Beppe Grillo per una volta si “abbassa” ad una normale intervista di un quotidiano nazionale, ma lo fa senza toccare i punti stretti dell’attualità bensì affrontando le sfide, il futuro e la direzione di questa enorme anomalia della politica italiana che si chiama Movimento 5 Stelle. In una lunga e molto interessante intervista ad Avvenire, il quotidiano cattolico della Cei, il leader del M5s fa il punto sulla “sua” politica, i suoi errori e soprattutto le sfide a cui è chiamato il M5s nei prossimi anni. «Le mie debolezze sono le “mamme” dei miei punti di forza. In vita mia non ho mai creduto nella logica dell’”aiutino”, per questo sono forse un po’ rustico. Non mi aspetto di essere capito oltre quello che è ragionevole per chiunque di noi. Ma ho ben chiaro che il super-personalismo alla Nembo Kid dei leader politici ci ha quasi ammazzati», racconta Grillo nel massimo della sua autocritica. Più volte nel corso dell’intervista il fondatore del Movimento insiste sul concetto di “ridare il Paese in mano ai cittadini per una vita migliore e possibile”, e giustamente i colleghi lo “richiamano” a cosa si intenda per “meglio” provando a punzecchiare Grillo sui temi etici. La replica è diretta e spinge un tasto alquanto interessante, anche se per nulla risolutivo: «La gran parte delle posizioni etiche trova le sue basi nell’ideologia di chi la esprime. Il Movimento è post-ideologico: non siamo qui a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per e su ogni argomento. Per noi è fondamentale l’autodeterminazione, intesa come la possibilità data ai cittadini di essere cittadini». Democrazia sospesa e “libertà” da ridare alle persone: il punto forse viene eluso, ancora una volta da Grillo, che insiste nel darsi il ruolo, assieme a tutto il M5s, di “ispiratore” della libertà stessa della gente, come se questa potesse arrivare da una formazione politica o da un movimento “post-ideologico”.
Nella parte più politica della lunga intervista ad Avvenire, Beppe Grillo ha “evitato” di affrontare tutta la parte dedicata alla stretta attualità, insistendo sull’origine e le motivazioni di questa crisi sociale, politica e anche morale italiana. «La strage di soldi, di proprietà e di sovranità messa in atto dalle banche è stata preceduta dal massacro dei valori che si è compiuto, in Italia, nell’era del berlusconismo. Bisogna sempre tenerlo a mente, restando concentrati su quello che è successo», tuona Grillo nelle colonne del quotidiano cattolico. Un giudizio su come sarà l’eventuale governo M5s – «avrà la consistenza di ciò che manca in Italia da troppo tempo: onestà e competenza al servizio dei cittadini» – e un altro sull’Europa al catafascio – «La verità è che quest’Europa non ha futuro perché è una sorta di nave dei folli». Non si dice populista e neanche deus ex machina M5s, «realtà del Movimento è nel cuore di un progetto, non di una persona. Questo è possibile e necessario in un mondo in cui è globalizzata l’informazione»: per Grillo il vero punto di rilancio del programma pentastellato è sempre il reddito di cittadinanza (o di inclusione) che viene portato come vessillo per le prossime elezioni. «Non si tratta, anche se molti la interpretano così, di una misura basata su una logica assistenzialistica, ma di un ribaltamento delle priorità e della visione della società», spiega ancora Grillo che poi conclude, «Lo Stato che paga vitalizi ai politici e bonus super-milionari ai manager, che creano lavoro, ma spesso fanno anche grossi danni, deve occuparsi o no di garantire un “reddito di dignità” a tutti i cittadini?».