Mancano tre settimane alle Primarie Pd 2017 e la campagna elettorale per la carica di nuovo segretario del Partito Democratico è in fermento. Il voto è in programma domenica 30 aprile e in vista dell’appuntamento il segretario del Pd di Bologna, Francesco Critelli, come riportato dal Corriere della Sera, ha proposto di organizzare un confronto fra i tre candidati, l’ex segretario ed ex premier Matteo Renzi, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Mentre Orlando ed Emiliano, nonostante l’incidente nel quale si è rotto un tendine ballando, hanno già accettato, deve essere ancora verificata la disponibilità di Renzi. Intanto l’ex segretario Pd questa sera sarà proprio a Bologna dove parteciperà alla cena all’Unipol di Casalecchio per festeggiare la vittoria al congresso di circolo. Per quanto riguarda il confronto con gli altri due candidati alle Primarie Pd, le intenzioni di Matteo Renzi, come reso noto dal suo entourage, sarebbero in realtà quelle di prendere parte solo al dibattito tv in programma su Sky il prossimo 26 aprile: vedremo se nelle prossime ore l’ex segretario del Partito Democratico deciderà di confrontarsi con gli sfidanti anche a Bologna.
Un Renzi di lotta e un Renzi di governo: questo in una sola giornata per il primo candidato alle Primarie Pd e favorito alla sfida finale del 30 aprile. La mezza crisi di governo aperta e chiusa dalla cacciata di Salvatore Torrisi (Ap) dal suo segretario Alfano proprio per aver voluto rimanere in carica alla Commissione Affari Costituzionali come presidente – dopo l’elezione-beffa di parte della maggioranza (forse Mdp e anti-renziani del Pd) per mettere in difficoltà il candidato disegnato renziano Pagliaro – è chiusa. Il possibile scontro Renzi-Gentiloni c’è stato a distanza, questo non va negato, con l’ex premier furibondo per una gestione politica includente e fallimentare nella Commissione dove passerà la legge elettorale, mica l’ultima delle riforme; una “lotta” che poi è stata chiusa con il “governo” ieri sera nell’incontro con i Parlamentari della mozione Renzi in vista della Campagna Elettorale pre-Primarie Pd. «Non si può tornare al linguaggio della prima Repubblica. La parola crisi di governo non la vogliamo sentire pronunciare». Tutto chiuso dunque, anche se le avvisaglie di una resa dei conti interna da giocarsi tutta il giorno dopo l’elezione al Congresso ci sono tutte; Renzi prosegue «Il lavoro del governo va difeso e incoraggiato», ma poi punta dritto contro parte del suo Pd, «Noi abbiamo fatto proposte e ci hanno detto di no. Questo fronte del no che ora è maggioranza ci farà proposte sulla legge elettorale». Ha ammesso poi come il “boccone” sia stato assai amaro, «Non voglio sottovalutare quello che è un atto di scorrettezza istituzionale e politica; la vicenda della prima Commissione è grave e avrà conseguenze. E’ improbabile chiedere che si rivoti». Intanto Renzi garantisce che bisogna pensare a mantenere questo governo e lasciare perdere ogni idea di elezioni anticipate. Insomma, Renzi rilancia e prosegue, apparentemente non volendo occuparsi di affari “piccoli” interni al Parlamento ma puntando dritto a riconquistassi il Partito Democratico; forse proprio per non avere più di questi problemi in futuro, dovesse vincere, con una profonda spaccatura interna non convinta dalla sua leadership. (aggiornamento di Niccolò Magnani)
Tra i principali sponsor di Andrea Orlando per le prossime Primarie Pd 2017, Monica Cirinnà torna alla carica contro il suo ex segretario, in una lunga intervista a Radio Cusano Campus nell’intervista della mattina con il collega Roberto Arduini. «Sto con Orlando e non con Renzi per la segretaria dem»: i motivi? Semplici, per la firmataria della legge sui diritti civili, la gestione del Pd in questi ultimi tre anni è praticamente un totale fallimento. «Per costruire una forza inclusiva ci vuole una persona cauta, misurata, che sappia ascoltare, che abbia voglia di impegnarsi davvero contro le disuguaglianze, culturali, sociali ed economiche». Secondo la Cirinnà dunque Renzi è stato un “pessimo segretario, anche se un buon premier”: «o noi torniamo ad essere un partito che ascolta e propone situazioni a partire dalle persone più disagiate, o continueremo a perdere voti», lancia la senatrice Pd, ora sponsor Andrea Orlando alla prossime Segreteria Pd. Non lesina qualche attacco anche allo stesso ruolo dell’ex premier a Palazzo Chigi, confermando la bontà della gestione generale ma rivendicando le battaglie di molte riforme effettuate, per prima ovviamente la “sua”: «Renzi è stato un bravo Presidente del Consiglio, ma da fuori la gente deve sapere che molto lavoro si fa anche nelle commissioni e nei gruppi parlamentari. Io sono stata inchiodata due anni in commissione giustizia a fare battaglia sulle unioni civili», chiude Monica Cirinnà nell’intervista a Radio Cusano Campus. (aggiornamento di Niccolò Magnani)