Si ricomincia dall’Italicum bis: il 29 maggio andrà alla Camera il testo elaborato dal presidente della commissione Affari istituzionali Andrea Mazziotti (Civici e innovatori, ex Scelta civica), una proposta che estende al Senato l’Italicum come corretto dalla Corte costituzionale.
Ieri il Pd ha fatto l’ultimo tentativo di proporre una nuova versione del Mattarellum, il sistema caro a Renzi perché contiene la parte di maggioritario necessaria a garantire la “governabilità”. La proposta, una sorta di sistema tedesco all’italiana, prevedeva il 50 per cento di sistema proporzionale e il 50 di maggioritario, ma è stata respinta da Berlusconi, che ha detto no a correttivi maggioritari e alle preferenze e ha optato per un proporzionale puro. In questo modo il leader di Forza Italia rimarca la distanza dal Pd, isola Salvini (dato che il proporzionale induce le forze ad una coalizione e in quella con FI la Lega salviniana sarebbe minoritaria) e incontra, di fatto, il Movimento 5 Stelle.
Sì, perché a parte il nome l’Italicum bis è nella sostanza il cosiddetto Legalicum con il quale M5s ha sempre detto di voler tornare al voto. Non solo: il nuovo testo base ha il vantaggio di essere “l’operazione minimale chiesta dal capo dello Stato”, spiega Luciano Ghelfi (Tg2), quella di dare omogeneità alle leggi elettorali di Camera e Senato. “Il Pd si tiene le mani libere — spiega Ghelfi — ma al momento questa appare come l’unica strada percorribile”.
Come si arriva all’Italicum bis?
E’ come se il presidente della commissione Affari istituzionali avesse detto: una possibilità di intesa più ampia, su una legge elettorale nuova, strutturata, non c’è; dunque cominciamo da una soluzione minimale.
Ieri il Pd ha proposto una sistema alla tedesca, metà proporzionale e metà maggioritario. Solo per farsi dire di no e accusare gli altri di volere gli inciuci?
E’ una proposta di bandiera che nasce morta. Politicamente voleva essere un passo avanti perché l’impianto è più proporzionale del Mattarellum, portandone la quota proporzionale dal 25 al 50 per cento, però non va bene a Berlusconi e nemmeno al M5s. E quindi non avrà i voti.
E dunque si va avanti con la proposta depositata da Mazziotti in commissione.
Esatto. E’ più realistica, perché si limita a trasferire sul Senato l’Italicum corretto dalla Consulta.
Come si articola?
Premio di maggioranza alla lista che ottenga almeno il 40 per cento, soglie di sbarramento al 3 per cento, capilista bloccati, preferenze; collegi plurinominali, 100 alla Camera e 50 al Senato, con delega al governo di provvedere, eventualmente accorpando a due a due quelli della Camera.
Ci sono anche dei problemi. Li ha segnalati lo stesso Mazziotti.
Sì, perché il testo prevede un premio nazionale che al Senato non è possibile, dato che la camera alta è eletta su base regionale. Questo è un elemento a forte rischio di incostituzionalità. C’è anche il rischio che ci siano due maggioranza diverse tra Camera e Senato, visto che al momento non si specifica che per ottenere il premio di maggioranza la lista o partito debba raggiungere il 40 per cento contemporaneamente nelle due camere.
Di fatto l’Italicum bis non è il sistema che M5s ha sempre dichiarato di volere?
Sostanzialmente sì. Non solo: e anche l’operazione minimale che il Quirinale ha chiesto.
Cosa significa collegio plurinominale?
Vuol dire che ogni partito fa la propria lista, molto corta e bloccata.
E’ la possibilità per i leader di partito di candidare chi vogliono.
Sì. E questo può piacere a molti.
Sicuramente a Renzi e Berlusconi. Per questo in serata Rosato ha detto: non saremo noi a far saltare il testo base.
Ma poi ha aggiunto che “ogni valutazione sarà fatta durante l’ufficio di presidenza previsto per martedì 19 maggio”. Ovvero, il voto del Pd non è scontato. Tutto questo significa che la trattativa vera sulla legge elettorale comincia oggi. E al momento l’Italicum bis potrebbe essere l’unica strada percorribile.
Il favore di M5s è scontato?
E’ così vicino alla loro proposta che potrebbero proprio dire di sì.
Se con le correzioni necessarie l’Italicum bis diventa legge, il voto si allontana o si avvicina?
Indubbiamente diventa più vicino.
(Federico Ferraù)