I sondaggi prodotti ancora sulla scia della cristi che attanaglia l’Italia e più in generale l’Europa evidentemente nel giro di qualche mese dovranno essere ripetuti per vedere, alla luce dei nuovi leader in Europa in Olanda, Francia, forse Germania e Italia nel 2018, se le conclusioni saranno le medesime o meno. Intanto resta diffusa l’opinione, stando anche a questi sondaggi che vi proponiamo stilati da Index Research, secondo cui è la politica ad aver condannato l’Italia all’ultimo posto, fanalino di coda delle potenze europee. Il 58,6% la pensa così, additando alle scelte politiche di questi ultimi anni la colpa pressoché totale della crisi italiana: per l’11,4% sono le tasse ad averci fatto sprofondare, mentre per il 9,9% è la burocrazia a rendere tutto assai più difficile. Con poche percentuali troviamo la criminalità – per il 6,6% il problema italiano – la corruzione, al 3,8%, e gli imprenditori con le loro scelte economiche ed operative, al 2,3%.
I sondaggi prodotti dall’Istituto Ixè mostrano la rinnovata classifica sulla fiducia nei leader politici stilata nelle ultime settimane: mentre cresce la discussione sulla legge elettorale, mentre vengono pubblicati nuovi capitoli sul caso Consip e mentre prosegue la sfida interna al centrodestra per la leadership, crescono i consensi e si abbattono, nascono nuove alleanze e altre si incrinano. La politica si evolve e attende le prossime elezioni per poter virare dopo anni di crisi e instabilità, e intanto gli italiani si “fanno un’idea” su chi poter puntare a livello di fiducia nei palazzi del Parlamento. Ebbene, ancora Paolo Gentiloni è il primo politico per stima e fiducia, con il 33% di fiducia degli elettori intervistati; cresce Matteo Renzi, al 30% come durante il suo governo dove aveva maggiore visibilità, mentre il divario tra i primi due dem con il resto dei politici cresce eccome. Luigi Di Maio al 20%, Grillo al 17% e il terzetto di destra che non sfondano, con Salvini al 20&, Berlusconi al 19% e Meloni al 17%.
Stando agli ultimi sondaggi politici prodotti dall’Istituto Piepoli, la consueta “classifica mensile” sull’operato dei ministri della Repubblica vede una conferma e una netta crescita. Il governo Gentiloni, mentre si appresta ai suoi ultimi mesi prima delle elezioni con le fortissime discussioni sulla legge elettorale, vede presentare dagli stessi elettori il conto sull’operato dei suoi protagonisti principali. Nonostante le molte polemiche sulla Manovra e i fondi che mancano per completare il settore delle riforme renziana, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ottiene il quinto posto nella Classifica TopFive dei ministri con il 51% delle preferenze. Meglio del ministro Mef fa il vice-Renzi nel nuovo corso Pd dopo la vittoria alle Primarie dem, ovvero Maurizio Martina: le sue riforme in campo agricolo e nel settore agro-alimentare continuano a piacere agli elettori che lo premiano con il 54% delle preferenze.
Al terzo posto scende Graziano Delrio, Ministro dei Traporti, “indebolito” dalla grana Alitalia che nell’ultimo mese ha messo a dura prova la tenuta del settore Infrastrutture con la difficile gestione della ex compagnia di bandiera in piena crisi. Sale invece il ministro degli Interni, Marco Minniti, il vero volto nuovo del Governo Gentiloni rispetto al precedente Esecutivo Renzi: per lui il 56% arriva giusto un gradino sotto il primo della lista, il ministro della Cultura Dario Franceschini, ago della bilancia anche all’interno del Partito Democratico, data la sua leadership in AreaDem, la principale corrente interna al centrosinistra di nuovo corso renziano. Come dire, la cultura ancora “paga” in Italia. O quantomeno, “attira” ancora consensi…
È stato chiesto, nei sondaggi politici pubblicati da Index Research per Piazza Pulita, agli elettori di Forza Italia di commentare e scegliere il possibile alleato migliore per Berlusconi in vista di un sistema elettorale come quello attuale che non porta ad una maggioranza stabile dopo le elezioni e dunque costringe i partiti ad eventuali (e improbabili) alleanze per poter raggiungere in numeri limite alla Camera.
Stando ai risultati prodotti, si scopre che l’elettore medio di Forza Italia ancora non intende “sposare” la linea centrista con il nemico-amico Matteo Renzi. Bensì, è Matteo Salvini l’oggetto del “desiderio” elettorale preferito: secondo infatti i sondaggi condotti tra gli elettori e i votanti Berlusconi alle ultime Politiche, il 51,8% sceglierebbe il leader della Lega Nord come possibile alleanze di governo, mentre il 29,7% intende lasciar perdere l’estremismo e sposerebbe la nuova linea del Nazareno 2.0.