Si sono chiuse da poco le urne delle elezioni comunali 2017 per il rinnovo di 1004 amministrazioni. In attesa di conoscere i sindaci eletti e le città nelle quali si dovrà votare una seconda volta (il secondo turno si effettuerà il 25 giugno) il Viminale ha diffuso il dato generale relativo all’affluenza alle ore 23 (chiusura dei seggi e ultima rilevazione). Il dato provvisorio, 347 comuni pervenuti su 849 oggetto di rilevazione, attesta l’affluenza di queste elezioni comunali al 61,24% contro il 68,07% delle comunali precedenti, risalenti al 2012. L’affluenza era stata del 42,35 alle 19 e de 19,36 alle ore 12. Affluenza in calo a Genova, sotto il 60%, bene la Lombardia e la Sicilia, con le città di Palermo e Trapani che hanno aumentato di poco i voti rispetto a 5 anni fa con il caso di Palermo che presenta una vittoria netta al primo turno. Clicca qui per Elezioni Amministrative 2017: risultati live, come si vota. Qui i risultati Comunali: Palermo, Trapani, Catanzaro – Genova, Parma, La Spezia – Chiavari, Abbiategrasso,San Donato –Monza, Crema, Buccinasco – Padova, Gorizia, Verona – Taranto, Lecce, Oristano
Manca poco alla chiusura dei seggi per le elezioni comunali 2017. I dati sull’affluenza delle ore 19:00 del Viminale non tengono conto di quanto sta accadendo in Sicilia e Friuli-Venezia Giulia. Dunque riassumiamo i dati dell’isola, dove i votanti sono stati il 41,08% degli aventi diritto (contro il 16,45% delle ore 12:00). A livello provinciale, ad Agrigento si è arrivati al 37,78% (14,88% alle 12), a Caltanissetta al 34,46% (13,55% alle 12), a Catania al 44,2% (17,63% alle 12), a Enna al 31,35% (12,43% alle 12), a Messina al 46,77% (18,94% alle 12), a Palermo al 39,42% (15,63% alle 12), a Ragusa al 45,4% (19,58% alle 12), a Siracusa al 47,58% (20,04% alle 12) e a Trapani al 43,61% (17,66% alle 12). Per quanto riguarda invece il Friuli-Venezia Giulia, a livello provinciale l’affluenza è stata del 42,47% a Gorizia (contro il 20,96% delle ore 12:00), del 39,47% a Pordenone (18,71% alle 12), del 44,18% a Trieste (21,58% alle 12), del 41,65% a Udine (20,69% alle 12).
Manca un’ora e mezza alla chiusura dei seggi (ore 23) di queste elezioni comunali 2017 che vedono il rinnovo di 1004 consigli comunali e l’elezione di altrettanti sindaci. Vediamo l’affluenza alle urne registrata alle ore 19 nei 25 capoluoghi di provincia al voto. Alessandria 39,47%, Asti 40,42%, Cuneo 37,21%, Como 36,69%, Lodi 47,01%, Monza 38,21%, Belluno 36,09%, Padova 45,05%, Verona 38,74%, Gorizia 42,59%, Genova 35,07%, La Spezia 38,88%, Parma 36,85%, Piacenza 40,48%, Lucca 33,33%, Pistoia 37,93%, Frosinone 49,95%, Rieti 48,37%, L’Aquila 47,10%, Lecce 52,74%, Taranto 38,27%, Catanzaro 54,41%, Palermo 37,55%, Trapani 41,78%, Oristano 42,06%.Il dato definitivo dell’affluenza delle 19:00 è stato pari al 42,35%, dunque più basso di quello stimato in un primo tempo (43,5%). Vediamo nelle principali città capoluogo quali sono i dati registrati. A Padova si arriva al 45,05% (contro il 22,2% delle 12:00), mentre a Verona ci si ferma al 38,74% (contro il 18,2% delle 12:00). A Genova i votanti sono stati il 35% (contro il 16,1% delle 12:00) degli aventi diritto, mentre a La Spezia si è arrivati al 38,8% (contro il 18,67% delle 12:00). L’affluenza a Parma è stata pari al 36,85% (contro il 18,29% delle 12:00). A L’Aquila il dato sale al 47,1% (contro il 19,35% delle 12:00). Fa meglio Lecce, dove ha votato il 52,74% (contro il 27,38% delle 12:00), mentre Taranto si ferma al 38,27% (contro il 17,51% delle 12:00). Il dato più alto si ha però a Catanzaro, con il 54,41% (contro il 22,13% delle 12:00). A Oristano si arriva al 42,06% (contro il 21,55% delle 12:00). Per Palermo il dato si attesta al 37,55% (contro il 14,91% delle ore 12:00). L’affluenza a Gorizia è stata del 42,59% (contro il 20,85% delle 12:00).
L’affluenza alle elezioni comunali 2017 alle ore 19:00 è pari al 43,5%. Il dato è stato comunicato poco fa dal Viminale e segna un “raddoppio” rispetto a quelle delle 12%, quando la percentuale di elettori che si erano recati alle urne era poco sotto il 19,4%. A livello di regioni, quando ancora però il dato non è definitivo, la percentuale più alta si registra in Abruzzo, con il 48%. Con un dato sopra il 45% ci sono anche Umbria (45,6%), Campania (46,4%), Calabria (45,1%) e Sardegna (45,1%). Sopra il 40% ci sono anche Piemonte (42,4%), Lombardia (41,4%), Veneto (40,7%), Liguria (43,7%), Lazio (44,1%), Puglia (44,6%) e Basilicata (42,4%). Per l’Emilia-Romagna dato tondo al 40%, mentre sotto tale soglia ci sono Molise (38,3%), Marche (39,9%) e Toscana (39,2%). Difficile fare i paragoni con il passato, dato che i seggi rimanevano aperti due giorni e difficile anche dire a quale percentuale si arriverà questa sera alle 23:00. Di certo si dovrebbe facilmente superare la soglia del 50%, mentre non è scontato che si possa arrivare al 60% o non almeno su tutto il territorio nazionale.
Per quanto riguarda l’affluenza delle ore 12 nei 4 capoluoghi di regione al voto in queste Elezioni Amministrative Comunali 2017, vi è perfetta parità: rispetto infatti alla media nazionale che vede il 19,36% a metà giornata, due comuni sono al di sopra e di tanto di questa media, e altri due invece hanno fatto flop nelle votazioni della prima parte di queste Comunali. A Genova e Palermo, di fatto le due città più grandi e importanti anche a livello politico nazionale, l’astensionismo rischia di farla da padrone: nella città di Beppe Grillo in Liguria, il 16,1% resta un dato molto basso rispetto alla norma, con la crisi pre-voto del Movimento 5 Stelle che forse ah interferito con l’affluenza alle urne di molti genovesi. Per Palermo invece, il dato ufficiale vede il 15,16% di elettori alle urne alle ore 12, ancora basso e che rischia di fare il gioco del sindaco uscente e ricandidato, Leoluca Orlando, favorito con i numeri in ribasso tra i votanti.
Di contro, molto bene l’affluenza a Catanzaro in Calabria, dove il 22,13% rileva una forte volontà dei cittadini di invertire i bassi risultati in termini di affluenza delle passate Amministrative. Da ultimo, nella città de L’Aquila, dopo mesi di crisi dovuti all’ennesima emergenza terremoto non si è fermata la volontà dei cittadini di esprimere la propria scelta e si conferma di fatto la media nazionale con un 19,3% paro paro alla soglia nazionale alle ore 12. (agg. di Niccolò Magnani)
Le elezioni comunali 2017 fanno registrare un’affluenza del 19,36% a mezzogiorno, a 11 ore dalla chiusura dei seggi. Il dato ufficiale è quello fornito dal servizio elettorale del ministero dell’Interno e riporta le percentuali suddivise per la regione di appartenenza di tutti i 1004 comuni chiamati al voto. Alle precedenti elezioni, nel 2012 (i sindaci sono eletti per cinque anni) la percentuale dei votanti a mezzogiorno era stata del 13%, ma allora si votava domenica e lunedì. Mentre alle europee del 2014, nelle quali si votava in un solo giorno come oggi, l’affluenza – come riportato dal sito dell’Ansa – alle ore 12 era stata del 16,67%. Ultima della graduatoria in termini di affluenza alle ore 12 è Genova (7,43%), mentre la città capoluogo di provincia con l’affluenza più alta è Lecce con il 27,38%. Percentuali sopra la media nazionale a Frosinone, Gorizia, Lodi, Oristano, Padova, Piacenza e Rieti; la Regione con l’affluenza mediamente più alta è la Campania (22,64%). La prossima rilevazione dell’affluenza prevista è alle ore 19. (Agg. di Federico Ferraù)
Arrivano i primi dati reali dell’affluenza alle Elezioni Comunali 2017 e il risultato è molto positivo: si va ben oltre il 18% di affluenza ufficiale, con le scorse Amministrative che avevano visto il 13% (anche se si votava all’ora in due giorni) e non uno solo come questo 11 giugno 2017. I voti però sono buoni, il rischio di eccessivo astensionismo ad ora sembra scongiurato: quando sono stati scrutinati praticamente quasi tutti i comuni al voto (770 su 849 totali) si osserva il dato del 18,5%, destinato ad alzarsi ancora di qualche punto percentuale. Sfiorato il 20%, le prime operazioni di voto dimostrano come nelle varie realtà locali la scelta di sindaco e consiglio comunale è ancora sentita come una possibilità forte e importante per il futuro della propria città. Malissimo Genova che con il basso 7% di affluenza registra uno dei peggiori dati nazionali per quanto riguarda l’astensionismo. Picco invece in Lombardia, con cifre al di sopra del 22-25% rispetto al dato nazionale. (agg. di Niccolò Magnani)
La spada di Damocle dell’astensionismo caratterizzerà dunque in maniera particolare queste elezioni Comunali 2017 visto anche il bel tempo che invoglierà gli italiani che vorranno ritagliarsi una domenica di vacanza. C’è da dire comunque che la disaffezione alla politica è ormai un fatto acquisito, ed i dati di affluenza alle urne parlano di un calo a livello nazionale del 20% complessivo dagli anni settanta a oggi. L’affluenza alle elezioni politiche si assestava oltre il 90% nel 1976, ora supera di poco il 70%. Alle elezioni amministrative, il dato oscillava tra il 70% e l’80%, ora supera di poco il 50% e solo in alcune città riesce a superare il 60%. Questa sarà l’ultima tornata elettorale prima delle elezioni politiche che, verosimilmente, si terranno ormai nella prossima primavera e sarà importante valutare l’affluenza anche per capire quale sia il livello di disaffezione alla politica dei cittadini italiani anche a livello locale. (agg. di Fabio Belli)
Nella grande maggioranza dei 1005 Comuni italiani chiamati oggi al voto, si torna alle urne oggi per eleggere i Sindaci successori di quelli in carica dal 2012. Questi i dati nei principali Comuni relativi all’affluenza nella tornata elettorale di cinque anni fa. A Genova si arrivò al primo turno al 55,51% dei votanti, ben sei punti in meno delle precedenti amministrative. A Palermo il calo fu addirittura di quasi nove punti rispetto alle elezioni precedenti, con l’affluenza che si assestò al 63,19%. Sei punti e mezzo in meno anche a L’Aquila, con un affluenza del 72,38% contro il 79,03% della tornata precedente. A Parma si recarono al voto al primo turno delle amministrative il 64,55% degli elettori, addirittura il dieci per cento in meno rispetto a cinque anni prima. A Verona affluenza del 69,62%, in calo di sette punti. Considerando la calda giornata estiva di oggi, anche le amministrative 2017 potrebbero far segnare un calo dell’affluenza piuttosto sensibile. (agg. di Fabio Belli)
È tempo di voto: domani saranno chiamati al voto 9.172.026 cittadini per le Elezioni Amministrative. L’incognita affluenza coinvolge tutti i comuni interessati al voto, che sono 1.004. Domenica 11 giugno, dunque, è previsto il primo turno nei comuni delle regioni a statuto ordinario e in quelli di Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna. L’eventuale turno di ballottaggio per l’elezione diretta dei sindaci è, invece, prevista per domenica 25 giugno. Esclusi, dunque, i comuni di Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, dove si è votato il 7 maggio scorso. L’anno scorso le operazioni di voto nei seggi per l’elezione di sindaci, consigli comunali e consigli circoscrizionali si sono concluse con un buon dato di affluenza. La percentuale degli elettori che si è recata l’anno scorso alle urne è stata del 62,14%. Un dato che è cresciuto nel corso della giornata: alle 12 erano andati alle urne il 17,99% dei cittadini chiamati al voto, alle 19 invece il 46,01%. Ma comunque basso rispetto al passato: nelle precedenti omologhe del 2011 aveva votato il 67,42%, ma si votava anche lunedì.
Con le Elezioni Amministrative alle porte incombe la solita domanda: continuerà il calo dell’affluenza? Il trend, infatti, è in atto da diversi anni. A Milano, ad esempio, l’affluenza definitiva è stata del 54,66%, più bassa di 13 punti rispetto al primo turno del 2011. Anche i torinesi disertarono le urne: solo il 57,19% andò a votare con 17 candidati sindaco e 34 liste tra cui scegliere. Rispetto al 2011 il calo fu del 9%, ma se si tiene conto della percentuale registrata 16 anni fa il crollo è stato del 25%. Quindici anni fa l’affluenza, sia pure in calo, era stata comunque del 71,39%. Calo anche a Milano: 54,14% alle ultime Elezioni Amministrative, contro il 60,32% precedente. Di oltre 10 punti il calo a Bologna: i votanti sono stati il 59,75% contro il 71,40% precedente. Fa eccezione Roma, perché l’affluenza l’anno scorso è stata del 57,19%, con un incremento, dunque, rispetto al 52,81% del 2013. Ma anche Benevento, se consideriamo i capoluoghi di provincia: alle urne sono andati il 70,53% dei votanti.
Incombono le Elezioni Amministrative 2017, i cui risultati verranno passati ai raggi X da analisti e partiti per verificare lo stato di salute delle forze politiche. Questo sarà, infatti, l’ultimo test elettorale prima delle politiche. L’attenzione dei partiti sarà concentrata soprattutto sui grandi comuni. Ce ne sono 4 capoluogo di Regione: Palermo, Genova, Catanzaro e L’Aquila. Sono 21 invece quelli di Provincia: Alessandria, Asti, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Trapani e Verona. Ci sono poi 69 città con un solo candidato prima cittadino, eppure la vittoria non è per nulla scontata: per legge deve ottenere il 50% dei voti e il numero dei votanti non deve essere inferiore al 50% degli iscritti nelle liste elettorali. Si tratta di un fenomeno che riguarda le realtà meno popolose, come Rittana (109 cittadini) e Gavazzana (108 abitanti). L’unico avversario in questo caso è l’astensionismo.
Battaglia fino all’ultimo voto per le Elezioni Amministrative: a Genova, ad esempio, due persone su dieci sono ancora indecise su chi votare. Metà degli elettori potrebbe disertare l’appuntamento, quindi nel capoluogo ligure c’è lo spettro della scarsa affluenza. Dove mettere la “x” sulla scheda elettorale? A Genova la priorità è portare i cittadini alle urne. La grande fetta degli indecisi potrebbe avere, dunque, un peso rilevante sull’esito del voto. Lo dimostrano le ultime comunali: la bassa affluenza era stata determinante, infatti, per l’elezione di Doria. Al primo turno si era recato alle urne poco più del 55% (e pensare che nel 2007 si era a quota 61,7%), mentre al ballottaggio appena il 39% era andato a votare. Non è risultata affatto casuale allora la scelta dei partiti di schierare i “big” a Genova, cioè di chiudere l’ultima settimana di campagna elettorale con gli esponenti di spicco.