L’inchiesta Consip che vede coinvolti tra gli altri il Ministro dello Sport Luca Lotti e Tiziano Renzi rischia di avere importanti ripercussioni sul governo Gentiloni. Ne è convinto Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, il quale, intervistato da La Repubblica, ha messo in guardia gli scissionisti dallo strumentalizzare l’intera vicenda:”Sono gli scissionisti dem che così facendo possono fare cadere il governo”. Secondo Rosato, Lotti non deve dimettersi:”Ci sono indagini in corso. La magistratura deve farle, libera da pressioni politiche. È una intromissione pretendere che ogni atto dei giudici abbia conseguenze politiche. Inoltre Lotti si è presentato spontaneamente a spiegare ai magistrati e ha detto più volte pubblicamente di essere estraneo ai fatti”. Rosato ha aggiunto:”Considero l’esperienza del governo Gentiloni positiva. Paolo e i suoi ministri stanno facendo con impegno ed efficienza quello che devono fare. Non ci sono rischi, salvo – ripeto – che non ci siano gesti di irresponsabilità da parte di chi è uscito dal Pd”.



Ieri sera a Otto e Mezzo è andato in scena il Matteo Renzi’s processo di difesa, in piena bufera Consip: tutte le accuse sulla sua cerchia più stretta, fino al padre Tiziano, rischiano di compromettere il futuro immediato politico, con le Primarie e il Congresso Pd che porteranno un Renzi con molte ombre ancora non direttamente legate alla sua azione politica ma che di certo preoccupano l’ex premier dem. Le indagini sul ministro Lotti, l’interrogatorio al padre Tiziano Renzi (ieri in Procura a Roma per tre ore) e le accuse delle opposizioni sulle presunte pressioni ricevute dalla cerchia di Renzi da parte dell’imprenditore Romeo, arrestato per corruzione in appalti Consip. «Se c’è un parente di un politico indagato in passato si pensava a trovare le soluzioni per scantonare il problema ed evitare i processi. Io sono fatto in un altro modo: per me i cittadini sono tutti uguali. Anzi. Se mio padre secondo i magistrati ha commesso qualcosa mi auguro che si faccia il processo in tempi rapidi. E se è davvero colpevole deve essere condannato di più degli altri per dare un segnale, con una pena doppia», afferma Renzi davanti a Lilli Gruber negli studi di La7. Secondo Renzi la discussione su questi è abbastanza surreale: «dite ‘relazioni pericolose’, ‘travolgere’… Ma i processi non li fate voi sui giornali si fanno nelle aule del tribunale». L’ex segretario dem poi pensa anche al suo collaboratore storico, ora ministro dello Sport, Luca Lotti: «deve dimettersi? A mio giudizio assolutamente no. Conosco Lotti da anni ed è una persona straordinariamente onesta, lo devono sapere sua moglie e i suoi figli. Io non scarico mai gli altri: non l’ho fatto con Delrio, Boschi e ora Lotti. Non accetto processi sommari».



Nasce tutta dalle parole e deposizioni di Luigi Marroni, ad di Consip (concessionaria dello Stato per i beni e gli acquisti delle Pubbliche Amministrazioni) che l’Espresso ha anticipato in un suo lungo reportage esclusivo. Il settimanale riporta un lungo reportage e la deposizione fatta ai magistrati al amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, che certamente farà molto discutere. «L’imprenditore Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire su un appalto da 2,7 miliardi di euro per conto del babbo di Matteo e di Verdini». Sono queste le parole di Marroni davanti ai pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano (e per l’ennesima volta un atto segreto e secretato “esce” dalle Procure come se niente fosse). «Mi dissero che erano gli arbitri del mio destino professionale», diceva ancora l’ad di Consip davanti ai giudici che ora stanno disegnando un quadro che di fatto prospetta un intreccio di interessi privati attorno agli appalti pubblici e attorno alla cerchia ristretta vicina all’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ieri sera Tiziano, il padre dell’ex premier, è stato interrogato per oltre tre ore per cercare di difendersi dall’accusa di traffico di influenze. Renzi senior ha asciato piazzale Clodio senza fare dichiarazioni. A parlare, invece, è stato il suo legale: “Mai preso soldi. Si è trattato di un evidente caso di abuso di cognome. Inoltre, Tiziano Renzi non ha mai conosciuto né avuto rapporti con Alfredo Romeo”, commenta l’avvocato Bagattini che sottolinea anche la stanchezza di Tiziano Renzi, «provato, anche perché questa è una vicenda che non ha uno spettro esclusivamente giudiziario». Secondo i pm, il padre dell’ex premier avrebbe aiutato l’imprenditore Alfredo Romeo a rafforzare i suoi rapporti in Consip in cambio della promessa di denaro. Ieri intanto a Firenze si è anche concluso dopo oltre tre ore l’interrogatorio di Carlo Russo, l’imprenditore amico di Tiziano Renzi, anche lui indagato nell’inchiesta Consip per traffico di influenze illecite. Su indicazione dei suoi difensori, Gabriele e Marco Zanobini, Russo si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del pm di Roma Mario Palazzi e di Woodcock.

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