Le Elezioni in Francia potranno essere ricordate nella storia della Repubblica transalpina come l’esplosine forse decisiva del Partito Socialista francese, in questi giorni sotto pressione per la “sfida” tra il candidato ufficiale (ma debole come consensi e programmi) Benoit Hamon e il favorito nella corsa all’Eliseo, Emmanuel Macron (ma fuori dal partito con il suo Movimento En Marche!). Come scrive oggi Le Figaro in un lungo editoriale, lo scontro nel Ps rischia di portare la deflagrazione interna fino alla totale distruzione del centrosinistra francese. Regolamenti di conti, sfide, faide interne tra chi tiene la linea del vincitore legale delle Primarie e chi invece ha già scelto il più “comodo” voto utile, scegliendo Macron anche se non facente più parte del Partito Socialista. «Scontata ormai una sonora sconfitta alle presidenziali, a scaldare gli animi nel Ps è infatti il posizionamento in vista delle elezioni parlamentari che si terranno a giugno: a quanti deputati socialisti il movimento “En Marche!” di Macron offrirà una ciambella di salvataggio?», scrive Le Figaro riportando come il Ps è pronto a separarsi in due tronconi. «Un piccolo gruppo che raccoglierà socialisti ed ecologisti di sinistra ed uno più grande a vocazione riformista»: sarà azzeccata la previsione dell’autorevole giornale francese in vista del post-Elezioni?
?????? : Bernard #Cazeneuve annonce qu’une délégation de ministres se rendra dans le département avant “la fin de la semaine”. pic.twitter.com/PclwQyBeVs
— ??Le Globe (@LeGlobe_info) 27 marzo 2017
Nelle elezioni di Francia a meno di un mese dal voto un nome su tutti viene visto come l’unico e l’ultimo argine alla conquistare dell’Eliseo di Marine Le Pen. Il ballottaggio non dovrebbe per questo essere un problema, visto che a quel punto se Emmanuel Macron, il leader e fondatore di En Marche! dovesse realmente arrivarsi avrebbe dalla sua parte tutta la Francia anti lepenista. Il problema è vincere nel primo turno, o quantomeno di qualificarsi al ballottaggio battendo la concorrenza di Fillon, Hamon e Melenchon. I dati sono però confortanti per l’ex ministro Economia del governo Hollande e in più molti membri del Partito Socialista, chi pubblicamente, chi no, stanno favorendo e facendo la campagna elettorale per la vittoria di Macron, pur contro il loro candidato ufficiale (ma troppo debole ormai) Benoit Hamon. Negli ultimi sondaggi sul primo turno il conforto è reale, anche se i numeri non sono schiaccianti: 26% per Le Pen, 24% per Macron, 20% per il gollista Fillon. Il consenso per il leader “centrista” è però in grande crescita: secondo l’analisi della francese IFOP, la forza della sua positiva ascesa verso un consenso più allargato risiede nella «sua capacità di penetrazione nella parte restante di elettorato. Sui socialisti ad esempio è il candidato migliore, addirittura meglio di quello ufficiale e vincitore delle Primarie di coalizione». Scelto dai moderati, scelto dai socialisti e scelto anche da qualche elettore di destra per nulla convinto dall’estremismo di Marine Le Pen ma neanche dai tanti guai giudiziari che hanno coinvolto in questa campagna verso le Elezioni il candidato gollista Fillon. Insomma un consenso eterogeneo che potrebbe essere la chiave giusta per battere Marine Le Pen al ballottaggio per la conquista dell’Eliseo. Certo, al secondo turno però bisogna arrivarci e in questo senso forse alcuni opteranno per un voto “utile” già dal primo turno del prossimo 23 aprile.
In un meeting elettorale due giorni fa a Lille, Marine Le Pen punta dritto: se vince le Elezioni la firma sul certificato di morte dell’Unione Europea è pronto a firmarlo, con decisione ripetuta anche ieri sera durante il comizio sul palco del Front National. «L’Unione europea morirà perché i popoli non la vogliono più. Se vinco via subito dall’Euro, senza perdere tempo», reclama la Le Pen davanti al pubblico in festa. Molti punti toccati e riferimenti sempre al caso italiano (non è la prima volta anche nel confronto in tv con gli altri candidati aveva spesso citato il caso di Roma) per quanto riguarda la crisi e il populismo, «i valori sovranità stano trionfando, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Italia, paesi precursori di una insurrezione democratica dei popoli in marcia». Secondo la Le Pen è giunto il momento di sconfiggere i “globalisti” dell’Unione Europea, «Il mio è un messaggio di libertà, emancipazione e liberazione, tutti pronti a riunirsi sotto la nostra bandiera». Scatenata anche quando ritiene l’appoggio con la Russia di Putin, da poco incontrato a Mosca in un meeting internazionale, essenziale: «molti punti in comune, Con Hollande abbiamo perduto tanto tempo, ora non dobbiamo mancare il nostro appuntamento con la storia».
France, Opinion Way poll:
Le Pen (FN-ENF): 26% ?
Macron (EM-*): 24%
Fillon (LR-EPP): 20% ?
Mélenchon (FG-LEFT):… https://t.co/A3qIwcdaIJ— Europe Elects (@EuropeElects) 27 marzo 2017