Si avvicina la data delle Elezioni in Francia 2017 e continuano a restare alti i toni della campagna elettorale. Il candidato conservatore alla carica di presidente della Repubblica francese, Francois Fillon, ha subito ieri un attacco mentre si trovava a Strasburgo per un convegno. Su Fillon è stata lanciata della farina e il candidato all’Eliseo di è ritrovato ricoperto dalla polvere bianca. Secondo quanto riportato da Rainews.it, a lanciare la farina contro Fillon è stato un ragazzo che indossava una maglietta bianca: il giovane, al passaggio del candidato alle Elezioni in Francia 2017, si è avvicinato ed gli ha rovesciato addosso il sacchetto che aveva portato con sé. Dopo l’attacco con la farina a Fillon sono subito sono intervenuti gli uomini della sicurezza. Francois Fillon, durante la campagna elettorale, ha dovuto rispondere alle polemiche che sono nate dopo la rivelazione sui presunti impieghi fittizi della moglie Penelope: i due sono attualmente indagati. Attacchi con la farina in passato in Francia hanno preso di mira anche il candidato alle primarie socialiste Manuel Valls (dicembre 2016) e l’attuale presidente francese Francois Hollande (febbraio 2012).



«Alle Elezioni in Francia vincerà Macron, ma mi asterrò allegramente»: così Michel Houellebecq, uscito nelle librerie nel periodo dell’attacco di Charlie Hebdo con il suo “Sottomissione” anticipando in pratica il biennio di attacchi terroristici di matrice islamista nell’Europa e soprattutto nella sua Francia. Torna ora sulla scena, quantomeno italiana, con una intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui fa un tratteggio della situazione elettorale e sociale francese, sotto la sua personalissima visione da “grillino” post-moderno. Già, perché Houellebecq è in fondo un prosecutore dell’idea di “democrazia diretta” agli estremi: «Il sistema politico non funziona più, Macron sarà il presidente centrista di un Paese mai così a destra. Io non voglio essere rappresentato. Voglio essere consultato, di continuo, su ogni argomento. Auspico la democrazia diretta. In testa al primo turno arriveranno Emmanuel Macron e Marine Le Pen, e al ballottaggio vincerà Macron», risponde un distaccato (dagli attuali candidati) Michel Houellebecq. Secondo lo scrittore anche in queste elezioni francesi si sono utilizzate parole improprie e fuorvianti, «La parola populismo è stata inventata, o meglio recuperata, perché non era più possibile accusare di fascismo certi partiti, sarebbe stato troppo falso. Allora è stato trovato un nuovo insulto, populista. Sì, penso di essere populista. Voglio che il popolo decida su tutti gli argomenti. Non credo che le persone siano irresponsabili». Insomma un lepenista che vede però nella prova di Marine Le Pen una dimensione ancora troppo poco “populista” e dunque non votabile; «Marine Le Pen parla del referendum per uscire dall’Unione Europea, cioè un tema che è lei a sottoporre ai cittadini. La democrazia diretta significa un’altra cosa: sono i cittadini a proporre dei progetti di legge da approvare tramite referendum», chiude l’intellettuale sul CorSera. (aggiornamento di Niccolò Magnani)



Una domanda che fino a poco tempo fa poteva sembrare un’assoluta bufala verso le Elezioni Francia: Jean-Luc Melenchon, leader di estrema sinistra, sembrava il “primo” degli ultimi, ovvero di tutti quei candidati condannati a vivere ai margini della campagna elettorale. I “4 colossi” (Le Pen, Macron, Hamon e Fillon) parevano imbattibili. Già, parevano. Questo per svariati motivi, dalla crisi forte dei partiti classici e dalle inchieste giudiziarie spuntate durante la campagna, hanno portato in sostanza il candidato di “Francia indomita” a rappresentare prima un’alternativa che minava la posizione di leadership nella sinistra al vincitore delle primarie socialista, e ora una seria possibilità di superamento anche per Fillon, leader gollista in crisi tra l’abbandono di mezzo partito e le tante inchieste a carico. Dopo il buonissimo risultato nel dibattito televisivo di due giorni fa, Melenchon ora punta dritto all’impossibile sorpasso di uno dei primi due in corsa, qualificandosi così per il ballottaggio tanto assurdo quanto insperato fino a qualche giorno fa. Conquistati gran parte dei voti dei socialisti “non convinti” dalla proposta di Macron, ora è proprio dal candidato di En Marche! che Melenchon vuole “prelevare” altri voti prima del 23 aprile. Della serie, “non succede, ma se succede…”. (aggiornamento di Niccolò Magnani)

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