È gravissima la crisi e reagiremo con forza: questo il sunto e la minaccia da piena “guerra mondiale” che lancia la Corea del Nord dopo l’avanzata nel Pacifico della portaerei Usa in direzione della penisola coreana. Una minaccia a sua volta che Pyongyang vede sui propri confini e che non ha ovviamente digerito dopo gli attacchi di Trump negli scorsi giorni. «Catastrofiche conseguenze per l’oltraggiosa aggressione americana, pronti a reagire ad ogni scenario di guerra desiderato dagli Usa», con queste parole durissime risponde la diplomazia del regime di Kim Jong-un alla flotta Usa che avanza nell’oceano minacciando la risoluzione della grave emergenza missilistica degli ultimi mesi. In particolare la miccia che ha acceso il forte rischio di guerra mondiale lo ha spiegato per bene il portavoce del ministro Esteri di Pyongyang: il rifiuto di Trump di escludere a prescindere i raid contro le basi missilistiche di Pyongyang per il suo programma nucleare ha scatenato la reazione della Corea sotto regime. Come riporta l’agenzia di stampa di Kim, Kcna, «Per rispondere alle provocazioni prenderemo le contromisure più dure in modo tale da poterci difendere con una potente forza d’armi». (agg. di Niccolò Magnani)
“Non ci sono soluzioni di alcun genere con Assad ancora al potere”: chiaro il giudizio che esce dal G7 Esteri riunito a Lucca sulle crisi globali e sul forte rischio di guerra mondiale che aleggia dalla situazione in Siria fino a quella in Nord Corea. Secondo la riunione di tutti i ministri degli Esteri del G7 sotto guida di Angelino Alfano, il commento è secco e non prevede un futuro politico per il dittatore siriano; d’altronde per Alfano e per gli altri ministri è altrettanto chiaro come «dopo l’intervento americano, si è aperta una finestra di opportunità per costruire una nuova condizione positiva per il processo politico in Siria, che riteniamo essere l’unica soluzione». La Russia deve però essere coinvolta, questo ha provato a immettere nella discussione l’Italia assieme ad altri Paesi, nonostante la rigida posizione di Tillerson che ha ricordato come «la Russia deve scegliere con chi stare» (Fonte Ansa). Non va isolata, va coinvolta nel processo di pace e nelle future scelte politiche di Siria e del Medio Oriente: «ognuno ha espresso la propria opinione, ma mi pare prevalente la linea di coinvolgimento della Russia al fine di una concreta collaborazione che eviti un conflitto militare e avvii un processo politico», è il commento finale di Alfano, che pare riportare anche una sostanziale unità anche con gli Usa su questo punto. (agg. di Niccolò Magnani)
Il rischio di uno scoppio della Terza guerra mondiale è sentito particolarmente in Cina, dove si discute del trasferimento del gruppo d’attacco navale Usa verso la penisola coreana. La possibilità che si apra un conflitto con la Corea del Nord è concreta per il China Morning Post, secondo cui potrebbe bastare anche un piccolissimo errore. Né gli Stati Uniti né la Corea del Nord prenderebbero l’iniziativa di scatenare una guerra, ma per Zhang Tuosheng, della Fondazione cinese per gli Studi strategici e internazionali, «il rischio di un conflitto è più alto per un piccolo errore o incidente potrebbe scatenare la guerra nella penisola». Anche l’analista militare Li Jie pensa che stanno aumentando le possibilità di un errore di calcolo. E ciò rischia di «aumentare se Donald Trump e Kim Jong-un assumeranno delle posizioni fortemente conflittuali». Per questo la Cina nelle scorse settimane aveva proposto una mediazione: l’obiettivo era ridurre le manovre congiunte con Seul in cambio di uno stop da parte dei lanci missilistici della Corea del Nord.
Escalation di tensione nella comunità internazionale: tutto è cominciato con l’inasprimento della crisi siriana e, quindi, con l’attacco chimico a Idlib e la successiva risposta militare Usa. Il dossier nordcoreano e il terrorismo dell’Isis rappresentano gli altri fronti. La politica estera di Washington prosegue però con la linea dura: il segretario di Stato Usa Rex Tillerson, arrivato a Lucca per il G7 Esteri, è tornato ad attaccare la Russia, dove si recherà martedì. Il capo della diplomazia americana ha spiegato il modus operandi futuro: «Noi vogliamo essere coloro che sanno rispondere a quanti creano danni agli innocenti in qualunque parte del mondo». L’Italia nel frattempo si sta muovendo per evitare che degeneri la crisi siriana e che si possa arrivare ad una Terza guerra mondiale: per questo il ministro degli Esteri Angelino Alfano – come riportato da Il Fatto Quotidiano – ha convocato una riunione straordinaria, allargata a Turchia, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Giordania e Qatar.