I sondaggi proposti da Ixé dopo le ultime primarie del Pd hanno visto il trionfo di Matteo Renzi con quasi il 69% delle preferenze tra gli elettori dem; la situazione per quanto riguarda la fiducia personale dei principali leader politici è cambiata da un verso – con Renzi di nuovo in ascesa – e rimasta stazionaria dall’altro, con il premier Gentiloni che rimane l’unico politico oltre il 30% di fiducia. Stando alle ultime rilevazioni del sondaggio di Ixè si scopre esattamente questo duplice esito post-primarie, con Gentiloni al 31% che resiste assieme al suo governo alla nuova “mini” avanzata di Renzi, tornato al 29% con le ultime elezioni interne al suo partito. Seguono tutti gli altri leader, con i “grillini” che non sfondano né con l’originale e nemmeno con il “delfino”: Beppe Grillo scende al 16%, Luigi Di Maio al 21%, con in mezzo anche i leader di centrodestra che non sfondano ancora una volta. Berlusconi al 18%, Salvini al 19% e Giorgia Meloni al 17%: al momento il Pd può dormire sonni “tranquilli”, anche se per vincere le elezioni occorre ben di più una rinnovata fiducia personale.
Stando ai sondaggi prodotti da Emg Acqua per lo scenario attuale politico, si scopre come nel consueto dato di rilevazione sondato ogni settimana dalla casa sondaggistica i seggi alla Camera vedono tra le liste una “curiosa” novità. Si è assottigliato ad un solo seggio di distanza il gap tra Movimento 5 Stelle e Pd, tenendo fede alle ultime intenzioni di voto prodotte sempre da Emg. Ovviamente nessuna lista ad oggi può avere la maggioranza nel Paese – stando almeno a questa legge elettorale – e perciò sarà per forza necessario l’approdo in una coalizione post-voto. Già, ma con che reali distanze stiamo parlando quando vediamo l’attuale scenario elettorale italiano? Movimento 5 Stelle è ancora in testa ma come lista ottiene ad oggi un solo seggio di vantaggio sul Pd di fresche primarie, 187 vs 186 seggi, ma il divario è talmente minimo che gli scenari potrebbero cambiare di settimana in settimana. Più indietro troviamo 84 seggi per Forza Italia, 81 per la Lega di Salvini, mentre sono 32 per il partito di Giorgia Meloni (Fdi) e 26 per il neonato Mdp Articolo 1. Da ultimo il Partito di Alfano, con 21 seggi, di difficile se non quasi impossibile approdo al Parlamento, stante questo sistema elettorale.
È tornato Matteo Renzi? Stando ai sondaggi particolari di BidiMedia, che non vedono conferme in tutti gli istituti di ricerca, il Pd avrebbe superato il Movimento 5 Stelle tornando i il primo partito in Italia. Secondo le stime di Bi3 dunque Matteo Renzi dopo la vittoria delle Primarie avrebbe rinsaldato il Pd in modo da poter di nuovo sfidare i grillini alle urne, questa volta per provare a batterli e conquistare la maggioranza. Per ora restano discorsi molto lontani visto che il Pd davanti comunque non otterrebbe ad oggi i seggi necessari per governare da solo e il tema alleanze è uno dei punti più delicati e difficili dell’intero panorama politico attuale.
Stando alle intenzioni di voto però troviamo una ventata di novità: Pd torna davanti con il 27,5%, con il M5s che scivola al 26,8%, mentre i partiti di centrodestra non decollano, con Lega Nord all’11,7 e Forza Italia all’11,9%. Per quanto riguarda i partiti minori, troviamo Mdp al 5,1%, Campo Progressista all’1,6% e Sinistra Italiana al 3% per le sinistre, mentre gli altri concludono la classifica con Fratelli d’Italia al 3,8% e Alternativa Popolare al 3,1%.
L’Istituto Piepoli ha pubblicato ieri mattina i suoi ultimi sondaggi politici elettorali sulla situazione italiana ed europea, con le prossime scadenze elettorali che incombono: in Francia prima di tutto, poi in Germania e infine anche in Italia, nel giro di pochi mesi l’Europa rischia di venire cambiata profondamente e giustamente sono tanti i sondaggi e e gli scenari che iniziano ad essere studiato per comprendere più da vicino il fenomeno politico contemporaneo verso dove si sta dirigendo. In particolare, nel sondaggio che scegliamo oggi andiamo a vedere il caso in cui in Italia si votasse ora e potrebbe presentarsi un possibile effetto-Marine Le Pen anche nei nostri confini. Il voto allora sarebbe pro o contro i partiti tradizionali? Il nostro Paese si andrebbe ad accodare con le ultime novità dalla Francia o ci troviamo in un caso completamente diverso?
L’analisi di Piepoli risponde per noi e offre risultati assai interessanti: il 36% ad oggi voterebbe contro i partiti tradizionali e dunque a favore dei movimenti anti-sistema, sostanzialmente M5s e forse Lega Nord. Il 37% è indeciso, dato molto alto che potrebbe fare prendere dunque proporzioni enormi allo spirito di protesta nelle prossime elezioni italiane. In particolare, gli elettori del centrosinistra si mostrano i più “conservatori” votando il 24% contro i partiti come Pd e Forza Italia, mentre è completamente rovesciato il parere degli elettori di orientamento legato al centrodestra. Il 41% vota antisistema, solo il 27% a favore dei partiti tradizionali. Ovviamente sbilanciato il parere degli elettori M5s che per il 71% sposano il programma di protesta e anti-sistema dei grillini stessi. (agg. di Niccolò Magnani)