Un nuovo sondaggio scalda la Francia nel pieno della campagna verso le Elezioni 2017 del mese di aprile: nella rilevazione fatta da Kantar Sofres-OnePoint per Le Monde, l’opinione che gli elettori francesi hanno del Front national (Fn) di Marine Le Pen si dimostra molto più presente di quanto si possa sospettare. Come si legge dai dati prodotti dal quotidiano progressista, «la proposta politica ha fatto breccia e raccoglie ormai il favore di almeno un terzo dell’elettorato. Quando il leader del Fn era Jean-Marie Le Pen, ricorda il “Monde”, ben il 72 per cento dei francesi si diceva in disaccordo: da quando gli è succeduto la figlia Marine, quella percentuale è scesa al 62 per cento; viceversa, è salita al 33 per cento la percentuale di coloro che si dicono d’accordo con il Fn». A sposare in pieno il progetto di Marine sono gli stati della società più deboli e poveri, «il 38 per cento degli impiegati e addirittura il 48 per cento degli operai. Inoltre un certo numero di idee difese dal Fn sono ormai condivise dalla maggioranza degli elettori, dalle misure contro il terrorismo alla convinzione che in Francia ci siano troppi immigrati, passando per la critica al “lassismo” della giustizia nei confronti della micro-criminalità», si legge nel report di Agenzia Nova. Insomma, il futuro parla Front National, sempre che Macron non riesca a convincere i restanti due terzi dell’elettorato a votare per lui…
Ieri sera uno degli ultimi appuntamento ufficiali prima delle Elezioni Francia 2017, sul fronte Ue, ha visto il presidente Francois Hollande intervenire nell’ultimo bilaterale con Italia, Spagna e Germania. Per il presidente socialista, tra i tanti temi legati alle politiche europee nei prossimi mesi, non ha potuto non citare una delle preoccupazioni più grandi che anche la stessa Bruxelles esprime sulla campagna elettorale in Francia. «Esiste la minaccia di una vittoria del Front national di Marine Le Pen alle elezioni presidenziali di aprile-maggio: l’estrema destra non è mai stata così forte da 30 anni; ma la Francia non cederà», si è detto tuttavia convinto Hollande, «perché essa è cosciente che il voto non determinerà solo il destino del nostro paese ma anche il futuro della costruzione europea». Una estrema destra che con Marine Le Pen, nonostante le inchieste a suo carico, non vede minimamente scendere i sondaggi, anzi, un consenso sempre maggiore per la Le Pen la porterebbe ad oggi a sfidare il leader centrista Macron al ballottaggio. Per Hollande, che con i risultati delle sue politiche non sta certamente aiutando in termini di consenso il candidato Ps Benoit Hamon, tenterà di fare più appelli nei prossimi giorni nel tentativo di contrastare l’avanzata della destra estrema. In quest’ottica, non è escluso, che il candidato Hamon possa essere “scaricato” per convergere tutti, centrosinistra e centro (e anche centrodestra, se Fillon fallisse l’approdo al ballottaggio?) verso Macron, tra l’altro ex ministro proprio di Hollande.
, nella difficile campagna verso le Elezioni in Francia, c’è un Nicolas Sarkozy che avanza una possibile teoria di salvataggio per i malmessi Republicains. L’idea di un Sarkò di nuovo in sella non fa impazzire molti francesi, e lo stesso “signor Bruni” ne è cosciente, infatti la sua proposta mirerebbe ad un’altra figura molto vicina a lui che potrebbe raccogliere le redini dopo Fillon e la sua uscita di scena (che il vincitore delle Primarie Repubblicane non intende minimamente annunciare). Nell’entourage dell’ex Presidente circola l’idea di convincere il controverso candidato a “scegliere il proprio successore”. Tra le ipotesi un avvicendamento con il giovane ex ministro François Baroin, già fedelissimo di Sarkozy e rimasto leale a Fillon negli ultimi giorni. Intanto ieri l’ufficiale e definitiva uscita di scena del 71enne sindaco di Bordeaux, Alain Juppè, che in una conferenza stampa smentisce le voci delle ultime ore che lo davano come il candidato forte dei Repubblicani per “cacciare” il vincitore legittimo delle Primarie di centrodestra francese. Lo confermo una volta per tutte: non sarò candidato alle presidenziali”. Juppé ha aggiunto che la decisione è stata presa poiché è sempre più difficile unire la destra e perché gli elettori vogliono vedere volti nuovi. “Per me è troppo tardi, ma non è troppo tardi per la Francia”, ha detto Juppé, 71 anni. Fillon viene identificato come un “testardo che non capisce dove sta andando il vento” e rischia di lasciare la destra moderata francese in un empasse difficilmente colmabile. Intanto però Nicolas Sarkozy, poco prima della conferenza di Juppè, aveva pubblicato una nota in cui provava la distensione tra Fillon e il sindaco di Bordeaux per poter arrivare ad un accordo e rilanciare la campagna dei Repubblicani: «Dinanzi alla gravità della situazione, ognuno ha il dovere di fare di tutto per preservare l’unità. È in questo spirito che propongo a Fillon e Juppé di riunirci per trovare una via d’uscita dignitosa e credibile ad una situazione che non può più andare avanti e che crea un problema enorme ai francesi». (Niccolò Magnani)