Dopo la lunga intervista tenuta sulla prima pagina di Avvenire a Beppe Grillo e la conseguente “spiegazione” del direttore Marco Tarquinio ai colleghi del Corriere rispetto ad uno spazio così enorme dato al fondatore e leader M5s, il web, la politica e lo stesso giornalismo si sono interrogati sul rapporto tra grillini e cattolici alle porte di una lunga campagna elettorale verso le urne nel 2018. In molti hanno lamentato, dopo le parole positive di Avvenire sulla scelta di Luigi Di Maio di sostenere la campagna per il giorno “libero” dal lavoro alla domenica, un eccessivo “endorsement” ai Cinque Stelle dal giornale della Cei, temendo una nuova “ondata” di accordi e appoggi come ai tempi della Dc. Selezionando tre lettere interessanti pervenute alla redazione di Avvenire, il direttore Tarquinio ha deciso oggi di rispondere con una lunga “difesa” d’ufficio della propria scelta di intervistare il leader Grillo (tra l’altro con alcuni passaggi in cui il leader M5s è stato messo in difficoltà dalle insistenti domande dei cronisti di Avvenire). « Non ho mai parlato a nome del mondo cattolico perché non lo faccio mai perché non voglio farlo e non ritengo giusto farlo. “Avvenire” – fedele alla sua dichiarata ispirazione cattolica – è al servizio della libertà dei lettori», scrive Tarquinio affermando anche come «non sono portavoce di un grillo parlante, dialogare non vuol dire sponsorizzare, ma prendere sul serio. Tutti però dovrebbero essere ben consapevoli del fatto non il direttore di “Avvenire”, ma la Chiesa italiana è attenta a tutte le forze politiche che si impegnano per il bene comune». Un servizio per “cooperare” a quel “bene comune” che da Avvenire fino al Vaticano stesso guarda con interesse alla politica intera, con la speranza che qualcosa davvero possa cambiare in questi anni di lunga crisi istituzionale.
Nella seconda parte della risposta di Marco Tarquinio alle varie critiche ricevute dopo l’intervista a Beppe Grillo sul suo giornale, il giornalista ricorda come non sia un appiattimento sulle tesi grilline quanto emerge né dal dialogo con Grillo e neanche dall’intervista di Tarquinio sul Corriere. «Resta però un forte punto che distanza ancora ed è fondamentale, non riesco a capire come possano portare fino alle estreme conseguenze il loro concetto di libertà su temi eticamente sensibili come quello del fine vita e dell’eutanasia»; Tarquinio insiste, sia nei confronti del M5s che di tutti gli altri partiti, nel chiedere un’analisi seria e urgente su come e dove ricominciare per una politica degna e pensante. «Davvero la Rete conta ormai più del Parlamento? Non voglio crederci. E penso che nessuno sia escluso dalla responsabilità e dalla fatica di smontare l’inerzia dell’individualismo assoluto e del dissenso totale che minaccia le basi della nostra democrazia e la stessa qualità umana della nostra società», scrive ancora il direttore di Avvenire, concludendo che nemmeno Beppe Grillo è esente da questo forte richiamo di responsabilità.