Un nuovo Nazareno o un’alleanza alle origini del centrodestra? I sondaggi pubblicati da Index Research stabiliscono una decisa presa di posizione tenuta dagli italiani intervistati e che mirano a vedere il fronte delle alleanze per le prossime Elezioni Politiche – stante l’attuale legge elettorale proporzionale che costringe alleanze del giorno dopo le urne – più orientato da un Berlusconi legato a Salvini. Il “Patto del Nazareno” 2.0 tra il segretario dem Matteo Renzi e il “vecchio” leader di Forza Italia Silvio Berlusconi non convince più (o ancora), con i dati che non convincono appieno: il 51,8% degli elettori sposa la linea di centrodestra tra Forza Italia e Lega Nord, mentre solo il 29,7% appoggia le larghe vedute e alleanze tra Renzi e il “neo” leader del Movimento Animalista. Forse, proprio quest’ultima mossa non convince appieno gli elettori di centrodestra che preferiscono investire su un futuro di un politico di destra piuttosto che il “volpone” Renzi e le mire al centrosinistra. (agg. di Niccolò Magnani)



Nei sondaggi elettorali prodotti sulla fiducia nei leader politici si scopre come per l’ennesima settimana consecutiva svela i leader dem in netto vantaggio, dal punto di vista personale ovviamente, sui rivali e “nemici” del Movimento 5 Stelle. I sondaggi di Ixè mostrano infatti come il premier Gentiloni sia ancora una volta il primo leader d’Italia per fiducia personale, battendo il suo “mandante” Matteo Renzi, che ora scalpita per poter arrivare al più presto ad elezioni. 33% per i premier, 31% per il segretario Pd: dietro di loro il “vuoto”, con Luigi Di Maio al terzo posto ma staccato nettamente al 21% e Matteo Salvini al 20%. I due giovani leader “populisti” si spartiscono la terza piazza, mentre Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia viene posta al quinto posto con il 18%. Beppe Grillo fa addirittura peggio di Berlusconi, con il 17% dietro al 18% del Cav neo “fondatore” del Movimento Animalista. (agg. di Niccolò Magnani)



I sondaggi politici elettorali per molti potrebbero non essere attuali ma le scadenze politiche non mancano. Ne sanno qualcosa in Veneto, dove il governatore Zaia il 22 ottobre si giocherà molto del suo mandato nel referendum d’indipendenza della Regione. Uno scenario che potrebbe avere poi ripercussioni a livello nazionale anche per quanto riguarda la Lega Nord, il partito del governatore. Ma quale sarebbe l’esito del referendum se si votasse oggi? Se lo è chiesto Il Gazzettino, che qualche giorno fa ha commissionato un’indagine all’Istituto Demos-Demetra, dalla quale è emerso che al momento ad essere in vantaggio sarebbero i Sì all’indipendenza del Veneto. In che misura? Addirittura il 57% degli intervistati si dice positivo a questo tipo di soluzione, mentre il 37% è contrario. Solo il 6% è indeciso: c’è ancora spazio per rimontare? (agg. di Dario D’Angelo)



Il caso Boschi e i suoi presunti contatti con Unicredit per Banca Etruria hanno spinto giù il Partito Democratico nei sondaggi elettorali e politici. Questa potrebbe essere una spiegazione alla retromarcia dei dem rispetto ai numeri registrati nella scorsa settimana. Ma secondo SWG il momento di flessione del PD non è stato sfruttato dal Movimento 5 Stelle: sono altri partiti a crescere. Questo è il caso, ad esempio, della Lega Nord, reduce dalle primarie che hanno decretato la conferma di Matteo Salvini a segretario e quindi leader del partito.

Seppur in tono minore è cresciuta Alternativa Popolare, mentre Fratelli d’Italia è sceso. Passiamo ai numeri: il PD è al 29,7%, quindi ha un punto in meno rispetto alla scorsa settimana. Il M5S è stabile, invece, al 27,6%, mentre Forza Italia ha raggiunto l’11,7%. A 13,6% invece i leghisti. Scende al 4,5% Fratelli d’Italia. Una legge elettorale con coalizioni potrebbe avvantaggiare il centrodestra che, se si presentasse compatto alle elezioni, vincerebbe contro sinistra e grillini.

Il Movimento 5 Stelle si è avvicinato al Partito Democratico: la fotografia è stata scattata dal sondaggio elettorale Ixè, condotto per Agorà. Dopo quattro settimane di calo, i grillini tornano a crescere: ora sono al 28,5%, quindi hanno guadagnato quattro decimi in sette giorni. Esiguo allora il vantaggio dei dem sui pentastellati: è di appena un decimo. Il loro consenso però è in crescita: hanno guadagnato lo 0,2% nell’ultima settimana.

Forza Italia, invece, è il partito di maggioranza del centrodestra con il suo 12,9% nei sondaggi Ixè. Dietro la Lega Nord con il 12,4%, scendendo a mezzo punto di distacco dal partito di Silvio Berlusconi. Fratelli d’Italia invece sembra aver interrotto la sua discesa che dura da tre settimane: ora è in crescita, avendo guadagnato due decimi e essendosi portato al 4,6%. Crisi per Articolo 1 – Democratici e Progressisti, il partito nato dalla scissione col PD: sono al 2,8%, quindi al di sotto della soglia di sbarramento per la Camera.