Caro direttore,
e se dietro l’intervista di Avvenire a Beppe Grillo e la contemporanea (quanto insolita) uscita di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, sul Corriere della Sera si nascondesse semplicemente la lotta per la direzione del quotidiano della Cei?
Come molti organi di stampa hanno ricordato, tra circa un mese mons. Bagnasco lascerà la presidenza della Conferenza episcopale italiana e con essa anche la poltrona di editore di Avvenire, con possibili ripercussioni sull’intero assetto direttivo del quotidiano.
C’è da immaginare che tutto ciò abbia, comprensibilmente, creato qualche fibrillazione, tanto da consigliare l’attuale direttore a portarsi avanti con il lavoro, dando voce ad una nuova sensibilità che si sta facendo strada anche nella curia e che forse Tarquinio interpreta come possibile “vincente”.
Ciò che è certo è che niente, soprattutto nel giornalismo, avviene a caso. Tanto meno in certi autorevoli ambiti.
Ecco che il combinato disposto della paginata riservata da Avvenire a Grillo, della contemporanea intervista rilasciate dal direttore Tarquinio al Corriere della Sera e della conseguente presa di distanza di Famiglia Cristiana da un possibile avvicinamento della Curia romana al movimento grillino, sembra logicamente indirizzare verso una ipotesi di “vertenza” interna piuttosto che di una vera e propria apertura politica della Chiesa italiana a Grillo.
Del resto le recentissime e preoccupate parole destinate da mons. Bagnasco alla latente ma inesorabile ascesa di un sentimento populista nella società italiana (e quindi forse anche nella Curia come parte pregnante della comunità nazionale) cozzano — non poco — con la sorta di “sdoganamento” politico (così è stata definita da molti organi di stampa l’intervista a Grillo) offerto da Avvenire al movimento simbolo del populismo (di sinistra) in Italia.
Se il buon giorno si vede dal mattino, il mese che ci separa dalla elezione del nuovo presidente della Cei si annuncia alquanto interessante.