Santo ai dati prodotti dai sondaggi di Index Research si scopre come, paradossalmente da quanto potrebbe sembrare, la maggioranza degli italiani sceglie ad oggi di proseguire con questo Governo fino alle fine della Legislatura nella primavera 2018. Il popolo è diviso, ma non si registra un totale plebiscito per andare subito alle urne, come invece in questi ultimi giorni sembrano orientati i primi tre partiti in Italia (Pd, M5s e Forza Italia) senza però trovare ancora una sorta di completa unità neanche all’interno degli stessi gruppi politici. Il 51% sceglie fine naturale della legislatura, il 42% invece punta ad elezioni politiche anticipate già in autunno: in questo senso il Governo Gentiloni viene visto come una sorta di “garanzia” che al momento non porterebbe ad una netta scommessa sulle urne anticipate. Il 34% di fiducia per il premier indica come gli elettori hanno ancora qualche “cartuccia” di fiducia da investire sul successore di Matteo Renzi.
Si parla di voto anticipato, di Legislatura al capolinea e Elezioni in autunno: i sondaggi reagiscono cercando però di capire se per gli italiani l’attuale governo è davvero così sotto-fiducia tanto da richiedere l’arrivo anticipato delle urne. Ebbene, sul Governo la fiducia è ai minimi storici, al 21%, addirittura peggio del punto più basso del Governo Renzi caduto lo scorso 4 dicembre. Ma quando si legge nei sondaggi Index mostra come non tutto va buttato in questa esperienza di governo: Paolo Gentiloni, il premier in carica, raggiunge il 30% superando in questo modo sia la fiducia nel suo governo che anche la fiducia nel suo stesso partito guidato dopo le Primarie dal collega-rivale sulla strada di Palazzo Chigi, Matteo Renzi. Pd infatti dato al 26,8% nelle ultime intenzioni Index, con Gentiloni che invece riesce con il 30% di fiducia a fare meglio anche di tutte le altre forze politiche. È chiaro che non può essere questo un criterio per decretare il futuro del nuovo governo, delle urne o dello stesso Gentiloni, ma è un buono specchio sulla considerazione degli elettori per un premier “nominato” che riscuote più consensi di quanto si poteva pensare.
Nella città di Beppe Grillo i sondaggi non danno favorito il Movimento 5 Stelle, in cui pesa evidentemente il caso-Cassimatis che ha reso i Cinque Stelle genovesi alquanto irritati per la gestione ben poco “democratica” delle Comunarie vinte poi declassate dall’alto per la candidata Marika Cassimatis (oggi concorrente come lista civica e data al 3%, non di più). La sfida per le prossime Amministrative con i sondaggi Eumetra Monterosa pubblicati negli ultimi giorni vede il Partito Democratico in testa con il 40% per il candidato Gianni Crivello della coalizione Centro Sinistra, pronto ad ereditare il ruolo che fu di Marco Doria fino a questo mese di maggio.
Insegue Pirondini dei M5s, al 27% e lontano dalla possibilità di arrivare in testa alle prossime Elezioni; al terzo posto il candidato Marco Bucci del centrodestra unito, con il 17% (dato strano visto che in quasi tutti gli altri sondaggi è dato molto più in lotta per il ballottaggio, ndr). Chiudono Cassimatis al 3%, Marco Mori al 2%, Arrighi del Popolo della Famiglia al 4% e i comunisti per Cinzia Ronzitti all’1%.
Avvicinandosi le Amministrative dell’11 giugno prossimo, anche i sondaggi elettorali iniziando a dedicare larga attenzione alle principali città al voto, tra cui ovviamente figura Parma per un motivo molto semplice legato al Movimento 5 Stelle. Il primo sindaco (importate) d’Italia eletto con i Cinque Stelle è stato anche il primo (famoso) epurato della gestione Grillo-centrica e dopo cinque anni di governo ora si ricandida alla guida della città, ovviamente senza più la lista grillina.L’epurato Federico Pizzarotti nei sondaggi politici a meno di un mese dal voi si conserva il principale favorito alla seconda guida consecutiva della città parmense.
Con Effetto Parma ottiene il 36,9% negli ultimi sondaggi Ixè, seguito dall’esponente e candidato sindaco Pd Paolo Scarpa al 20,8%. Al terzo posto Laura Cavandoli (Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia) con il 6,4%, abissale distanza dai primi due candidati e via via tutti gli altri: molto importante il risultato che otterrebbe ad oggi il candidato grillino Daniele Ghirarduzzi, solo l’1,5%, dimostrando come Pizzarotti almeno a livello locale sia riuscito a tritare e “piallare” gli ormai nemici Cinque Stelle.