Le motivazioni illustrate dal Csm in una conferenza stampa convocata sul caso Consip confermano le indiscrezioni che vi abbiano anticipato questa mattina: “non ci sono scontri tra Procure di Roma e Napoli», anche se il vicepresidente del Consiglio Nazionale Magistratura Giovanni Legnini non rinuncia ad esprimere alcune criticità e perplessità su come si sono svolte le indagini nella Procura di Napoli sul caso della Consip. «Allo stato non ci risulta alcun conflitto tra Procure. Ci riserviamo di intervenire se dovessero emergere profili di criticità», spiega Legnini dopo la decisione presa dal Csm che si allinea con quanto intimato ieri dal ministro Orlando. «Reputo questi fatti molto gravi – ha aggiunto, parlando della “rivelazione del segreto di indagine” e della “presunta falsificazione” – che richiedono che l’attività di indagine vada fino in fondo. Per questo vogliamo fornire ai magistrati inquirenti la serenità nello svolgere il loro dovere. Questa vicenda mette a rischio la fiducia nella magistratura ed è questo che vogliamo contrastare», spiega ai cronisti il vicepresidente Csm. I problemi ci sono e a livello generale ma non di scontro interno tra Procure bensì sulle indagini stesse e sulla copertura degli atti segreti nelle inchieste. «E’ evidente che qualcosa non è andato a Napoli, tant’è che la procura di Roma indaga su fatti che si sono verificati lì. Dovremo affrontare questo problema, soprattutto sulla fuga di notizie nel passaggio di carte da Napoli a Roma». (agg. di Niccolò Magnani)
Alla fine la decisione del Csm sul caso Consip è arrivata e si allinea alla richiesta del ministro Orlando promossa ieri: «non ci sarà un’indagine del Csm sulle tensioni tra le procure di Roma e Napoli che si occupano dell’inchiesta Consip», riporta la nota importante di Palazzo dei Marescialli che pone la parola fine al problema di indagini interne alle procure di Roma e Napoli dopo i presunti e pesanti errori mossi durante le indagini sull’inchiesta Consip che ricordiamo coinvolge tra i tanti il ministro Lotti, Renzi e il padre Tiziano. Dopo la richiesta del consigliere laico del Csm, parlamentare di Forza Italia Pierantonio Zanettin, che aveva aperto la bagarre su possibili indagini e inchieste tra i magistrati del caso Consip, ora la replica ufficiale del Csm che esclude qualsiasi inchiesta sul presunto contro tra Procure. I dettagli specifici arriveranno nel pomeriggio e sono in fase di limatura da parte del Csm che tra qualche ora verranno resi pubblici ufficialmente. (agg. di Niccolò Magnani)
Non solo scontro tra Procure per l’inchiesta Consip e per le possibili falsificazioni del commando del Noe sotto responsabilità della Procura di Napoli ma anche tutte le anomalie che avrebbero accompagnato lo strumento stesso della polizia giudiziaria e i suoi risultati nella procura retta dal pg di Napoli Luigi Riello. Come annunciata a Pasqua, la richiesta del ministro Orlando al pg Riello è stata motivata su determinati chiarimenti in merito alle presunte anomalie rilevate nelle indagini sulla Consip. Il procuratore generale ha promesso risposte nel più breve tempo possibile ai vari interrogativi lanciati dal ministro Orlando sugli elementi di disfunzione nel rapporto tra indagini e polizia giudiziaria (specie sui “ritocchi” fatti dopo l’informativa del Noe sotto accusa dalla procura di Roma). Oggi il Csm dovrebbe riunirsi per iniziare la discussione sul presunto scontro tra Procure mentre ancora Orlando richiede di far finire la bagarre e concentrarsi sulle anomalie e non sugli “scontri” di potere interni alle Procure della Repubblica. (agg. di Niccolò Magnani)
In una intervista a Repubblica ha parlato del caso Consip e del presunto scontro tra Procure di Roma e Napoli – per oggi è slittata la decisione del Csm sull’eventualità di intervento o meno sullo strano caso delle indagini condotte contro Tiziano Renzi e Alfredo Romeo – il presidente dell’Anm Eugenio Albamonte. «Non esiste né un caso Roma contro Napoli, né esiste un caso Napoli», spiega ai colleghi di Rep nel giorno in cui il Csm non prende in considerazione il consiglio del ministro Orlando di far cessare subito la presunta querelle. «Qui si tratta solo di un’indagine in corso a Roma a margine della vicenda Consip che servirà a capire se quelli riportati dai giornali sono errori o casi di infedeltà di un ufficiale», prova a minimizzare il nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Si deve occupare di magistrati e non di polizia giudiziaria il Csm, spiega ancora Albamonte, anche se non rinuncia a gettare qualche “frecciata” sull’attuale modalità di indagini processuali tra polizia e giudici, «il Csm farebbe bene a occuparsi della segretezza delle indagini che rischia di saltare se la polizia giudiziaria è obbligata a riferire ai propri superiori gerarchici». Oggi la decisione del Consiglio Superiore è attesa anche per eventuali (e forti) conseguenze politiche che potrebbe generare un intervento “a gamba tesa” del Csm sulla procura di Napoli e sulle metodologie di inchiesta. (agg. di Niccolò Magnani)
Dopo una giornata di attesa arriva la comunicazione ufficiale del Csm che rinvia a domani la decisione sul presunto scontro tra procure rilevato sull’inchiesta Consip: ne dà comunicazione una nota di Palazzo dei Marescialli poco fa che non spegne del tutto la “bagarre” scattata settimane fa dopo le ultime clamorose rivelazioni della procura di Roma che avrebbe scoperto una pesante irregolarità nelle trascrizioni delle intercettazioni contro Alfredo Romeo e Tiziano Renzi (imputabili al comandante del Noe, Scafarto). «Il Comitato di presidenza del Csm non ha sciolto il nodo se aprire una pratica sulle tensioni tra le procure di Roma e Napoli, titolari dell’inchiesta Consip. La decisione sarà presa domani», si legge nella nota diffusa poco fa. Resta quindi tutto in gioco, con l’appello deciso del ministro Orlando di chiudere subito la vicenda dato che «non vi sono scontri di alcun genere tra le due procure», rimasto al momento inascoltato, almeno fino a domani. (agg. di Niccolò Magnani)
Interviene anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sulla contesa dell’inchiesta Consip che vede oggi la decisione del Csm sull’eventuale intervento nello “scontro” tra Procure di Napoli e Roma sugli errori evidenziati nella conduzione delle indagini. «Allo stato non mi pare che si possa parlare di uno scontro», spiega il candidato alla segreteria nelle Primarie Pd davanti ai giornalisti radunati a Palermo dopo un suo intervento. «Il Csm non ha nessuna facoltà d’intervenire direttamente. Se ci sono dei rilievi disciplinari della procura generale presso la Cassazione è il ministero che interviene». Parole molto nette quelle di Orlando che danno la dimensione della assoluta complessità e delicatezza dell’inchiesta Consip, con le conseguenze che sono inevitabilmente ancora una volta politiche. Dopo l’ammonimento del ministro, non resta ora che vedere il Csm quale strada percorrerà, se il muro contro muro oppure un non-intervento nella difficile e delicata vicenda tra la procura di Napoli e quella di Roma. (agg. di Niccolò Magnani)
Giornata importante con l’attesa decisione del Cdm sul caso Consip e sullo scontro tra Procure di Roma e Napoli che ha attraversato queste ultime settimane di indagini giudiziarie. Sull’inchiesta che vede coinvolto Alfredo Romeo e il padre di Matteo Renzi, ha voluto dare una suo contributo il nuovo presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati Italiani, successore di Piercamillo Davigo. In una intervista al Foglio, Eugenio Albamonte seppur ha voluto giustamente non entrare nel pieno della bagarre politico-giudiziaria, ha in qualche modo fatto capire quale Procura sta svolgendo il lavoro a suo modo più “utile”. «La considerazione che mi viene in mente è che forse ora qualcuno la smetterà di dire che il pubblico ministero è il Torquemada dell’indagato e che lavora solo per metterlo sulla graticola. Qui, invece, grazie alla procura di Roma ci troviamo di fronte a un impegno di scrupolo che non è comune», afferma il nuovo presidente Anm. Un parere importante che fa capire come quello “scontro” che i magistrati stanno cercando di minimizzare in realtà è ben presente ed è giusto che il Csm intervenga per un giudizio “finale” sulla vicenda che rischia di ostacolare il pieno svolgimento delle indagini importanti sulla concessionaria dello Stato. (agg. di Niccolò Magnani)
Si è aperta una settimana molto importante per l’inchiesta Consip: potrebbero esserci nuovi indagati nel filone romano dopo la ripresa delle acquisizioni di centinaia di documenti sul mega appalto Fm4 da 2,7 miliardi di euro. Nel frattempo si attende l’incidente probatorio per Marco Gasparri, il dirigente accusato di corruzione: i pm Ielo e Palazzi lo hanno chiesto per cristallizzarne le dichiarazioni. Oggi, però, si giocherà un’altra partita importante per l’inchiesta Consip: il Comitato di presidenza deciderà se aprire una pratica sullo scontro tra le due procure titolari dell’inchiesta, cioè Roma e Napoli. Il conflitto si sarebbe consumato con l’accusa di falso dei pm della capitale al capitano del None Gianfranco Scafarto e con la scelta dei pm napoletani Woodcock e Carrano di confermare la delega a indagare al suo reparto. Pierantonio Zanettin (Fi) ha chiesto di verificare se qualche pm non sia stato imparziale e se, dunque, vada trasferito d’ufficio.
Oggi il Csm decide sullo scontro tra le procure titolari dell’inchiesta Consip: c’è chi teme che si possa interferire così con le indagini in corso e chi, invece, pensa che sia necessario un approfondimento. Servono, però, elementi concreti. Potrebbero arrivare dalla relazione del Pg di Napoli Luigi Riello, chiesta dal ministro della Giustizia per «anomalie di funzionamento della polizia giudiziaria». Il vice presidente del Comitato di presidenza, Giovanni Legnini, ha precisato che i «gravi fatti emersi» nelle indagini capitoline «sono riferibili ad un Ufficiale di Polizia Giudiziaria», non quindi ai magistrati inquirenti. La decisione sarà tempestiva, ma resta fermo il principio «il Csm non deve interferire su indagini penali in corso». Pierantonio Zanettin, invece, ritiene che per evitare il rischio di interferenza nelle indagini debbano essere secretati gli atti: «Attendo con serenità la decisione del Comitato, ma sarebbe un errore non aprire la pratica: un diniego immotivato alimenterebbe solo illazioni».