-Anche i sondaggi politici captano facilmente come il tema della legge elettorale non appassioni il votante “medio” italiano. Un’indagine realizzata dall’istituto Ixé per Agorà specifica che il 27% crede che andare a votare con il sistema maggioritario o proporzionale sia indifferente, mentre il 19% non sa prendere posizione. Il 46% del corpo elettorale, dunque, è poco affine al maggior argomento di discussione in campo politico degli ultimi giorni, ma cosa ne pensa il resto degli italiani? Il rimanente 54%, chiamato a decidere tra maggioritario e proporzionale, sembra preferire l’ipotesi di un esecutivo che una volta eletto possa governare da solo grazie magari ad un corposo premio di maggioranza. A scegliere questa opzione è il 37% degli intervistati, mentre un ritorno al proporzionale viene visto di buon occhio soltanto dal 17% del campione. (agg. di Dario D’Angelo)



-I sondaggi elettorali sono uno strumento fondamentale per tastare il polso degli italiani, che ai partiti sembrano preferire ormai la figura dei leader politici. Il cosiddetto “uomo solo al comando” può essere una soluzione sempre affascinante (quanto pericolosa), ma analizzando i dati emersi da un’indagine di Ixé per Agorà sulla fiducia nei leader emergono diverse sorprese. Saldamente al comando (con un +1) rispetto a settimana scorsa è sempre il premier Gentiloni, gradito al 33% degli intervistati. Alle sue spalle, fermo a quota 30%, il segretario del Pd, Matteo Renzi. Chi guadagna un punto rispetto a sette giorni fa, passando dal 18 al 19% è Silvio Berlusconi: il leader di Forza Italia, complice forse l’intervista a Panorama rilasciata in settimana, insidia ormai il duo Di Maio-Salvini, distante solo un punto percentuale. Cresce anche Grillo, che dal 16% passa al 17% e aggancia Meloni. (agg. di Dario D’Angelo)



Con gli ultimi sondaggi prodotti dall’istituto Ixè le intenzioni di voto svelano un importante sorpasso, anche se ricondotto sempre nell’alveo del valore statistico e sondaggistico, in attesa di vere indicazioni già nelle prossime Amministrative di giugno. Intanto però va registrato come il Pd dopo la vittoria di Renzi alle Primarie e le ultime proposte di legge ottiene un “piccolo” effetto-Renzi che lo porta a superare dopo mesi il Movimento 5 Stelle: 28,4% vs 28,1%, mentre in Parlamento si inizia la bagarre sulla legge elettorale proprio per provare ad uscire dall’enpasse sulla mancanza di governabilità anche con queste intenzioni di voto. Dietro i primi due partiti nel Paese, la distanza e il divario è netto: Forza Italia e Lega Nord non riescono a superare il 12% (12,8% per Berlusconi, 12,6% per Salvini) mentre Fratelli d’Italia riuscirebbe ad entrare in Parlamento con il 4,4% delle preferenze. Sinistra Italiana (2,4%) e Mdp (2,7) avranno probabilmente bisogno di unirsi per evitare lo sbarramento, mentre per Alternativa Popolare (ex Ncd) il 3,1% resta un risultato assai rischioso per accedere alla Camera.



Secondo gli ultimi sondaggi politici prodotti dall’Istituto Piepoli questa mattina, le elezioni in Francia non solo hanno avuto un effetto di “calmante” per il movimento estremista e populista della destra lepenista ma anche una notevole eco per l’Europa intera, come del resto spinto da tutti e due i candidati rivali durante gli ultimi giorni di campagna elettorale. Ebbene, stando ai risultati prodotti dal sondaggio italiano, gli elettori nel nostro Paese reputano la vittoria di Macron un bene e un’azione di rafforzo per l’Europa intera, non certo in una situazione di buona condizione sotto praticamente tutti punti di vista. Il 47% ritiene che i risultati in Francia fanno uscire l’Ue rafforzata; per il 42% invece la Comunità Europa non esce né indebolita né rafforzata, considerando il voto francese come molto più “interno” di quanto si sia ritenuto. Da ultimo, il 6% solamente ritiene la vittoria di Macron indebolente il sistema di unità europea, sposando di fato in pieno l’opera riformista europeista di Emmanuel Macron e bocciando il sogno di Frexit della Le Pen.