Nuova presa di posizione controversa da parte del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che attraverso un lungo post su Facebook ha annunciato di non voler pagare i debiti contratti dal Comune dal 1981 ad oggi che ritiene ingiusti:”Il limite è stato superato: da mesi abbiamo i conti pignorati per commissariamento post-terremoto. Ci tengono per la gola. Paghiamo tasse altissime per commissariamento rifiuti. Per non parlare dei debiti per commissariamento sanità e trasporti. Siamo in pre-dissesto per la politica scellerata e disonesta dei governanti del recente passato. Basta ! ! Abbiamo anche deciso di istituire una commissione di inchiesta sui debiti ingiusti dal 1981 ad oggi. Una volta individuati ed accertati cancelleremo giuridicamente i debiti ingiusti che danneggiano il popolo napoletano. Non li pagheremo ! Al massimo li pagheranno i responsabili di questo delitto contro il popolo napoletano. Procede senza sosta il cammino verso Napoli Città Autonoma”. Come spiegato da Il Corriere del Mezzogiorno, la decisione di far nascere una appostia commisione d’inchiesta è da ricondurre al pignoramento di 80 milioni per una vicenda che risale alla gestione commissariale post terremoto del 1980; una somma che costringe Palazzo San Giacomo a dover fare i conti con un debito inatteso, essendo arrivato alla soglia delle casse comunali molti anni dopo e che spinge De Magistris ad annunciare: “non pago debiti ingiusti”. Nella ricostruzione della vicenda, però, non si può non ricordare che nel 2011 De Magistris, appena eletto sindaco, avrebbe potuto dichiarare il dissesto finanziario del comune beneficiando dell’aiuto dell’allora governo Monti, intenzionato all’epoca a nominare tre commissari ad acta per i conti. Perché rifiutò? Si trattava di una promessa fatta in campagna elettorale.