Dopo il richiamo di Mattarella sulla legge elettorale sbuca fuori un nuovo sistema, neutro di genere come tutti gli altri: il Provincellum, collegi uninominali su base proporzionale, premio alla lista e soglie di sbarramento armonizzate tra Camera e Senato, però ritoccate verso l’alto. Una proposta che dura solo qualche ora, perché Renzi la boccia in tv, registrando Porta a Porta: “Questo sistema giova a chi non ha un voto. A chi non ha la possibilità di tornare in Parlamento senza un colpo di fortuna”. Peccato che la proposta sia del Pd. Ancora Renzi: “Facciano la legge elettorale che vogliono ma ci deve essere un sistema chiaro, per cui se io voto Renzi so che eleggo Renzi”. Ma quel “facciano” convince ancor meno del Provincellum, perché Renzi fa finta di non essere il prossimo segretario del partito di maggioranza relativa, al quale spetta il compito di costruire una legge elettorale seria. Si torna dunque da capo, con il M5s che sfida ossessivamente Renzi a votare il Legalicum. Secondo Piero Sansonetti, direttore de Il Dubbio, i tre poli “si convinceranno per una legge che permette le coalizioni”. Con due varianti possibili, una delle quali potrebbe essere inedita. Ma molto dipenderà dalle primarie Pd previste per domenica.
Sansonetti, Mattarella è molto preoccupato.
Sicuramente il suo intervento è stato una pressione su Renzi. Anche perché il capo dello stato non può rivolgersi a chissà chi, deve rivolgersi al Pd. Che l’iniziativa spetti al Partito democratico mi pare indiscutibile.
“Non si possono escludere larghe intese se ci sarà il proporzionale”, ha detto Renzi. E’ la “madre di tutte le accozzaglie” accusata da M5s, quella che secondo Orlando finirebbe per regalare Grillo oltre il 50 per cento dei voti.
Non credo. Renzi voleva una legge maggioritaria che avrebbe dato all’Italia un governo. Quella legge consentiva ad una minoranza di elettori di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Tutti gli altri, da Berlusconi a una parte del Pd, si sono opposti dicendo che era una legge autoritaria e che bisognava fare una legge proporzionale.
Un momento. La legge di Renzi è stata bocciata dagli italiani insieme alla riforma costituzionale voluta dal segretario del Pd. L’hanno bocciata perché il “combinato disposto” in salsa renziana non li ha convinti. E la Consulta ha dato loro ragione.
Benissimo, ora però chi si è opposto all’Italicum non può dire di non volere l’accordo: o la turlupinatura o l’accordo. Una legge elettorale proporzionale prevede le alleanze, soprattutto in una situazione politica in cui ci sono tre poli tutti e tre alternativi e nessuno dei tre avrà la maggioranza assoluta.
Quindi?
Due di questi tre poli si devono alleare, non c’è niente da fare. Si può anche prendere la logica e farla a pezzettini, ma in due devono allearsi per governare.
E Grillo?
Se Grillo è disponibile ad allearsi con Renzi o con Berlusconi, il gioco politico è aperto. Se invece non vuole allearsi con nessuno, l’alternativa è tra un’alleanza centrosinistra-centrodestra e l’anarchia. Non c’è un’altra soluzione.
Che scenario vede?
Io penso che alla fine si convinceranno per una legge che permette le coalizioni. E tuttavia nemmeno una legge così assicura la maggioranza, perché nessuna delle due coalizioni potrebbe raggiungere il 40 per cento.
Con questo sistema, chi non ci sta…
Chi non ci sta si mette nei panni dell’irresponsabile.
M5s è irresponsabile?
Se non si propone per un accordo, sì. O si propone per un accordo, oppure di fatto chiede che governino gli altri. Ma c’è la possibilità, che M5s non può non prendere in considerazione, di una maggioranza 5 Stelle-Lega definita sulla base di un accordo oggettivamente più omogeneo di altri e che io definisco di estrema destra. Non griderei allo scandalo.
Perché no?
Se fanno un accordo e hanno la maggioranza, governino. Non vedo scandalo in un accordo centrista, perché dovrei vederlo in questo caso.
L’esito del primo turno delle presidenziali francesi rintuzza la leadership di Berlusconi e rafforza Salvini e Meloni?
Sì. Ma dentro il Front national che si candida a guidare la Francia non c’è solo il duo Salvini-Meloni, c’è di più. C’è anche una buona fetta di Grillo.
La manovra d’autunno, sulla quale non si può più bluffare, tiene sulle spine il governo. Renzi, sulla spinta della vittoria alle primarie, dirà a Gentiloni di stare sereno, ma lavorerà per mandarlo a casa.
Dipende da come vanno le primarie di domenica. Renzi deve vincerle bene, deve cioè avere un risultato superiore al 60 per cento. Se si ferma sotto il 60 è come se le avesse perse. Bisogna poi vedere come le vince.
E’ il fantasma dell’affluenza. Renzi ha detto che gli elettori saranno più di un milione.
E’ stato lui a dichiarare l’obiettivo. Fra 1 e 2 milioni di votanti Renzi non stravince né straperde le primarie. Se le vince con 2-3 milioni di elettori, può tentare di andare al voto anticipato, se le vince sotto al milione di votanti si riapre tutta la partita: diventa segretario, ma segretario dimezzato.
(Federico Ferraù)