Interessante il dato emerso dagli ultimi sondaggi politici prodotti da Index Research riguardo il delicatissimo connubio tra lo scandalo e la politica, in particolare tra i casi di Consip e Banca Etruria rispetto alla maggioranza attuale di governo. Matteo Renzi e il figlio magico da un lato, Maria Elena Boschi dall’altro, come sono coinvolti e soprattutto come vengono investiti dall’opinione pubblica dopo le diverse implicazioni nei due casi che hanno sconvolto la politica italiana negli ultimi mesi. Gli italiani intervistati sono stati piuttosto netti: secondo i dati INdex infatti si scorge come il 37,8% ritiene il coinvolgimento di Renzi nello scandalo Consip come grave, mentre la maggioranza lo ritiene più vittima che non “carnefice”, il 55,7% degli intervistati. Ma mentre l’ex premier viene di fatto “assolto”, non si può dire lo stesso della stretta alleata Maria Elena Boschi: nell’inchiesta sul salvataggio banche che coinvolgeva anche Banca Etruria, dove lavorava in ruolo di dirigente il padre della Sottosegretaria Pd, il 52,8% condanna decisamente l’ex ministra delle Riforme, mentre il 41% la difende ancora strenuamente. (agg. di Niccolò Magnani)
Gli ultimi sondaggi elettorali e politici confermano che le tendenze del consenso formatesi nei mesi scorsi si consolidano. Così si spiega la permanenza del Movimento 5 Stelle in testa alle preferenze per quanto riguarda le intenzioni di voto. Secondo l’indagine svolta da EMG, il M5S ha guadagnato lo 0,4% ed è quindi salito al 30%. Quella stessa percentuale è stata, invece, persa dal Partito Democratico, sceso al 27,7%. L’eco delle primarie si è spento, così quello della scissione del PD; si sono placate d’altra parte le polemiche legate al Movimento 5 Stelle.
Stabile, invece, Forza Italia che è 13,3%, comunque in una posizione di vantaggio rispetto alla Lega Nord, che ha perso lo 0,2%. Il partito guidato da Matteo Salvini, dunque, è al 12,7%. Tra i partiti più piccoli è in crescita solo Fratelli d’Italia, che ha guadagnato lo 0,2% ed è salito al 4,5% nel giro di una settimana. Sull’orlo della soglia di sbarramento, invece, c’è Articolo 1 – MDP che ha perso lo 0,1%, scendendo al 3,0%.
Quello tra Forza Italia e Lega Nord è un matrimonio che «s’ha da fare». Lo dicono i sondaggi elettorali e politici, secondo cui il listone unico del centrodestra si posizionerebbe davanti a Partito Democratico e Movimento 5 Stelle alle elezioni. La fotografia è stata scattata da Winpoll per Huffington Post: il centrodestra compatto toccherebbe quota 30,2%. Da soli, dunque, si perde, quindi non conviene a nessuno. Per questo istituto, se il centrodestra non corresse compatto, sarebbe il PD il primo partito. Nelle intenzioni di voto ha, infatti, il 28,1% delle preferenze, registrando un calo dello 0,4% rispetto alla settimana scorsa.
Il Movimento 5 Stelle, invece, ha guadagnato quella percentuale, salendo così al 27,6%. Stabile Forza Italia al 12,5%, mentre la Lega Nord ha recuperato lo 0,3% e va così all’11,5%. Fratelli d’Italia si attesta al 4,3%, Alternativa Popolare al 3,5%, Movimento Democratico e Progressista al 3,3%. Sarebbero ipoteticamente fuori dai giochi Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e Lista Pisapia.
La linea politica della Lega Nord è cambiata con la conquista da parte di Matteo Salvini della leadership del partito e lo dimostrano anche i recenti sondaggi elettorali e politici. Un’indagine condotta da Demos & Pi e pubblicata su Repubblica spiega che il Carroccio sta mettendo radici al Sud. Sebbene il Nord resti il bacino più grande di voti per la Lega Nord, la percentuale di voti in arrivo dal Mezzogiorno sta cambiando positivamente.
La situazione è cambiata e, infatti, secondo questo sondaggio ora la Lega Nord raccoglierebbe al Sud addirittura il 10%. Molto più di quanto è riuscito a raccogliere in passato Umberto Bossi. La svolta lepenista è stata compiuta: lo dimostra anche il fatto che gli elettori che si definiscono di centrodestra hanno perso rilevanza. L’area politica di provenienza dell’elettorato leghista è cambiata: il partito guidato da Matteo Salvini riesce a intercettare voti da destra.