Restano sempre cinque i candidati principali alle Elezioni Francia 2017 anche se saranno in undici a presentarsi agli elettori domenica prossima 23 aprile. I francesi sono chiamati alle urne per il primo turno elettorale e con ogni probabilità nessuno degli 11 candidati all’Eliseo riuscirà a raggiungere il 50% + 1 dei voti e quindi le Elezioni Francia 2017 proseguiranno con il secondo turno il prossimo 7 maggio. In quella data gli elettori dovranno scegliere il prossimo presidente della Repubblica francese tra i due candidati più votati al primo turno. I cinque candidati principali sono il socialista Benoit Hamon, l’esponente dell’estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon, l’ex ministro dell’Economia Emmanuel Macron, il candidato di centrodestra François Fillon, la leader di estrema destra Marine Le Pen. Secondo le previsioni degli ultimi sondaggi elettorali realizzati in Francia, come riporta L’Espresso, si profila un ballottaggio tra Macron e Le Pen, anche se i vari istituti di ricerca segnalano ora i due candidati percentuali di preferenze diverse. Le intenzioni di voto rilevate dai vari sondaggi sono invece concordi sulla rimonta di Mélenchon, che da outsider si contenderebbe ora il terzo posto con Fillon. (Clicca qui per leggere tutto)
Meno cinque giorni alle Elezioni in Francia e la tensione in tutto il Paese è avvertibile non solo dal grado di contestazioni presenti ai comizi di Marine Le Pen Jean Luc Melenchon, i due candidati “estremisti” e in piena corsa per il raggiungimento del secondo turno. I temi degli ultimi giorni di campagna elettorale si fanno pressanti e imponenti nella discussione politica attuale: ieri in Val de-Marne (che serve la grande distribuzione di Parigi) Macron ha voluto incontrare i proprietari e commercianti svelando il suo “mantra” per queste ultime ore di campagna, il lavoro. «Sono qui per spiegare quel che faccio per aiutare ci lavora, chi assume, chi lavora la mattina presto o la sera tardi oppure durante la notte: quindi riduzione dei contributi, semplificazione, esonero delle ore supplementari sono tutte misure importanti per quelli che sono qua», spiega Macron davanti ad alcuni cronisti e ai tanti proprietari commercianti nel settore agroalimentare, uno dei più importanti in Francia storicamente. Basta enfant prodige e dentro con l’etichetta del presidente con al centro il lavoro: questa mutazione Macron intende applicarla per questi ultimi giorni dopo aver visto di essere sceso nei sondaggi, anche se di poco. E via al valzer delle promesse: «fin da quest’estate mi sono impegnato a fare degli Stati generali dell’alimentazione: metteremo intorno a un tavolo produttori, trasformatori, distributori, artigiani per vedere filiera per filiera come viene condiviso il valore aggiunto e come si costruisce il prezzo». Basterà per raggiunte il ballottaggio, dove poi i sondaggi lo vedrebbero saldamente in vantaggio contro qualsiasi candidato gli si presentasse contro? (aggiornamento di Niccolò Magnani)
Marine Le Pen si dice sicura: se dovesse vincere le Elezioni Francia 2017 convocherebbe subito un referendum sull’Europa e l’Euro in tutto il Paese. «Dobbiamo uscire dalla Ue, ma intanto sono l’unica a chiedere il parere dei cittadini sull’Unione europea, attraverso un referendum. Una volta eletta, avvierò immediatamente le trattative e chiederò una riunione dei capi di Stato, senza le istanze comunitarie». Lo spiega bene nell’intervista a Le Figaro e Repubblica la candidata del Front National: a pochi giorni dal primo turno, i sondaggi la vedono ancora al secondo posto e con buone chances di approdare al ballottaggio. I pensionati francesi in questi ultimi giorni hanno manifestato molti dubbi e tiri rispetto alla proposta di Marine Le Pen: in tanti voterebbero Front National ma hanno paura di perdere i risparmi qualora si uscisse davvero dall’Europa. A tale quesito, replica diretta Marine Le Pen, battagliera fino alla fine nonostante il clima di forte tensione contro il suo comitato elettorale; «l’uscita dall’euro non avrà nessuna conseguenza sui loro risparmi. Anzi, il grosso pericolo per loro è la situazione attuale, con l’unione bancaria legata all’euro che, in caso di crisi finanziaria, impone di attingere ai risparmi delle famiglie», risponde la candidata all’Eliseo, che poi conclude «la grande maggioranza dei francesi sono convinti che l’euro sia una palla al piede. Riottenere una moneta nazionale adattata creerà milioni di posti di lavoro e ci restituirà la libertà». (aggiornamento di Niccolò Magnani)