Nei sondaggi elettorali prodotti dall’Istituto Ixè si scopre un dettaglio in controtendenza alle ultime intenzioni di voto: il Governo Gentiloni pare sia cresciuto in fiducia, dopo il periodo delle Primarie Pd dove la forza di Renzi aveva di nuovo oscurato l’esecutivo che gli è succeduto. Secondo gli elettori intervistati da Ixè, la fiducia con qualche “ma” nel governo Gentiloni è espressa dal 27%, la fiducia con forza nel lavoro dei ministri attuali al 30%, mentre la poca (36%) o nessuna fiducia è data al 34%. Il dato sulla fiducia che recupera qualche punto nei confronti del Governo, fa il paio con la domanda posta in secondo luogo: «Lei personalmente, quando vorrebbe votare per le Elezioni Politiche?». La risposta è netta: il 44% in autunno, dunque con voto anticipato, mentre il 47% sceglie in maggioranza l’elezione a fine legislatura naturale nel 2018. Come dire, il Governo Gentiloni “può andare avanti fino in fondo”.



Il futuro del centrodestra è uno dei misteri più forti della politica attuale italiana: i sondaggi prodotti da Winpoll aiutano ad entrare nell’immenso mondo di possibilità, alleanze e numeri di una realtà sempre più disgregata e impossibilitata al momento di trovare un bandolo d’unione che sia uno. Stando ai dati prodotti dall’ultimo sondaggio, si scopre che nelle intenzioni di voto è Forza Italia ad oggi ad avere la meglio sull’alleato-rivale Lega Nord: il 12,2% di Berlusconi non può rappresentare di certo una conquista, ma una Lega Nord all’11% non spaventa di certo il Cavaliere. Interessante la domanda proposta agli elettori in questi ultimi sondaggi: “se il centrodestra prevedesse le consuete liste più una nuova di Umberto Bossi, la partita come finirebbe?”.



Si scopre così che il 2,2% sceglierebbe il Senatur fondatore del Movimento padano negli anni Novanta: un percentuale bassa chiaramente, ma Salvini in questo modo si troverebbe addirittura al di sotto del 10%, in una involuzione decisa dopo l’ascesa di un partito portato dal 5% al 15% nel giro di due anni. Invariati gli altri partiti, con Fratelli d’Italia al 4,2% e Alternativa Popolare al 3,5%.

Nei sondaggi prodotti da Demopolis sull’Unione Europea si scopre l’acqua calda, ma sempre molto importante da ribadire: la fiducia degli italiani rispetto all’Ue è ai minimi storici, calata ancora dopo le ultime difficile su economia e migrazioni, con Bruxelles che viene vista sempre più con occhio sospettoso al di qua dei nostri confini. Stando ai sondaggi politici pubblicati negli scorsi giorni, si scopre infatti che solo il 35% degli italiani intende rinnovare la fiducia nell’Unione Europea, mentre il 59% vorrebbe riformare l’intera unione, con leggi e norme che non convincono per nulla. Il secondo dato inserito nel sondaggio è però alquanto paradossale e sembra in controcorrente con il primo: sempre agli stessi elettori intervistati è stato chiesto, «Se si votasse in Italia per un Referendum consultivo sull’uscita dall’UE, secondo lei, l’Italia dovrebbe…».



E le risposte impressionano, vista la poca fiducia nell’Ue: restare nell’Unione Europea per il 74%, lasciare l’Europa solo per il 26%. Insomma, l’Italexit ancora non convince, viste le prevedenti tentate, Grexit, e realizzate, Brexit: poca fiducia ma in fondo, ancora, lasciare e strappare dall’Euro viene visto come una mossa troppo azzardata.

– Se Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Fratelli d’Italia insieme rappresentano nei sondaggi l’unica vera maggioranza possibile, in termini di numeri, per la Camera dei Deputati, questo fa capire l’assoluta urgenza di arrivare ad una nuova legge elettorale che porti una nuova modalità di divisione dei voti e di maggiore rappresentatività. Il proporzionale, con un sistema di fatto ormai tripolare, porta ad improbabili e stravaganti coalizioni post-voto per poter arrivare ad una maggioranza di governo, come testimoniano anche questa settimana i sondaggi elettorali di Emg Acqua. Il Centrosinistra semplice, ad esempio, non ha i numeri per i seggi alla Camera necessari (316), visto che raggiunge solo 219 seggi ad oggi, con Pd alleato alle sinistre.

Allargato con Alternativa Popolare il insultato non cambia, vista la crisi del Partito di Alfano; fanno meglio le Larghe Intese tra Pd, Forza Italia e Ap, con 288 seggi, ma non bastevoli per una maggioranza. E se non riesce il Patto del Nazareno non può nulla nemmeno il centrodestra ristretto a Lega, Fi, e FdI (214): rimangono i sovranisti anti-Euro, ovvero Salvini, Grillo e Meloni. E sinceramente, voi, ve li immaginate insieme in un governo unico?