi un Governo in breve tempo? Le altre coalizioni però non sono da meno visto che neanche arrivano alla maggioranza: un centrodestra ristretto prende solo 202 seggi, allargato con anche altri partiti minori (Alternativa Popolare ad esempio) non decolla uguale. Centrosinistra? male sia ristretto a Pd, Sinistra Italiana e Autonomie (226 seggi) e sia come allargato anche ad Alternativa Popolare e il nuovo Campo progressista di Pisapia (226 seggi). Non sfondano neanche le Larghe Intese, con 278 oggi conquistati per Pd, Forza Italia, Ap e autonomie: instabilità sembra la parola d’ordine, superata forse solo da incertezza dominante nei prossimi mesi politici.



Nei sondaggi politici prodotti da Winpoll in queste ultime settimane di forte discussione interna alla sinistra in Italia, ancora non sono chiari i piani dei vari partiti (compresi quelli nuovi appena nati) rispetto alla prossima Campagna Elettorale verso le Elezioni Politiche del 2018. Oltre al Pd, infatti, che il prossimo 30 aprile scoprirà quale sarà il suo candidato, come si stanno muovendo in termini di consenso elettorale gli altri organismi più di sinistra? Per prima cosa, in uno scenario immaginato dai sondaggi di Winpoll, si è cercato di scoprire cosa prenderebbero alle urne Mdp, Lista Pisapia e Sinistra Italiana qualora si presentassero separati. Bersani otterrebbe un 5,5%, la lista di Pisapia staccherebbe un 3,6% e un misero 1,3% andrebbe alla nuova Sinistra Italiana; nel secondo scenario elettorale, un unico Listone di Sinistra prenderebbe un 11,2% che si contrasterebbe con il Pd renziano (o di Emiliano e Orlando, ndr) in una ipotetica lotta a sinistra per poter ottenere un fattore importante di voti contro i rivali del Movimento 5 Stelle e delle destre. Terzo e ultimo scenario vede invece il Listone elettorale Bersani-Pisapi che raccoglierebbe un’importante fetta di 10,2% di consensi, contro lo 0,8% di Sinistra Italiana di Fratoianni.



I sondaggi che vengono prodotti in questo periodo pre-elettorale mostrano sostanzialmente un minimo comune denominatore: Il Movimento 5 Stelle è al momento il primo partito in Italia con un abbastanza solido vantaggio permesso dalla scissione del Pd che ha ulteriormente indebolito un partito invischiato nell’incertezza della lotta renziani/anti renziani. Con i dati offerti dai sondaggi elettorali di Demopolis, si scopre l’esatta e completa “classifica” delle intenzioni di voto di questa fine marzo: Movimento 5 Stelle in saldo primo posto, con il 30% delle preferenze, seguito da un Pd al 26% che paga ancora tanto quella sanguinosa scissione. Al terzo posto troviamo il 12,8%, staccatissimi, della Lega Nord e poi il 12% di Berlusconi e di tutta Forza Italia; in calo Fratelli d’Italia, al 5%, e Mdp di Bersani e Speranza al 4,6%. Sale Alternativa Popolare al 3,2%, molto male invece Sinistra Italiana di Fratoianni al 2,5%. La battaglia è lunga, ma la maggioranza è ancora una lunga e molto faticosa “utopia”…

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