Anche guardando i sondaggi elettorali, se dovessimo dire in Italia dove l’elettorato “populista” trova maggiori appoggi, non possiamo fare il caso come in Francia di un unico partito di grande rappresentanza, bensì almeno di due forze politiche che incarnano il fattore “populismo” sui tanti temi scottanti della politica e società italiana. Lega Nord e Movimento 5 Stelle, i due partiti che rappresentano ad oggi il “ellenismo” italiano: nei sondaggi condotti da Index Research si scopre come su uno dei temi più “caldi” l’elettorato “populista” si esprime nettamente spostato verso la Lega Nord. Alla domanda infatti posta dal testo del sondaggio, «Secondo Lei tra Lega e M5S chi rappresenta meglio la battaglia politica: basta profughi e pugno duro con i clandestini?», la risposta in termini numerici ha visto la Lega preferita dal 40,8% degli intervistati, mentre i grillini prenderebbero il 24,6% delle preferenza, con una buona fetta del 28,9% che reputa nessuno dei due leader politici, Salvini e Grillo, in grado di rappresentare una seria proposta sul tema dei migranti e della immigrazione nel nostro Paese. (agg. di Niccolò Magnani)
Non ci sono maggioranze possibili, al momento, tra tutte le combinazioni di alleanze post-voto stando agli ultimi sondaggi politici prodotti da Emg Acqua. Il problema e l’alert ormai è ben chiaro per tutti i partiti che per questo motivo si stanno attivando – con notevoli problemi in itinere – a lavorare sul nuovo testo di legge elettorale. Così infatti, con il Consultellum, ci vogliono i consueti 316 seggi per poter avere la maggioranza alla Camera, ma i singoli partiti in Italia non lo raggiungono nemmeno per sogno, e neanche le coalizioni post-voto sembrano raccogliere i numeri bastevoli. Secondo i sondaggi, neanche la coalizione sovranista “no Euro” tra Lega Nord, M5s e Fratelli d’Italia che pure raccoglie la somma di voti “migliore” riesce ad arrivare alla quota sperata, fermandosi a 304 seggi conquistabili.
Se ci mettiamo poi l’assoluta improbabilità di vedere Salvini e Grillo insieme in coalizione, il gioco è fatto: male il centrodestra ristretto, solo 204 seggi per Berlusconi, Lega e FdI, non benissimo neanche il centrosinistra “semplice” tra Pd e Sinistre (202 seggi) ma resta fermo anche con l’ingresso del partito di Alfano che al momento non porta seggi in più per le intenzioni di voto troppo basse. Larghe Intese ferme a 290 seggi, con il nuovo Nazareno Renzi-Berlusconi che non riuscirebbe a conquistare la maggioranza alla Camera. (agg. di Niccolò Magnani)
-La luna di miele tra i cittadini e la sindaca di Roma, Virginia Raggi, è già finita. Lo confermano gli ultimi sondaggi elettorali e politici, ultimo dei quali quello commissionato all’istituto Scenari Politici-Winpoll da parte de L’Huffington dal quale emerge che più di un romano su due non ha fiducia nell’amministratrice grillina. I numeri in questo senso parlano chiaro: soltanto il 12% degli intervistati, evidentemente lo zoccolo duro dell’elettorato del Movimento 5 stelle nella Capitale, sostiene di avere “molta” fiducia in Virginia Raggi.
Un altro 21% dice di averne “abbastanza”, ma il restante 67% è tutto schierato contro l’esponente di maggore spicco del movimento fondato da Beppe Grillo. Il 38% dei romani, infatti, dice di nutrire “poca” fiducia nei confronti della sindaca, mentre il 29% sembra aver visto abbastanza tanto da dirsi “per nulla” fiducioso rispetto alla Raggi. Virginia riuscirà a ribaltare la tendenza o il suo sarà un lento ma inesorabile declino?
-Il calo di consensi che sta interessando Virginia Raggi a Roma è certamente figlio, tra le altre cose, anche dell’emergenza rifiuti che sta travolgendo la Capitale negli ultimi mesi. La Città Eterna è letteralmente sommersa dai sacchetti dell’immondizia, e mentre prosegue il rimpallo delle responsabilità fra le istituzioni, i sondaggi elettorali politici attestano che i romani non ne possono davvero più della politica.
Alla domanda dell’istituto Scenari Politici-Winpool su chi sia il responsabile di questa situazione, il 21% indica Virginia Raggi come colpevole. Soltanto il 12% attribuisce una precisa responsabilità ad Ignazio Marino, mentre il 18% se la prende ancora con Gianni Alemanno. E il restante 49% dei cittadini della Capitale? Che idea si è fatta al riguardo? La risposta l’avrete intuita: quasi un romano su due pensa sia colpa di tutti e tre e come si suol dire: vox populi, vox Dei.