Lui ci crede, le settimane alle urne per le Elezioni Francia 2017 sono diventate tre ma l’utopica speranza di Francois Fillon rischia di oscurare i dati reali: a 20 giorni dal voto e con 10 punti staccato da Macron e Le Pen, il primo turno per il candidato gollista sotto assedio di giudici e partito, viene ritenuto di possibile rimonta. «Nulla è ancora deciso, in tre settimane può cambiare tutto: ci sono un 40% di indecisi da convincere», spiega Fillon in una intervista al quotidiano Le Figaro. Il possibile iter per riuscirsi è una copia (che lui spera non essere sbiadita) rispetto allo schema vincente delle scorse primarie tra i Repubblicani: ultimi giorni pre-voto con comizi e opuscoli per convincere il popolo della destra moderata che Macron è un “Hollande mascherato” e La Pen è invece il male che porterà la Francia alla distruzione fuori dall’Europa. Se sarà utopia o speranza reale i prossimi giorni lo diranno ma intanto Fillon prepara il rischio finale…
È sempre più un Marine Le Pen contro tutti nelle elezioni in Francia del prossimo 23 aprile: in un comizio ieri a Bordeaux la leader del Front National, si è confermata il personaggio cardine dell’intera campagna elettorale. O a favore o contro, i suoi avversar sono tutti impegnati nel conquistarsi la fiducia dell’elettorato francese anti-lepenista, quasi più di presentare i loro stessi programmi. Il motivo? Eccolo, ad esempio: «Euro è un coltello piantato nelle nostre costole, per farci andare là dove non vogliamo andare». Ma non solo, appello anche al popolo moderato di destra con un’intimazione piuttosto netta: «non fatevi ingannare da Francois Fillon. lui è stato premier per 5 anni e non ha fatto niente. Nulla lo divide da Macron, per il quale, mano nella mano con Valls, chiederà di votare al ballottaggio». Su fronte Europa invece la sua proposta rimane la medesima, ovvero far uscire al più presto la Francia dopo le elezioni dalla Zona Euro; «Paese afflitto da una profonda crisi di identità e della sicurezza, sarebbe minacciato dal magma post-nazionale», annuncia la Le Pen nel momento in cui non dovesse vincere lei nella corsa all’Eliseo. Chiusura a 360° della leader xenofoba e anti-Ue: «Non vogliamo una Francia aperta a tutti i flussi umani, finanziari, commerciali, senza controlli, senza protezione e senza frontiere».
È ormai fuori dai giochi per le elezioni in Francia e dunque prova a rilanciare in extremis un tema caro alla sinistra “dura e pura” per provare a raccogliere qualche consenso in più, dentro ad un partito che ormai lo ha scaricato per il “voto utile” che invece verrà dato a Macron. Si chiama Benoit Hamon ed è il candidato ufficiale del Partito Socialista, che dopo il governo uscente di Hollande vede il rischio tracollo alle prossime Presidenziali; il tema da rilanciare è quella della legalizzazione e liberalizzazione della cannabis e della marijuana. Teatro della proposta l’intervista di Hamon a Le Parisien: «Prima di tutto non si tratta di legalizzare la marijuana per i minorenni. È una questione molto importante, perché nonostante i divieti, sempre più giovani utilizzano le droghe e ne sono dipendenti». Per Hamon, ormai scaricato dagli stessi socialisti, la questione delle droghe leggere prende dentro argomenti molto più vasti e importanti, da non sottovalutare; «Ci sono morti legate al traffico illecito, ci sono quartieri sotto il controllo degli spacciatori, e sempre più giovani che fanno uso di marijuana, senza la possibilità di sapere che tipo di marijuana consumano». Il discorso verte poi sulla proposta vera e propria del Ps: «è necessario un posto dove venga controllato il prodotto consumabile e dove venga garantito un servizio di assistenza sanitaria».