Solo un cittadino italiano su tre ha già chiaro chi votare alle prossime elezioni: il risultato dei sondaggi politici prodotti da Eumetra Monterosa per il Giornale mostrano come la crisi della politica italiana tra piccoli partiti e sistema di fatto quadripolare (M5s, centrodestra, centrosinistra e astensione) non porti nessuna certezza sulle prossime votazioni che gli italiani dovranno affrontare nei prossimi mesi (Amministrative e Politiche su tutte). Il 32% degli italiani, secondo i sondaggi di Eumetra, è già certo di cosa e chi votare, mentre la stragrande maggioranza di elettori ha ancora le idee piuttosto confuse. Sono poi i più giovani, tra i 18 e i 35 anni con anche titoli di studio importanti in mano, ad essere meno decisi e più polemici sull’offerta politica dei partiti italiani; il 21% dichiara poi di avere un’idea di chi votare ma non del tutto sicuro, mentre il 22% è completamente all’oscuro su quale scelta prendere alle prossime urne. Tra questi, i più indecisi dichiarano di essere elettori delle aree di centro, con età maggiore di 55 anni.



In uno degli ultimi sondaggi politici prodotti da Ipsos un dato interessante pone al confronto gli ultimi due governi italiani rispetti ai temi caldi della politica, Europa, economia e lavoro. Con Renzi di nuovo in sella al Pd, il governo Gentiloni e il passato esecutivo tornano ancora di più sotto la lente del confronto per vedere anche in quale direzione di rifugerà il nuovo segretario dem nei prossimi decisivi mesi di campagna elettorale. Stando ai dati forniti dai sondaggi Ipsos, il governo di Paolo Gentioni convince di più l’elettorato sui temi di  immigrazione 29,6% vs il 16,9% renziano (anche grazie all’incisività del ministro Minniti rispetto al predecessore Angelino Alfano) ed economia generale, dove il ministro Padoan pare essere in maggiore simbiosi con Gentiloni piuttosto che con il fumantino ex premier fiorentino. In questo caso l’efficacia di Gentiloni secondo l’elettorato verte al 23,4%, contro il 21,8% di Renzi; sugli altri punti, nonostante le fatiche e le critiche all’esecutivo del “Giglio Magico” i risultati paiono essere maggiormente efficaci per quanto riguarda i temi di Europa (meglio Renzi con il 28,9% contro il 18,2% di Gentiloni), taglio degli sprechi, con il governo renziano che convince di più al 22,6% contro il 20,9% dell’attuale esecutivo, fino ad arrivare alla gestione generale dei problemi in Italia. Per gli elettori intervistai da Ipsos infatti il 24,7% di fiducia viene riservato a Renzi e alla sua gestione della cosa pubblica, il 23,4% invece all’attuale presidente del Consiglio.



Le ultime intenzioni di voto apparse sui sondaggi elettorali dell’Istituto Ixè mostrano un dato piuttosto interessante: il Partito Democratico, dopo le primarie vinte da Matteo Renzi – ieri tra l’altro proclamato segretario ufficialmente durante l’Assemblea Nazionale del Pd – stanno ricucendo e non di poco rispetto al vantaggio accumulato dal Movimento 5 Stelle dopo la sconfitta al referendum del 4 dicembre per il “nuovo” segretario Pd. Stando ai sondaggi prodotti si scopre nel complesso della classifica sulle intenzioni di voto, come M5s viaggia sul 28,2%, mentre il Pd insegue da vicino con il 27,9% in netta crescita dopo profonda fase di stallo nelle ultime settimane. Seguono a distanza molto ampia la Lega Nord con il 12,8% di preferenze, Forza Italia al 12,4%, Fratelli d’Italia al 4,5% e un buon Movimento Democratici Progressisti che cresce al 3,6% dopo la recente nascita. Chiudono con il 3,2% di Alternativa Popolare (ex Ncd) e Sinistra Italiana che non riesce a sfondare oltre il 2,5%, oscurata dagli scissionisti ex Pd Bersani, Speranza e D’Alema. Con questi risultati, il Pd vede aumentare le possibilità di un recupero in breve tempo rispetto ai rivali grillini e con un Renzi di nuovo rilanciato può pensare, anzi per ora diremmo “azzardare”, un ritorno presto alle urne con nuove elezioni, magari prima della fine della legislatura nel 2018.



Non solo politica interna, nei sondaggi elettorali e politici di questi ultimi giorni la situazione mondiale con il rischio di uno scontro totale in Siria e in Nord Corea inizia a preoccupare anche i cittadini italiani che guardano al mondo con un misto di insicurezza e incoscienza dovute alle politiche europee e italiane che paiono assai distanti dagli scenari apocalittici che si prefigurano in Medio Oriente e nel Pacifico. Stando ai sondaggi prodotti da Euromedia Research nell’ultima settimana, si scopre come gli italiani in ultima analisi, nonostante siano rimasti colpiti negativamente dall’attacco con armi chimiche contro i bambini e i civili – con probabile responsabile il dittatore Assad – comunque bocciano l’intervento e il bombardamento di Donald Trump contro la Siria al 52,4%, ritenendo che «gli USA non possono decidere da soli di bombardare Paesi stranieri, l’ONU è stato scavalcato, i missili non sono mai una risposta adeguata anche a un crimine di guerra, le conseguenze di quest’atto ricadranno sull’Europa», spiega il sondaggio prodotto da Euromedia. Il 33,2% invece crede che la scelta di Trump sia motivata ad un crimine di guerra come quello chimico contro i civili: quanto poi influisce nei dibattiti interni e strettamente legato alla crisi in Siria contro Assad e contro l’Isis è proprio il rischio di un attentato nel nostro Paese come “promesso” da anni dalla lotta armata della Jihad. Il 79,7% si dice molto preoccupate di un attentato in Italia, mentre positivi sulla mancanza di motivazioni per attaccare l’Italia è solo il 19,3% degli elettori.