Mentre Renzi ringrazia Giusi Nicolini, ex sindaca di Lampedusa cooptata nella direzione del Pd ma bocciata dai suoi concittadini, Michele Emiliano dice che voterebbe M5s. L’ex sfidante di Renzi alle primarie, ora in minoranza nel partito, dice senza mezzi termini che “a Canosa” voterebbe per il movimento di Beppe Grillo. Il presidente della Regione Puglia lo ha dichiarato poco fa a Telenorba a margine dell’assemblea del Lazio di Fronte democratico. Che Emiliano avesse simpatie pentastellate si sapeva, ma forse nessuno avrebbe immaginato che potesse fare un endorsement per M5s tra il primo e il secondo turno delle elezioni comunali. “Il Pd purtroppo ha difficoltà in tutto il territorio italiano quindi non abbiamo alternativa che rafforzare l’area che abbiamo creato. Il Pd è il perno del centrosinistra e purtroppo come hanno dimostrato le amministrative si deve nascondere sotto altre sigle perché in molti luoghi è diventato impresentabile”. Proprio così: “impresentabile”. Parole dure quelle del governatore. “E’ un problema che il nuovo segretario dovrà risolvere, noi cercheremo di dare una mano, facendo sì che le persone migliori non si allontanino dal Pd”. Il rimedio? “Il Pd deve promuovere una lista civica a livello nazionale da affiancare al Pd”. Ovvero: quando la minoranza (interna, per ora) non fa sconti. (Agg. di Federico Ferraù) Clicca qui per i risultati Comunali: Palermo, Trapani, Catanzaro – Genova, Parma, La Spezia – Monza, Crema, Buccinasco – Padova, Verona, Gorizia – Taranto, Lecce, Oristano e qui per gli aggiornamenti precedenti
A Lariano, comune del Lazio in provincia di Roma, Maurizio Caliciotti della lista civica Prima Lariano si riconferma sindaco con il 48,15% dei voti. Lo sconfitto è Gianluca Casagrande Raffi, lista civica Insieme per cambiare, 38,51% dei voti. Seguono Sabrina Verri, della lista civica Sabrina Verri Sindaco, 8,56%, e Sabrina Taddei, del Movimento 5 stelle, che si è aggiudicata il 4,76% del consenso. Lariano è un piccolo comune di 10.577 elettori. Per vincere occorre conoscerli, farsi vedere, stringere mani, avere programmi, in una parola, cercare i voti e farne tesoro, senza troppo contare sul cosiddetto voto d’opinione in un comune così piccolo. Buona ultima, Sabrina Taddei che cos’ha fatto? Ha ringraziato gli elettori? Nemmeno per idea: li ha mandati a quel paese. Ecco, come riportato da NextQuotidiano, le sue parole pubblicate su Facebook: “Ringrazio i pochi elettori che ci hanno votato ed i miei compagni di avventura. Almeno sono stati voti sinceri, non estorti con compromessi e dati ad una unica lista, priva di accozzaglie. Avete dimostrato di essere lo stesso identico paese retrogrado di anni fa in mano ai soliti lecchini che sanno raggirare chi ha fame e chi si venderebbe anche la madre. Non lasciate spazio all’informazione. Vi muore la gente vicino e non vi preoccupate di saperne l’origine. Siete addormentati, abituati ad eseguire ordini dei signorotti locali che sanno come comprarvi. Non avete la concezione di cosa sia pensare liberamente. Per voi certi concetti puri non sono neanche “pensabili” o comprensibili e non penetreranno nelle vostre menti condizionate. E quindi vi meritate giorni e giorni senza acqua, scene tristi di persone povere che rovistano nei cassonetti, disagiati e disabili senza sussidi, intimazioni di sfratto, dinieghi a domande di lavoro e di più che i vostri figli vi abbandonino perché non avete pensato al loro futuro. Buon quinquennio paese che sa di vecchio!”. (Agg. di Federico Ferraù)
“La rappresentanza politica non è in sintonia con gli elettori, qualunque sia il sistema elettorale”. A dirlo è Silvio Berlusconi, commentando non solo quanto è accaduto nelle urne delle comunali, ma anche la scelta di chi non è andato ai seggi. L’ex premier risponde anche a Matteo Salvini, che a proposito del voto aveva dichiarato che il centrodestra vince quando è a trazione leghista. Ecco i paletti di Berlusconi: “Forza Italia si conferma nettamente come il primo partito del centrodestra, sia per numero totale di voti, sia come radicamento territoriale diffuso in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, come dimostrano in particolare i buoni risultati ottenuti in diverse città capoluogo del centro sud, e questo nonostante la penalizzazione legata alla presenza di un grande numero di liste civiche che assorbono l’elettorato di opinione, tipico del nostro movimento politico”. Il presidente di Forza Italia ammette che il Pd può vantare un maggiore radicamento territoriale alle elezioni amministrative, ma invita Renzi (e Salvini) a riconoscere che è il centrodestra moderato ad avere le maggiori chances di vittoria nelle grandi città e non solo. A Genova, Bucci (39%) è davanti a Crivello (34%), a Verona, Sboarina (29%) supera per ora Bisinella (24%), a Catanzaro, Abramo (40%) è per ora davanti a Ciconte (31%). A questi grandi comuni, Berlusconi affianca anche città minori ma non meno importanti in regioni “più legate alla sinistra, come la Liguria, l’Emilia-Romagna e la Toscana, dove siamo al ballottaggio in tutti i capoluoghi chiamati al voto”. Berlusconi ne ha anche per il Movimento 5 Stelle: “Il calo del M5s dimostra che non sono considerati una forza di governo credibile. Tuttavia è un risultato dal quale sarebbe sbagliato trarre conclusioni affrettate per quanto riguarda le prossime elezioni politiche. Il M5S rimane una forza temibile, che sarebbe miope sottovalutare”. (Agg. di Federico Ferraù)
Una uscita in perfetto stile renziano: “Il giorno dopo delle elezioni solitamente si fanno tante analisi, chiacchiere e discussioni. Noi oggi abbiamo fatto una scelta diversa. Con il presidente del Lazio Nicola Zingaretti abbiamo preso una macchina e siamo saliti a Accumoli e Amatrice per fare il punto sui cantieri”. Lo ha scritto su Facebook il segretario del Pd Matteo Renzi dai luoghi terremotati, mentre imperversano i commenti e le dichiarazioni dei partiti e degli esponenti politici sul risultato delle elezioni comunali 2017. “Senza dirlo ai giornali, senza dirlo a nessuno, perché avevamo promesso che saremmo stati vicini a questi nostri connazionali anche a telecamere spente” ha scritto ancora Renzi. A questo punto, a suggello del risultato delle amministrative, manca solamente la e-news renziana. Non tarderà probabilmente ad arrivare. Nel frattempo, in maniche di camicia bianca, Renzi avrà certamente modo di riflettere sulla fine della “vocazione maggioritaria” di veltroniana memoria, che in queste comunali ha subito un vero e proprio contrappasso: il Pd c’è solo là dove fa parte di un centrosinistra più ampio. Il Pd (renziano) vince a Palermo grazie a Orlando e va al ballottaggio a Genova, Padova, Parma, Catanzaro, L’Aquila, per menzionare solo i grandi centri. Quasi ovunque grazie all’apporto delle liste civiche. (Agg. di Federico Ferraù)
Duro attacco di Roberto Calderoli a Matteo Renzi all’indomani delle Elezioni Comunali 2017: il senatore della Lega Nord e vicepresidente del Senato ritiene che l’unica vittoria del premier sia quella del congresso del Partito democratico. «Ormai è in caduta libera: asfaltato al referendum del 4 dicembre, di tutte le sue pompate presunte riforme che dovevano cambiare il Paese non ne è rimasta una, tutte cancellate o fallite miseramente, e adesso è andato a picco persino nelle elezioni comunali», ha dichiarato – come riportato da Lapresse – il responsabile organizzazione e territorio della Lega Nord. Calderoli poi h rincarato la dose con un paragone: nel 2014, infatti, Renzi poteva sembrare Re Mida dopo le Europee, «ora è un “capitan Schettino” che sta trascinando il Pd verso gli scogli». Gianni Alemanno, invece, chiama a raccolta il centrodestra per la riapertura del dialogo interno: «Oltre alla disfatta del Movimento 5 Stelle, la notizia di queste comunali sono i buoni risultati ottenuti quasi ovunque dal centrodestra unito». (agg. di Silvana Palazzo)
Beppe Grillo, “chiamato” a commentare dopo il flop clamoroso al primo turno delle Elezioni Comunali 2017, almeno nelle città più importanti che erano al voto, ha risposto poco fa sul suo blog. Ammissioni? Responsabilità mancate? Neanche per sogno, è il consueto attacco a tutto e tutti, ecco: «Il MoVimento 5 Stelle è stata la forza politica più presente a questa tornata elettorale, in 225 comuni. Gli altri partiti si sono camuffati, soprattutto il Pd che si è presentato in circa metà dei comuni rispetto al MoVimento. La maggior parte delle città sono state conquistate da ammucchiate di liste civiche, capitanate da foglie di fico, fatte ad hoc per accaparrarsi voti sul territorio nascondendo il vero volto dei partiti». Secondo Grillo, Renzi senza queste liste civiche non avrebbe sindaci, «avrebbe faticato a mettere anche solo qualche consigliere comunale! Stiamo assistendo alla lenta scomparsa di un partito che, con nomi diversi, era radicato sul territorio dal dopoguerra».
Il leader M5s preferisce vedere la crescita rispetto al flop delle scommesse nelle grandi città, «Rispetto al 2012 abbiamo triplicato i ballottaggi (furono solo tre all’epoca) e siamo cresciuti in tutte le città in cui ci siamo presentati.Risultati che sono indice di una crescita lenta, ma inesorabile». Grillo difende e attacca, specie contro chi dà per morti in Cinque Stelle: «Tutti gongolano esponendo raffinate analisi sulla morte dei 5 Stelle, sul ritorno del bipolarismo, sulla debacle del MoVimento, sulla fine dei Grillini. Adesso il primo obbiettivo è dare il massimo supporto ai nostri candidati al ballottaggio tra due settimane. A luglio avremo il candidato presidente della regione siciliana, a settembre avremo il candidato premier». Come dire, spostiamo l’obiettivo ora all Regione Sicilia e soprattuto al Governo: «l’obiettivo è andare al governo. Successi e fallimenti fanno parte della nostra storia. L’importante è non mollare mai», chiude il leader M5s sul “suo” blog. (agg. di Niccolò Magnani)
Il conteggio è assai al rilento a Lampedusa per via di un blackout elettrico che ha creato non pochi problemi, eppure in queste Elezioni Comunali Amministrative 2017 un dato roboante è quello della al momento sconfitta di Giusy Nicolini sull’isoletta siciliana centro e teatro di numerosi sbarchi di migranti da oltre due anni. Scollamento totale dei cittadini rispetto alla sindaco Pd che ha ricevuto il plauso addirittura alla Casa Bianca da Barack Obama. Accoglienza tout court dei migranti e politiche legate all’apertura delle frontiere non hanno pagato e dai primi dati che arrivano dallo spoglio si ha al ballottaggio Totò Martello, ex sindaco delle Pelagie e Filippo Mannino.
Solo al terzo posto la Nicolini, davanti ad Angela Maraventano della lista Noi con Salvini. Per il segretario del Pd di Agrigento Peppe Zambito, «la sua sconfitta rappresenta la sconfitta di quanti condividono questi valori. Forse – ha concluso Zambito – ha avuto troppi riconoscimenti e, per molti siciliani non va bene, siamo così bravi a farci del male da soli, da sempre». (agg. di Niccolò Magnani)
Il primo sindaco del Movimento 5 stelle in provincia di Bergamo, terra solitamente della Lega Nord, e uno dei pochissimi sindaci grillini eletti in tutta Italia, è Antonio Ferrari, eletto al primo turno nel comune di Parzanica. Ha ottenuto 117 voti e il 57,35% contro gli 87 di Giovanna Danesi (42,64%) della lista Parzanica Unita. Già ufficiali i nomi dei 7 candidati eletti in consiglio comunale e cioè Arcangelo Bonomelli, Bruno Bertoni, Sergio Rinaldi, Doris Scharer, Bortolo Martinelli, Vittorio Bandini, Miriam Chioggi, Davide Corti.Per la danesi eletti tre consiglieri in consiglio comunale.
Il giorno dopo le amministrative 2017 è già il momento dei bilanci. Come spesso accade ascoltando le analisi dei risultati dai politici in tv sembra quasi che tutti abbiano vinto e nessuno abbia perso. Una tesi, questa, ovviamente difficile da verificare, soprattutto in una tornata elettorale come quella appena conclusasi in cui alcuni dati appaiono incontrovertibili. Si guardi ad esempio al Movimento 5 Stelle, escluso da tutti i ballottaggi nelle grandi città e punito in particolare a Parma, dove il fuoriuscito Pizzarotti si giocherà la riconferma a sindaco contro il centrosinistra dopo aver concorso da candidato civico. Ed è proprio lui che ai microfoni di La 7 spiega ad Enrico Mentana i motivi del crollo grillino:”“M5s fuori dalle grandi città a queste elezioni comunali? E’ in linea col fatto che i Comuni sono stati abbandonati dal M5S negli ultimi 5 anni”. Una tesi che trova conforto anche nello sfogo di un senatore pentastellato, il quale, come riportato da La Repubblica, spiega:”Ci siamo concentrati solo sulle politiche, abbiamo inseguito Renzi che voleva andare subito al voto per fregarci, perché sapeva che alle amministrative ci saremmo sfracellati”. (agg. di Dario D’Angelo)
– Salvini gode, Meloni pure, Berlusconi idem: centrodestra felice dopo i risultati delle Elezioni Comunali 2017. Giusto? Non del tutto, diciamo… Gli scrutini proseguono ma ormai i grandi bilanci si possono già trarre nelle città più importanti al voto: M5s spazzato via, Pd non proprio fortissimo e spesso avanti grazie alle liste civiche, mentre il centrodestra sembra aver trovato nuovo smalto. Però, la contraddizione e la leadership interna tra Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, rendono questa semi-vittoria – ora si attendono i ballottaggi per vedere chi vince la vera battaglia delle Amministrative – dal sapore dolce-amaro. Salvini infatti ha commentato così il voto di ieri sera: «Mi permetto di dire che il centrodestra va bene quando è unito e a traino leghista, e lo dico con il massimo di rispetto. Valutiamo i dati ma è importante una coalizione con idee chiare e non avere tentazioni renziane e inciuciste ma se vediamo i voti di lista e in città storicamente di sinistra la Lega traina ed un significato ce l’ha».
Messaggio chiaro a Berlusconi che non avrà gradito, anche se ha consigliato subito dopo il voto di costituire un solo partito unico per arrivare più forti alle Politiche. Già, ma quel partito lì, ad oggi, chi lo guiderebbe? (agg. di Niccolò Magnani) Clicca qui per i risultati Comunali: Palermo, Trapani, Catanzaro – Genova, Parma, La Spezia – Monza, Crema, Buccinasco – Padova, Verona, Gorizia – Taranto, Lecce, Oristano e qui per gli aggiornamenti precedenti.
Con meno della metà degli aventi diritto che si è recato a votare a Como il candidato del centrodestra Mario Landriscina ottiene il 34,8% dei voti andando così al ballottaggio con Maurizio Traglio del centrosinistra ben distaccato al 26,4. Il Movimento 5 stelle ottiene solo il 5,4% dei voti mentre la Lista civica di Alessandro Rapinese ha sfiorato il ballottaggio ottenendo il 22,9% dei voti. Anche a Piacenza ballottaggio e anche qui centrodestra che con Patrizia Barbieri si impone con il 34,7% mentre il candidato del centrosinistra Paolo Rizzi è indietro al 28,1% con al terzo posto la Lista civica di Massimo Trespidi al 13,7% e 5 stelle al 9,1%. (Agg. Paolo Vites)
Ad esultare per i risultati di queste amministrative 2017 sono gli schieramenti tradizionali della politica italiana: centrodestra e centrosinistra si prendono una bella rivincita su un Movimento 5 Stelle che in queste elezioni comunali ha fatto flop. Come riportato da corriere.it, secondo Matteo Renzi il motivo della debacle grillina è presto detto, i pentastellati non sono credibili:”Gli italiani hanno capito che i Cinque Stelle non sanno decidere e sono incapaci di assumersi le loro responsabilità”. Un virgolettato che sa di vittoria quello del segretario del Pd, che al pari dello schieramento di centrodestra appare rivitalizzato da questa tornata elettorale. E i risultati della coalizione di centrodestra spingono il governatore della Liguria Giovanni Toti, che a Genova si è speso eccome per arrivare al ballottaggio in prima posizione con il candidato Bucci, a lanciare dai microfoni di La7 un’idea che fino a questo momento era sempre stata scartata dal suo leader, Silvio Berlusconi:”Il centrodestra valuti ipotesi di un partito unico”. (agg. di Dario D’Angelo)
Il flop del Movimento 5 Stelle è il dato eclatante che emerge dalle Elezioni Comunali 2017, ma sono tante le considerazioni suscitate da quest’ultima tornata elettorale. Un altro dato, in linea con le precedenti consultazioni amministrative, è infatti quello relativo alla liquefazione dei partiti tradizionali, che risultano circondati da una miriade di liste civiche. Intanto a Piacenza è avanti Patrizia Barbieri del centrodestra con il 34,32%, mentre Paolo Rizzi del centrosinistra ha ottenuto il 28,44% delle preferenze. Seguono Massimo Trespidi con il 13,6% e Andrea Pugni del Movimento 5 Stelle con il 9,07%. A Como è, invece, avanti il centrodestra con Mario Landriscina: ha finora il 35,86% dei voti. L’avversario Maurizio Traglio del centrosinistra non può star tranquillo con il 26,44%, visto che Alessandro Rapinese lo insegue con il 22,17% delle preferenze. Non sfonda il M5s: Fabio Aleotti ottiene solo il 5,40%. (agg. di Silvana Palazzo)
Proseguono gli scrutini in Italia per definire i risultati delle Elezioni Comunali 2017, fatta eccezione per Lampedusa. Un blackout sull’isola ha costretto a scrutinare alle luci degli smartphone, poi le operazioni sono state interrotte per circa venti minuti. Un problema elettrico ha lasciato al buio Lampedusa, dove l’energia elettrica è tornata solo pochi minuti fa. Intanto si susseguono le proiezioni in attesa dei dati definitivi. A L’Aquila, ad esempio, il candidato sindaco Americo Di Benedetto del centrosinistra è al 45%. Lo riferisce Ipr Marketing-Istituto Piepoli, che hanno effettuato la seconda rilevazione per la Rai. Il centrosinistra è, dunque, in vantaggio su Pierluigi Biondi del centrodestra, che invece è al 37%. Indietro Carla Cimaroni della sinistra con il 7% e infine Fabrizio Righetti del Movimento 5 Stelle al 5%. Intanto su Facebook il commento di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, sulle Amministrative: «Due dati stanno emergendo dal voto amministrativo: il primo è che pare che i cittadini comincino a capire il bluff del M5S. Il secondo è che quando il centrodestra fa il centrodestra raccoglie la fiducia dagli italiani. È la chiarezza che convince, non gli inciuci». (agg. di Silvana Palazzo)
Elezioni comunali 2017. Mentre lo spoglio è in corso e cominciano ad arrivare i primi dati reali, balza all’occhio il primo, vero dato politico di queste elezioni comunali: la sconfitta secca del Movimento 5 stelle, che dopo essersi aggiudicato, alle comunali 2016, Roma capitale (con Virginia Raggi) e Torino (con Chiara Appendino), resta fuori dal ballottaggio delle città che contano: l’inaccessibile Palermo, dove Orlando si afferma al primo turno (41-45%), Genova, L’Aquila e Catanzaro. Qualcuno, in casa Pd, fa maliziosamente notare che si è finalmente scoperto il motivo per cui Grillo ha mandato a monte il “tedeschellum”: la necessità di evitare una sicura disfatta nei collegi uninominali, quelli dove passa solo chi vince. Non sappiamo se sia così, però il sospetto è fondato. Oltre al danno di fare da spettatori al ballottaggio (degli altri), per i grillini arriva la beffa di Parma: dove Federico Pizzarotti, cacciato in malo modo dai pentastellati perché sul Teatro Regio aveva voluto fare da solo, con la sua lista civica ( 38-42%) se la vedrà al ballottaggio con Paolo Scarpa (centrosinistra), attestato al 28-32%, lasciando al grillino Ghirarduzzi un irrilevante 2-4%.L’altro dato politico, facilmente individuabile, che può essere rilevato accanto al crollo dei grillini è il ritorno a ballottaggi in cui il centrosinistra si contrappone al centrodestra— o viceversa. L’antipasto di un ritorno al bipolarismo? Si vedrà.
Dopo il primo turno, prima gli exit polls e poi lo spoglio di queste elezioni comunali delineano i prossimi ballottaggi del 18 giugno. In base alle proiezioni Piepoli per la Rai, a Genova Marco Bucci (centrodestra) al 37% sfiderà Giovanni Crivello (centrosinistra) al 31%. A L’Aquila si prepara una sfida tra Americo Di Benedetto (Centrosinistra) al 45% e Pieluigi Biondi (Centrodestra) al 37%. A Verona il candidato sindaco Federico Sboarina (Centrodestra) è al 28%, e se la vedrà probabilmente con Orietta Salemi (centrosinistra) che si ferma al 24%. I voti di Patrizia Bisinella (Lista civica) al 22% potrebbe essere importante al ballottaggio. Ballottaggio anche a Catanzaro tra il sindaco uscente Sergio Abramo del centrodestra (40-44%) e il candidato del Pd Vincenzo Antonio Ciconte (tra il 28 e il 32%). La lista civica (con l’appoggio della sinistra) di Nicola Fiorita si colloca tra il 21 e il 25%. Da segnalare infine la vittoria al primo turno di Leoluca Orlando a Palermo. L’artefice della “primavera di Palermo” degli anni Ottanta, l’allievo di padre Sorge e padre Pintacuda, diventa sindaco per la quinta volta grazie ad una modifica della legge elettorale: per vincere al primo turno infatti non ha dovuto raggiungere il 50%+1 dei voti, ma “solo” il 40%.
Arrivano anche le prime dichiarazioni dei politici. Da segnalare quella del riconfermato sindaco di Palermo, che suona come una prima stoccata di a Renzi. Orlando si dice favorevole a una coalizione con Giuliano Pisapia (Renzi l’ha evocata subito dopo l’affondamento del tedeschellum alla Camera), ma sottolinea che “siccome Berlusconi e Pisapia non sono la stessa cosa, bisogna lavorare a un programma comune che affronti i problemi concreti degli italiani. Un giorno ci si rassegna a una legge che ti porta a far l’alleanza con Berlusconi, un altro si guarda a sinistra. Partiamo invece da un programma che interpreti la lotta alle diseguaglianze, anche valorizzando alcuni passi fatti dal governo, come il decreto sulla lotta alla povertà”. A maggior ragione suonano per lo meno strane le parole di Lorenzo Guerini, che ascrive a merito del Pd anche il successo di Orlando a Palermo, quando invece il sindaco uscente non ha voluto che il simbolo del partito di Renzi comparisse sui suoi manifesti. Ivan Scalfarotto nel frattempo invita Grillo a rimettere mano alla scatola del Malox (“non è ancora scaduto”) e Salvini dice che il centrodestra vince quando è a traino leghista. Forse è il contrario.