Se si andasse oggi alle urne, secondo gli ultimi sondaggi elettorali politici, il Movimento 5 Stelle sarebbe in vantaggio di due punti percentuali sul Partito Democratico. In base ai dati della rilevazione dell’Istituto Ixè per il programma Agorà di Rai 3 sarebbe infatti questo il distacco tra i primi due partiti. Il campione di elettori intervistati ha infatti risposto, per il 28,4%, che assegnerebbe la propria preferenza al M5s: Il Pd raccoglierebbe invece il 26,5% delle intenzioni di voto. Il Pd deve fare anche i conti, non solo con il vantaggio del M5s, ma anche con la scissione della sinistra interna e i consensi che riceverebbero le nuove formazioni politiche nate nelle ultime settimane. Il nuovo Movimento Democratici e Progressisti, secondo questi sondaggi elettorali politici, raccoglierebbe il 4,6% delle preferenze degli italiani. Per quanto riguarda poi gli altri partiti di sinistra ecco quali sarebbero le intenzioni di voto degli italiani: Sinistra Italiana/SEL 2,4%, altri partiti di sinistra 2,3%. I partiti di centrodestra farebbero invece registrare le seguenti percentuali di intenzioni di voto: Forza Italia 12,8%, Nuovo Centrodestra 2,6%, UDC – Unione di Centro 0,5%, Fratelli d’Italia – AN 4,7%, Lega Nord 12,4%. Infine il restante 2,8% andrebbe ad altri partiti. (aggiornamento di Stefania La Malfa)
Se il centrodestra fosse un fronte compatto, vincerebbe le elezioni se si votasse subito: è questo il risultato dell’ultimo sondaggio politico elettorale di Euromedia Research. Lo ha pubblicato Renato Brunetta su Twitter. Secondo l’istituto demoscopico di Alessandra Ghisleri, né il Pd né il M5s arriverebbero al 30%, ma Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia unendosi in un’unica lista vincerebbero raccogliendo il 33,1%. Una manciata di punti in più rispetto al Movimento 5 Stelle, a cui è attribuito invece il 27,5%. Sicuramente avanti al Partito democratico, che sarebbe crollato secondo questo sondaggio al 26,1%. Una formazione di questo tipo, però, appare utopistica, da catalogare nella “fantapolitica”, nonostante Silvio Berlusconi sia apparso possibilista in tal senso nei giorni scorsi. Nello specifico Forza Italia si pone davanti alla Lega di due punti: 13,2% contro 11,2%. Fratelli d’Italia, invece, sarebbe al 5%. (agg. di Silvana Palazzo)
Matteo Renzi è ancora in pole position, secondo i risultati degli ultimi sondaggi elettorali politici, per le Primarie Pd. Il voto per eleggere il nuovo segretario del Partito Democratico è in programma il prossimo 30 aprile: gli elettori sono chiamati a votare dalle ore 8 alle ore 20. Le liste per le Primarie Pd dovranno essere presentate entro il prossimo 10 aprile ma le tre candidature sono già note. Oltre all’ex segretario ed ex premier Matteo Renzi, che si ricandida alla carica, si sono presentati anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Il prossimo 26 aprile è in programma su Sky un confronto tv fra i tre candidati per la chiusura della campagna elettorale. Ma tutti i sondaggi elettorali politici delle ultime settimane segnalano il netto vantaggio di Matteo Renzi. Anche l’Istituto Ixè, nella sua rilevazione per il programma di Rai 3 Agorà effettuata lo scorso 29 marzo, ha rilevato che Renzi è al primo posto nelle intenzioni di voto degli elettori del Partito Democratico. Il 52% del campione di elettori intervistato ha infatti indicato la propria preferenza per l’ex segretario. Al secondo posto, con il 21% dei consensi, arriverebbe Andrea Orlando mentre Michele Emiliano si fermerebbe all’11%. Infine il 6% degli elettori ha indicato altri candidati e resta un 10% di italiani indeciso sul nome da scegliere come prossimo segretario del Partito Democratico. (aggiornamento di Stefania La Malfa)
Il Partito democratico sta riducendo il gap dal Movimento 5 Stelle: lo sostiene Winpoll nei sondaggi elettorali per il quotidiano Huffington Post. Forza Italia, invece, staccherebbe la Lega Nord. L’istituto veronese sostiene che i dem abbiano recuperato 4 decimi, arrivando così a quota 26%. Di conseguenza, il distacco del M5s è ora di 1.4 punti percentuali e secondo Winpoll sarebbe imputabile anche all’arretramento di un decimo dei pentastellati. Il passo avanti di Forza Italia è controbilanciato, invece, dai passi indietro registrati da Lega Nord e Fratelli d’Italia. Il partito di Silvio Berlusconi è, dunque, la formazione leader del centrodestra, avendo guadagnato due decimi: ora è al 13.2%. In calo il partito di Matteo Salvini, che ha perso 3 decimi e ora ha 2 punti di distacco dai forzisti. Il partito di Giorgia Meloni, invece, ha perso 2 decimi, arretrando così 2 punti di distacco rispetto a Forza Italia. (agg. di Silvana Palazzo)
Stando ai sondaggi prodotti da Ipsos in questo marzo che si è appena chiuso, la situazione elettorale e politica sulle prossime Elezioni Nazionali vede ancora una scelta primaria per gli italiani intervistati, che non collima esattamente con la direzione che stanno prendendo i maggiori partiti. Per il 48% degli elettori la scelta delle elezioni anticipate, al più presto, resta ancora la migliore, con il 41% che invece si è convinto nei mesi che il voto a scadenza naturale nella primavera 2018 non è poi una ipotesi così scandalosa da accettare. In mezzo vi sta un mare, visto che da un lato Pd, Forza Italia e in fondo anche il M5s si sono convinti che a questo punto meglio una scadenza naturale del Parlamento per poter organizzare al meglio le mosse e i programmi elettorali in vista dell’elezione decisiva per il futuro del Paese; dall’altro, i dissidi e i problemi sono dietro l’angolo per Gentiloni, e ad esempio un Renzi eletto alle Primarie Pd potrebbe spingere per forzare le cose, dando adito anche ai sondaggi della gente che scelte le urne al più presto possibile. In tutto questo, nei sondaggi di Ipsos è stato anche chiesto un giudizio sul progetto di Gentiloni di abbassare le tasse sul lavoro, specie sula effettiva realizzabilità di tale ipotesi. Ci crede solo il 28% degli elettori, mentre il 59% degli intervistati non crede che l’attuale governo riuscirà in pochi mesi ad effettuare la necessaria riduzione delle tasse nell’intero mondo del lavoro.
Stando alle indicazioni delle ultime intenzioni di voto fornite dai sondaggi politici elettorali prodotti da Ema Acqua per La7, il Movimento 5 Stelle nonostante le indagini per diffamazione contro Beppe Grillo e Alessandro Di Battista, nonostante le difficoltà della gestione Roma con Virginia Raggi e nonostante il caos sulla nomina del candidato sindaco a Genova, continua a crescere nei consensi. Ad oggi è il primo partito d’Italia e alle elezioni Nazionali prenderebbe 199 seggi: inutile dire che non bastano alla Camera per poter governare. Per questo motivo la base M5s sta studiando soluzioni fattibili da attuare e presentare alla rete Rousseau nei prossimi mesi: intanto però la condizione delle altre forze politiche non è certo migliore, anzi. Pd ad oggi piglia 182 seggi, la Lega Nord 77, Forza Italia 79 e Fratelli d’Italia solo 32. Ancora meno Mdp (26 seggi), Alternativa Popolare (22) e Sinistra Italia (addirittura solo 1 seggio conquistato). Le stime prevedono l’attualizzarsi della legge elettorale vigente, evidente dunque che qualche cambio o modifica dovrà avvenire nei mesi post-primarie Pd e post-amministrative (con Parlamento libero anche dai decreti sul Def e le ultime riforme), onde ritrovarsi nella prossima primavera con una situazione di completa, o quasi, instabilità governativa.