Continuano a salire le tensioni fra USA e Corea del Nord. Quest’ultima, come abbiamo visto nei precedenti aggiornamenti, è pronta a rispondere alla guerra che sta mettendo in campo Donald Trump. Nonostante le conferme di Whasington e Pyongyang sull’esistenza di armi nucleari in dotazione agli asiatici, gli esperti sembrano dissentire sulla loro esistenza. In particolare al centro delle certezze dei due governi si trova il test avvenuto nello scorso settembre, e che secondo le fonti della Corea del Nord sarebbero invece attribuibili ad una bomba ad idrogeno, con un effetto di gran lunga superiore rispetto a quella atomica. L’urario è stato usato anche nel test avvenuto nel 2013? Gli esperti si dividono in questo punto, sottolinea Il Giornale, ma se il Paese asiatico fosse provvisto di bombe ad idrogeno, vorrebbe dire che il governo ha fatto un passo avanti ragguardevole nel suo protocollo nucleare. Secondo le prime stime, la Corea del Nord sarebbe dotata al 60% di un arsenale che risale agli anni ’60 e quindi antiquato, nonostante la presenza di 5 mila tonnellate di armi chimiche. Di contro, Pyongyang possederebbe mille missili balistici di diverso tipo, molti dei quali a raggio corto, ma in grado di colpire con successo la Corea del Sud.
Resta altissima la tensione tra Usa e Corea del Nord con il relativo timore dello scoppio di una Terza Guerra Mondiale. In questo momento in cui il regime di Pyongyang minaccia di effettuare un nuovo test nucleare e non si sa quale potrebbe essere la reazione degli Stati Uniti il rischio di un conflitto globale potrebbe essere reale. Domani il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence, come riporta Tgcom24, partirà alla volta dell’Asia: sarà prima in Corea del Sud e poi in Giappone. Il presidente Usa Donald Trump resterà invece in Florida. Nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno sganciato per la prima volta la superbomba Moab contro la base Isis in Afghanistan: sembra che questo sia stato anche un test per un utilizzo di quest’arma in caso di scoppio della Terza Guerra Mondiale. Quella di un terzo conflitto mondiale è un’ipotesi storica che è stata presentata già subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nel periodo della Guerra fredda. Il termine Terza Guerra Mondiale è spesso associato all’uso di armi di distruzione di massa, come quelle nucleari, chimiche o biologiche.
La tensione in Corea del Nord è ai massimi livelli nonostante la grande parata militare realizzata nella piazza centrale di Pyongyang nel giorno in cui si celebra il padre fondatore. Secondo molti analisti, come rivela anche La Stampa online, darebbero per certo ma soprattutto per imminente un nuovo test nucleare nord-coreano. Quello annunciato sarebbe il senso dal 2006 e la data di realizzazione è stata indicata proprio in questi giorni delicatissimi. Oltre alla Giornata del Sole e che potrebbe vedere la realizzazione del test missilistico, altra data importante è quella del 25 aprile prossimo, in occasione dell’anniversario della fondazione dell’esercito e che continua a destare non pochi timori. Stando a quanto annunciato oggi dal ministro degli Esteri di Tokyo, Fumio Kishida, infatti, “C’è la possibilità che in quelle occasioni il Paese possa passare all’azione”. Per tale ragione Tokyo deve prepararsi alle varie contromisure. Intanto, le armi mostrate in parata hanno rappresentato anche una sorta di provocazione agli Usa ed a Trump. Dopo la super-bomba sganciata sull’’Afghanistan dagli Stati Uniti per colpire postazioni dell’Isis, il Global Times oggi si domanda se anche Pyongyang abbia iniziato ad avere paura. La para di oggi e le armi presenti dimostrerebbero il contrario. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
La Corea del Nord, proprio nel giorno del 105esimo anniversario della nascita del padre della patria, Kim II-sung, si è detta pronta a una guerra nucleare. Lo riferisce Repubblica.it, riportando le ultime indiscrezioni che giungono nella “Giornata del Sole”, la festa nazionale più importante della Corea del Nord. Secondo alcune fonti, inoltre, il Paese ha presentato per la prima volta proprio durante la parata i missili balistici lanciati da sottomarini (Slbm). Un segno dimostrativo di enorme importanza e che dimostrerebbe l’intento di non indietreggiare di fronte alle minacce degli Usa e dell’amministrazione di Trump. A tal proposito, come riferisce TgCom24, l’ambasciatore russo a Pyongyang, Aleksandr Matsegora, ha fatto intendere che probabilmente il regime nordcoreano condurrà “un nuovo test missilistico nel prossimo futuro”. Lo stesso Matsegora ha ipotizzato l’avvento del test proprio per oggi 15 aprile, in occasione della Giornata del Sole o per il prossimo 25 aprile e tal proposito ha commentato: “Qualche tempo fa Kim Jong-un ha detto che il mondo imparerà come è importante la creazione di un nuovo motore a razzo”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Il timore di un imminente conflitto mondiale e di uno scontro tra Usa e Corea del Nord si è riversato anche sul web dove, come rivela l’edizione italiana del portale Sputnik il numero di ricerche sulla terza guerra mondiale in lingua inglese ha raggiunto un record storico su Google. Stando a quanto comunicato dall’International Business Time, inizialmente le paure degli utenti del web hanno riguardato in particolare l’attacco missilistico in Siria da parta degli Usa e le risposte di Mosca, timori che sono andati ad intensificarsi ulteriormente in seguito all’accatto di Trump della Corea del Nord. E così, come comunicato dall’applicazione Google Trends, la ricerca sulla terza guerra mondiale ha raggiunto il suo picco di popolarità, dopo quanto avvenuto con le medesime key anche nel 2015. Nel frattempo, Choe Ryong-hae, considerato il più potente ufficiale della Corea del Nord, ha annunciato che il Paese è pronto ad affrontare qualunque tipo di minaccia americana. Rai News ha riportato le sue parole: “Risponderemo a una guerra totale con una guerra totale, e a una guerra nucleare con il nostro stile di un attacco nucleare”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Il rischio di una guerra mondiale e di uno scontro tra Usa e Corea del Nord è tutt’altro che lontano: secondo le stime dell’intelligence Usa e non solo – anche quelli europei sono all’opera e concordano sul possibile scenario che sta per prefigurarsi – sono pronti raid delle portaerei americane contro gli stabilimenti nord coreani che stanno preparando l’ultimo decisivo test nucleare prima di arrivare a possedere completamente la terribile bomba. La Nbc riporta come potrebbe essere oggi il giorno dell’attacco di Trump contro Pyongyang, 15 aprile e 105esimo anniversario della nascita del nonno e fondatore della dinastia Kim al potere in Corea del Nord, Kim Il-sung. Stando alle fonti Usa i mezzi americani sono già pronti e proiettati verso le basi nucleari coreane e avrebbero una sorta di “via libera” anche dalla Cina, come avrebbero concordato nell’ultimo meeting Trump e Xi Jinping. Un segnale di questo? Secondo i media cinesi, i collegamenti aerei tra Pechino e Pyongyang della Air China saranno sospesi da lunedì. Le prossime 72 ore potrebbero essere decisive e il rischio dello scontro totale e di un abbozzo (un altro) di guerra mondiale è purtroppo davvero vicino… (aggiornamento di Niccolò Magnani)
Il mondo guarda atterrito al rischio imminente di un scontro totale tra Usa e Corea del Nord, con le conseguenze che potrebbero avere gli attacchi nucleari di Pyongyang e i missili o superbombe americane. La “prova” fatta dagli Usa contro la base Isis in Afghanistan pare sia stata effettuata per capire quanto in profondità possa colpire la potenza di fuoco a stelle e strisce contro le basi nucleari dove la Corea del Nord sta preparando l’ultimo decisivo test missilistico per raggiungere pieno possesso della bomba nucleare. In tutto questo grande e immenso rischio mondiale ci si appresta alla Pasqua con più timori che mai per una pace raggiunta a fatica negli ultimi anni del Novecento che rischia di andare in fumo da un momento all’altro. «Siamo esterrefatti, senza parole e anche un po’ sgomenti». Così monsignor Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia, commenta le continue tensioni internazionali: la Chiesa da tempo è impegnata per cercare, anche tramite i viaggi di papa Francesco, una linea di distensione con flebili anche se evidenti passi avanti. «Il popolo della pace va oltre le varie sigle che lo compongono», spiega ancora l’arcivescovo all’agenzia SIR; «non cederà a queste logiche. Noi continueremo a sperare in un futuro di pace per tutti. E la giornata di digiuno e preghiera, vissuta mercoledì scorso, non può che confermare questo nostro impegno». Di fronte all’orrore del mondo e al rischio di una terza guerra mondiale, il Vaticano punta dritto non ad un ricordo di 2mila anni fa, bensì alla sfida “paradossale” del giorno d’oggi. «Ricordiamo la Passione di Cristo. Durante la liturgia della Parola pregheremo per i governanti perché cerchino il bene comune nella vera libertà e nella vera pace», con Mons. Ricchiuti che poi conclude, «Sarà un’invocazione quanto mai attuale. Con un appello: non si crocifiggano altre persone sulla croce della guerra e degli interessi. Noi non possiamo che continuare a invocare il dono della pace nel mondo». (aggiornamento di Niccolò Magnani)