Ma è proprio da prendere in considerazione la stoccata che The Donald ha rifilato al pallido ed esangue Gentiloni sull’ammontare del nostro contributo alla Nato? E’ vero cioè che l’Italia non fa la sua parte e soprattutto che si prepara a raddoppiare quasi le spese del settore bellico per non essere tagliata fuori dai benefici dell’alleanza? Ed è vero altresì che l’argomento pesa sull’aiuto che gli Usa intendono profondere in Libia?
La spesa per la Difesa nel 2016 in Italia è aumentata del 10,63% rispetto all’anno precedente e si è attestata sull’1,11% del Pil; nel 2015 la spesa era stata pari al’1,01%. Questo dato, contenuto nel Rapporto annuale dell’Alleanza presentato ieri dal segretario generale Jens Stoltenberg, parla chiaro. Analisi Difesa ha opportunamente richiamato il fatto che “la spesa militare in Italia è stata di 22,146 miliardi di dollari (circa 20,7 mld di euro). Quello del 2016 è il primo aumento della spesa da oltre un decennio”.
Dei 23 paesi che hanno aumentato la spesa militare dedicata all’Alleanza atlantica, “solo cinque rispettano o superano l’obiettivo di dedicare alla difesa almeno il 2% del Pil: Usa (3,61%, pari a 664 mld di dollari), Grecia (2,36%, 4,6 mld), Estonia (2,18%, mezzo mld), Regno Unito (2,17%, 56,8 mld) e Polonia (2,01%, 12,7 mld)”.
Il bilancio della Difesa dell’Italia però è particolare, a causa dell’articolazione delle sue voci di spesa. I soldi destinati a Carabinieri, voli di stato e rifornimenti alle isole, pensioni provvisorie del personale in ausiliaria, sono contabilizzate a parte rispetto alle spese per le Forze armate (la funzione Difesa che ci interessa). Per non parlare di altre voci esterne al bilancio: fondi stanziati per le missioni estere e fondi del ministero dello Sviluppo economico destinati a programmi di armamento.
Rimandiamo al recente servizio di Analisi Difesa per ulteriori informazioni più dettagliate. “Ne risulta che “il ‘vero’ bilancio delle Forze Armate nel 2017 è di 17,3 miliardi e resta pari a circa l’1% del Pil, la metà di quanto chiede la Nato”.
Stando così le cose Trump ha ragione da vendere ed è verosimile che Gentiloni, che questi numeri li conosce, abbia accusato il colpo promettendo maggiore impegno.
Cosa ne pensi dell’argomento, poi, il duo Renzi-Lotti diviso tra l’esaltazione del pacifismo scout e la necessità di mantenere buoni rapporti con le grandi aziende produttrici di sistemi d’arma prima ancora che con gli alleati, è un’altra storia.