“La mia impressione è che il governo italiano abbia fatto finta di non vedere, evitando addirittura il confronto con i nostri servizi segreti e i nostri militari”. A parlare è Mario Mauro, ministro della Difesa durante il governo Letta. Il caso è sempre quello delle Ong sospette, accusate di avere rapporti con i trafficanti di uomini. 



Dopo l’allarme sollevato dalla procura di Catania, che ha aperto una inchiesta ma non ha reso pubblico il materiale in mano agli inquirenti, le ombre si allungano fino ai palazzi del governo. Il leder della Lega Matteo Salvini ha ripetuto la sua denuncia di sabato scorso, rivolta al governo, sostenendo che esiste un “dossier su complicità tra malavitosi che trafficano esseri umani e cosiddetti soccorritori. Lo tirino fuori o smentiscano”.



Senatore Mauro, davvero c’è un dossier dei servizi segreti italiani sui rapporti tra Ong e trafficanti?

Io non elementi per dire ciò che sanno i nostri servizi segreti, però invito a riflettere su tre fatti. Primo: è un dato assodato, fra gli operatori delle marine europee e i vertici militari di Malta, che i responsabili dell’ong Moas (Migrant Offshore Aid Station, ndr) hanno stabili rapporti con l’intelligence americana. Non solo: da una parte arruolano i volontari, dall’altra fanno gli assicuratori delle società di contractors, cioè di chi svolge servizio militare privato. 



Vada avanti.

Secondo fatto: uno dei due comandanti di una delle due navi che era sotto il controllo di Moas, la Topaz Responder, ha avuto problemi giudiziari per traffico di intelligence. Terzo elemento, è assodato che a bordo dell’altra nave di Moas, la Phoenix, ci sono strumentazioni capaci di intercettare conversazioni nel raggio di molte miglia. Cosa che è tipica di navi che praticano più attività di intelligence che non salvataggio in mare. 

In altri termini, salvano migranti per raccogliere e gestire informazioni. Di che tipo?

Informazioni legate per esempio all’evolversi dell’equilibrio tra i due principali attori libici di questo momento, Serraj e Haftar, o anche allo stato islamico. Non necessariamente queste attività si devono immaginare ostili a un paese come il nostro. Sicuramente però sono senza il nostro permesso.

Cosa sta succedendo?

Come altre volte è avvenuto in campo internazionale, è del tutto plausibile che ci siano in corso attività di intelligence che vengono fatte a dispetto di leggi nazionali; in questo caso, le nostre. 

Dopo lo scontro Alfano-Orlando, il governo sembra aspettare sviluppi.

Ieri ci sono state le primarie del Pd, però l’accortezza con la quale Renzi non parla di questi temi, al di là di qualche generico appello alla solidarietà, la dice lunga su quanto viva questa vicenda con fastidio.

Renzi ha vinto le primarie, ma più vorrà riprendersi il governo, più la bomba migratoria sarà un problema che non gli consentirà di svicolare.

Sì. Ma la prima caratteristica politica di Renzi è quella di essere espressione di centri di potere anti-italiani. Lo è stato fin dall’inizio, come si è visto chiaramente nel corso della campagna sul referendum costituzionale e prima ancora durante la gestazione della riforma. In questo contesto, in cui la marginalizzazione dell’interesse nazionale è sistematica e Renzi non lo maschera nemmeno più come in passato, facendosi schermo del superiore interesse europeo, il bene comune, appunto, è sacrificato al perseguimento del potere personale. 

Chi sta accusando esattamente?

Sulla vicenda dei migranti Renzi e Alfano hanno costruito qualcosa di simile a un’economia di guerra. Da un lato li hanno usati per spuntare una maggiore flessibilità nei conti e fare maggior deficit; dall’altro i loro partiti hanno gestito il problema in modo clientelare. Non lo dico io, lo dicono le inchieste in corso, dal Cara di Mineo a Mafia Capitale.

La nostra Marina militare sa ma ha le mani legate. Da chi o da che cosa?

Dalla natura delle missioni che ha in capo o di cui fa parte. L’operazione Sophia di EunavFor Med è una missione incaricata di combattere il traffico degli esseri umani e non può mettersi a contrastare le Ong. Idem per l’operazione Triton di Frontex, mentre l’operazione Mare sicuro, che doveva essere la continuazione di Mare nostrum, ad oggi non si occupa più di nulla.

A chi giova questa indeterminazione politica e quindi anche operativa? 

Siamo la valvola di sfogo del bubbone africano. Gli arrivi in Italia sono pilotati. La raccolta non avviene nel canale di Sicilia ma a ridosso delle coste libiche. Ci sono navi che salpano addirittura dal porto tunisino di Zarzis e invece di riportare i migranti in Tunisia, che sarebbe l’approdo più vicino, li portano in Italia. 

Lei è un politico, cosa pensa di fare?

Io ho chiesto già più volte in audizione parlamentare, e lo farò anche domani (oggi, ndr), cosa pensano dell’attività di una ong come Moas altre “consorelle” come Médecins sans Frontières o Sos Méditerranée. La verità è che nessuna delle Ong finora ha voluto rispondere a queste domande. Tutto questo apre uno scenario ancora più inquietante sulle relazioni che ci sono tra le varie Ong e sul fatto che azioni di volontariato possano essere inquinate in questo modo da attori non trasparenti.

Facenti capo ad altri Stati o a finanziatori occulti?

Questo non siamo in grado di dirlo. Ma scoprirlo è il compito della magistratura, per questo auspico che l’inchiesta della procura di Catania vada a buon fine. 

Però la magistratura non può utilizzare, a quanto pare, gli elementi forniti dagli 007 di altri Stati.

Le norme perché ci sia collaborazione proficua tra poteri dello Stato ci sono tutte. Basti vedere cos’ha prodotto nella lotta contro il terrorismo, passato e presente.

Il governo ha dato l’impressione di non sapere come gestire l’allarme lanciato dalla procura di  Catania. Che cosa è successo secondo lei?

La mia impressione è che il governo italiano abbia fatto finta di non vedere, evitando addirittura il confronto con quelle che dovevano essere naturalmente le sue fonti: i nostri servizi segreti e i nostri militari. 

(Federico Ferraù)