Simpatico e interessante sondaggio politico condotto da Eumetra Monterosa per il Giornale che valuta e analizza tra gli elettori quelli più “cattolici” e fedeli alla Messa domenicale. Si scopre, ad esempio, come sia la Lega Nord ad avere gli elettori maggiormente implicati nella vita della Chiesa, mentre i grillini i meno affezionati. Un dato curioso che rivela però anche qualcosa di più profondo, ovvero dove maggiormente vota l’elettorato cattolico, mai come in questi ultimi periodi “spezzettato” in più parti e senza una direzione univoca. Nelle domande agli intervistati cattolici, è stato chiesto agli elettori Pd quante volte si rechino alla Messa: almeno una volta a settimana il 24%, una volta al mese per il 35% di loro e qualche volta all’anno per il 32% degli elettori dem. Risultano un filino più affezionati alla vita della Chiesa gli elettori di Forza Italia, il 25% almeno una volta a settimana alla Messa (30% non tutte le settimane, 44% una volta all’anno); ma la palma di più “cattolici” spetta di diritto alla Lega Nord, con il 31% di presenza in Chiesa almeno una volta alla settimana, il 23% non tutte le settimane e il 45% almeno una volta all’anno. Come prevedibile, i meno affezionati e fedeli cattolici risultano i grillini, con il 17% di presenza in Chiesa una volta a settimana, 44% una volta ogni tanto, 36% almeno una volta all’anno. (agg. di Niccolò Magnani)
Le ultime intenzioni di voto prodotte dai sondaggi di Emg Acqua per il tg d La7 mostrano un Pd rinforzato di certo da una nuova leadership certa – quella di Matteo Renzi vittorioso alle Primarie Pd – che ricuce d’improvviso la distanza dal Movimento 5 Stelle, dato comunque in calo nelle ultime settimane. I grillini scendono fino al 28,6%, mentre i dem salgono al 27,4% e incalzano i rivali: abisso dietro per tutti gli altri partiti, con Forza Italia che sale al 12,7%, la Lega che rimane ferma al 12,5% e i Fratelli d’Italia che con Giorgia Meloni guadagnano fino al 4,9%. Sale il neonato Mdp degli scissionisti Bersani e D’Alema, al 4,0%, mentre Alfano cala a 3,2% con Alternativa Popolare e un forte rischio di rimanere fuori dal Parlamento alle prossime Elezioni Politiche. Chiude Sinistra Italiana al 2% con i medesimi ricci degli alsaziani. (agg. di Niccolò Magnani)
-Dopo il successo nelle primarie del Pd, Renzi deve già preoccuparsi dei sondaggi elettorali che guardano al giorno dopo il voto per le Politiche. Nel caso in cui il Partito Democratico non dovesse riuscire a conquistare la maggioranza dei seggi in Parlamento, come dovrebbe comportarsi il partito renziano? Esplorare il campo per una possibile grande coalizione stile 2013 o chiudersi a riccio? Secondo un’indagine effettuata dall’istituto Ipr Marketing, il 70% degli elettori del Pd oggi sarebbe contrario ad un governo di grande coalizione, ancor meno se con Silvio Berlusconi. Il 55% degli intervistati si dice comunque disponibile ad un accordo con l’area di centrosinistra che fa riferimento a Giuliano Pisapia e ai fuoriusciti del Pd come Bersani e D’Alema, mentre il 25% vedrebbe di buon occhio l’ipotesi di un Nazareno-bis e il restante 20% preferirebbe andare a nuove elezioni. Interessante notare come dinanzi alla prospettiva di un’alleanza di governo con il Movimento 5 Stelle il 52% degli elettori Pd si sia detto favorevole, solo il 22% contrario.
Disaffezione e disincanto rispetto alla politica: sono due degli stati d’animo più comuni per chi giornalmente svolge sondaggi elettorali volti ad intercettare le intenzioni di voto degli italiani. Una recente indagine svolta da SWG ha dunque chiesto agli intervistati:”Cosa pensa potrebbe fare per cercare di cambiare le cose, o almeno dare qualche segnale in questo senso?”. La risposta maggioritaria farà piacere a quanti ancora credono nell’importanza della partecipazione politica: il 40%, infatti, ha risposto:”Votare partiti o movimenti che si battono realmente per cambiare il Paese”. In seconda posizione, con il 18%, chi si dice propenso ad organizzare movimenti di cittadini contro la politica, mentre sul podio con il 15% c’è chi propone di organizzare una rivoluzione non violenta. Con il 13 e il 12% troviamo una fetta di italiani che crede da una parte nell’importanza di partecipare alle manifestazioni di piazza, dall’altra di firmare le petizioni popolari. La percentuale di chi crede sia necessario ricorrere alla forza come extrema ratio tocca raggiunge l’8%.