La situazione della politica interna francese in attesa delle Elezioni del 23 aprile prossimo, è ancora più un rebus da quanto è partita la rimonta eccezionale nei sondaggi per il candidato della sinistra alternativa e radicale: due populismi diversi, quello di Marine Le Pen e quello di Jean-Luc Melenchon e lo scenario fino a poco tempo fa impossibile a credersi di un arrivo al ballottaggio proprio dei due candidati estremisti dello scacchiere politico francese. I sondaggi sono implacabili, con Melenchon che sale senza sosta e dopo aver sbaragliato Hamon e Fillon ora si concentra su Macron e Le Pen, fino a poche settimane fa quasi sicuri dell’arrivo al secondo turno. Lo scenario odierno viene “confermato” dai mercati mondiali che innalzano il debito pubblico francese temendo ribaltoni al potere dello stato francese: ora è Macron a rischiare, e necessità sempre di più di appoggi per poter arrivare all’approdo del ballottaggio dove con una “conventio ad excludendum” avrebbe vita abbastanza semplice sia contro Melenchon che contro la leader Fn. E in soccorso di Macron arriva nientemeno che l’Eliseo…
È proprio Francois Hollande infatti che per la prima volta con convinzione entra nell’agone delle Elezioni in Francia, con la campagna elettorale che arriva agli sgoccioli e vede non solo il “pericolo” Le Pen ma anche quello della Sinistra Radicale di Melenchon, che come visto prosegue la sua risalita nei sondaggi. In una intervista ai media francesi, il presidente socialista non si spinge ad un esplicito endorsement per Macron ma di certo scarica senza pietà il proprio candidato vincitore alle primarie, Benoit Hamon. «Considero che la politica abbia bisogno di rinnovamento, la scommessa di Macron è certamente audace e va in questa direzione»; nessuno spot ufficiale ma una bella batosta per il candidato Hamon che in pratica sotto il 10% è del tutto fuori dai giochi. Hollande poi attacca anche Melenchon, allertando il popolo francese a pochi giorni dal voto: «Dietro alle semplificazioni, alle falsificazioni, c’è un pericolo, quello di guardare allo spettacolo del tribuno politico piuttosto che al contenuto del suo testo». Alla faccia di non entrare nelle considerazioni della campagna elettorale…