Prima delle elezioni amministrative il Pd aveva detto che puntava al ballottaggio di domenica 25 giugno in almeno 22 città. Roberto Speranza di Mdp a “Porta a Porta” ha detto: “Per me è un dato positivo. In tre su quattro capoluoghi di Regione, dove c’è un’alleanza classica di centrosinistra, il candidato del centrosinistra va avanti. Nell’unico comune, Catanzaro, in cui si è fatta scelta diversa e noi sosteniamo un candidato civico diverso da quello del Pd, il Pd secondo gli exit poll sarebbe fuori dal ballottaggio. Insomma, dove si fa un’alleanza vera di centrosinistra il dato è positivo, dove si arriva a una rottura i cittadini scelgono”.



Effettivamente il voto amministrativo sembra riproporre gli schieramenti tipici della seconda Repubblica, complice anche la peculiare legge elettorale che favorisce le ammucchiate. Sparite tanto le tentazioni macroniane stile partito della nazione quanto ridimensionato il populismo grillino per mancanza di alleati. Si torna all’antico e si capisce meglio il tardivo appello di Renzi a Pisapia. I “centri” non decollano e vivono solo con il trattino, tanto a sinistra quanto a destra legati alle proprie estreme da un filo inestricabile. Continua insomma l’incubo Salvini per Berlusconi e D’Alema per Renzi. Le vecchie coalizioni invece fanno faville ed in attesa di scannarsi dopo i ballottaggi al momento della definizione delle giunte, si preparano alla battaglia del 25 giugno al grido: “tutti insieme appassionatamente con la legge dei sindaci, cioè l’Italicum…”.



Ecco il vero primo risultato delle amministrative. Nei comuni italiani, va da sé, non si parla tedesco… e presto la bella lingua dove “l’Sì suona” tornerà a dominare anche Camera dei deputati e Senato della Repubblica.

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