È bufera totale su Debora Serracchiani, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia dopo il commento ufficiale lasciato dopo il caso di stupro a Trieste dello scorso 9 maggio: «La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese». Il comunicato pubblicato dal sito della Regione diventa in poche ore un caso politico degno di nota, anche se scoppiato due giorni dopo il comunicato datato 10 maggio: la Serracchiani, esponente del Pd di ala renziana, prosegue commentando il caso della ragazza 17enne stuprata (così pare dalle prime indagini e dalle accuse) da un profugo iracheno 25enne richiedente asilo. «In casi come questi – continuava il comunicato stampa di Serracchiani – riesco a capire il senso di rigetto che si può provare verso individui che commettono crimini così sordidi». Prosegue e conclude ancora il Governatore Friuli, non immaginando forse l’eco che di lì a poco avrebbero preso le sue parole, definite da quasi tutte le forze politiche “peggiori del peggior leghista”, come si legge sui social in queste ore.
«Sono convinta che l’obbligo dell’accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di giustizia, da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza. Per quanto mi riguarda, gesti come questo devono prevedere l’espulsione dal nostro Paese, ovviamente dopo assolta la pena. Se c’è un problema di legislazione carente in merito bisogna rimediare», si chiude il comunicato ufficiale. Un’uscita certamente poco felice, con larga parte della maggioranza che ora attacca la dem per le frasi “ingiuriose e criminali”, si legge ancora nei primi commenti al post della Serracchiani.
Addirittura scende in campo Roberto Saviano che in un colpo solo se la prende con la Governatrice e la Lega Nord: «Salvini saluta l’ingresso di Serracchiani nella Lega. Spero la candidi lui: se lo fa ancora il Pd, vuol dire che il Pd è diventato la Lega». Uno stupro più grave se compiuto da chi richiede il permesso di stare nel nostro Paese: davanti a questa provocazione, scegliamo di riportarvi uno dei pochi commenti controcorrente usciti in queste ore, che reputiamo forse di maggiore interesse e spunto per eventuali approfondimenti.
– È Vittorio Sgarbi a commentare in maniera un-conventional, come spesso gli accade, il caso scoppiato in poche ore contro Debora Serracchiani, Governatore del Friuli, rea di aver commentato in maniera molto poco felice il caso dello stupro di Trieste compiuto ai danni di una minorenne su un treno e poi nella stanne triestina. Per prima cosa il celebre pensatore e critico d’arte, intervistato da Intelligo.news, premette: «Sono convinto che vada perdonata. La frase, che sembra un po’ leghista, accentua l’aggravante di essere extracomunitario rispetto al reato. Il reato è quello che tu fai, prescinde da chi lo compie. Le attenuanti sono un’altra cosa», e precisa subito dopo «l’aggravante è ciò che si compie. Il fatto in sé». Ma il commento che compie Sgarbi fa anche un ulteriore passo in più e ancora non ravvisato in nessuno dei tantissimi attacchi e “sproloqui” contro l’uscita pessima della Serracchiani, e non ha nulla di sfondo politico, bensì a livello logico-razionale: «In realtà è sempre una stupidaggine perché si fa prevalere sul reato chi l’ha compiuto. Non si pone l’accento sull’autore, ma sul fare danno a qualcuno. Le dirò, era più grave se lo faceva un italiano.
L’extracomunitario ha come attenuante la disperazione della sua condizione umana, un triestino non ha nessuna attenuante. Compiere quell’atto per puro sfizio è più grave che farlo per una necessità bestiale». Sempre “border” il buon Sgarbi ma certamente efficace nel far comprendere un punto di vista sulla questione assai interessane e certamente da approfondire, fermo restando il gravissimo reato di stupro (che ancora dovrà essere giudicato ovviamente nel caso del ragazzo iracheno arrestato, ndr).