Interessante uno degli ultimi sondaggi politici espressi dall’Istituto Ixè per Agorà sul caso della settimana per la politica italiana: il filone di inchiesta Consip ha portato a pubblicare il Fatto Quotidiano le intercettazioni tra Renzi padre e Matteo Renzi, scatenando la polemica su tutto il fronte parlamentare, specie per l’assoluta non validità a fini di inchiesta di quelle parole. È stato chiesto allora agli intervistati nel sondaggio Ixè se fosse giusto o meno pubblicare le intercettazioni telefoniche tra Renzi e il padre Tiziano: la risposta è interessante visto che per il 37% degli italiani elettori è giusto, visto che si tratta di interesse pubblico, mentre per ben il 56% è del tutto sbagliato quanto avvenuto visto che è stato violato il segreto istruttorio. Come già tante volte successo nel passato, le intercettazioni pubblicate prima del Processo ha spesso coinvolto a livello mediatico un personaggio della politica e non solo, spesso poi senza alcuna valenza processuale d’indagine. Gli italiani a maggioranza dicono NO, e non tanto per Renzi, ma per l’intero iter che purtroppo spesse volte nel nostro ordinamento rimane “irrisolto”.
Anche sui sondaggi elettorali italiani: il grande punto di domanda attorno al futuro immediato del nostro sistema di voto getta incertezza anche nelle analisi sondaggistiche di questi tempi. Prendiamo ad esempio il caso delle intenzioni di voto “classiche”: il M5s resta il primo partito in Italia, seguito a ruota dal Pd subito dietro. Il problema è che con questa legge elettorale non vi sono maggioranze stabili che possano dare al Paese una guida stabile alle prossime Elezioni, per questo motivo i prossimi mesi saranno decisivi per impostare un nuovo sistema di voto che permetta la guida e il governo “stabile” e con i numeri saldi alla Camera e al Senato. Intanto però, se guardiamo il centrodestra nella sua unità, scopriamo che addirittura piglierebbe molti più voti dei grillini e del Pd, ma al momento per dissidi interni e per un sistema elettorale che non permette la coalizione prima del voto, Forza Italia, Lega Nord e FdI si devono presentare da soli. Il 29,6% va nelle preferenze per il M5s, mentre inseguono i dem con di nuovo Renzi in sella al 28,1%: dietro Berlusconi riesce a salire fino al 13,3%, mentre Salvini appena rieletto segretario leghista prende il 12,9% dei voti.
Tra i partiti minori invece la Meloni guida la truppa con il 4,3% di Fratelli d’Italia, con sinistra Italiana al 2%, Mdp al 3,1% e Alternativa Popolare di Alfano ad un basso 2,6%. La necessità di cambiare la legge è quantomai urgente, con il Proporzionale attuale che rischia di non far arrivare un governo con i numeri “stabili” neanche dopo presunte coalizioni post-voto.
Secondo gli ultimi sondaggi prodotti da Demopolis sul rapporto tra Italia e Unione Europea, in un periodo decisivo a livello comunitario per decidere le sorti di questo continente in crisi da anni: secondo il rapporto stilato dai sondaggi politici, si scopre che sono alcuni temi a “scaldare” di più gli animi degli elettori, che con forza richiedono a Bruxelles di intervenire per ovviare alla stagnante crisi nazionale e internazionale.
Sono posti di lavoro, migrazione e riduzione delle disuguaglianze ad interessare maggiormente gli elettori italiani: nello specifico, l’82% di loro chiede all’Europa occupazione, investimenti e creazioni di nuovi posti di lavoro. L’80% invece chiede una migliore gestione dei flussi migratori, che non pesino solo sulle spalle di Italia e pochi altri; per il 65% la riduzione delle disuguaglianze sociali resta un tema molto importante e il 54% ritiene che l’Europa finora non ha trattato come avrebbe potuto la lotta al terrorismo con tutte le sue pericolose accezioni (va ricordato come erano possibili più opzioni consentite).