Tra i sondaggi prodotti in questi ultimi giorni di Legge Elettorale e Elezioni Comunali, forse quello di Ceda Emg è passato un po’ in sordina eppure mostra dati molto interessanti riguardo la presenza dei politivi in tv. In periodo di campagna elettorale pre-Politiche o anche per le stesse Amministrative. Si scopre, e forse questa non è una novità dato la sua perfetta integrazione con la comunicazione in senso lato, è Matteo Renzi il politico più presente nelle varie trasmissioni trasversali su tutti i canali. Ben 4.54 minuti, praticamente doppiando il secondo in “classifica”. Bene, qui la sorpresa: più di Gentiloni, che pure è premier, di Di Maio e di Mattarella, è Andrea Orlando, ministro della Giustizia e tra i maggiori rivali di Renzi all’interno del Pd. Ben 2 ore e 25minuti per lui, davanti al premier (01:57:20) e al Governatore Puglia Michele Emiliano (01:33:36).
Le primarie Pd hanno di certo inciso negli scorsi mesi per i conteggi dei timing in tv, eppure restano numero importanti: Di Maio e Mattarella, un’ora e venti minuti, e poi il trio del centrodestra, Berlusconi, Salvini e Meloni (00:38:41; 01:18:53; 00:36:42). Chiudono la speciale classifica estesa dai sondaggi Emg, Alfano, Boldrini, Grasso e Fratoianni.
Tra i comuni superiori ai 15mila abitanti il Pd risulta ancora il primo partito dopo il primo turno alle Amministrative 2017 appena passato: con un sondaggio e uno studio pubblicato da SkyTg24 il giorno dopo delle Elezioni Comunali 2017, si scopre che a livello nazionale la lista maggiormente votata rimane il partito di Renzi, con il 16,6%. Un dato molto basso, ovviamente, ma che va letto assieme al grande profusione delle Liste Civiche che nelle Amministrative “drogano” i calcoli nazionali per le liste “classiche”. Il 20,2% ha infatti votato una lista di centrosinistra, mentre il 6,9% ha optato per una lista a piena esclusione del “renzismo”, dunque a piena sinistra del Pd. Il 4,1% ha votato una lista del centro, mentre Forza Italia 7%, Lega Nord al 7,8% e il centrodestra in generale con il 16,9% hanno ricevuto molto di più in termini di voti delle ormai residente forze “moderate” del centro. 2,5% a Giorgia Meloni e al suo partito, altre liste civiche indipendenti al 6,4% e infine il Movimento 5 Stelle, vera sorpresa in negativo di queste Comunali 2017, ha preso solo 9% dimostrandosi ancora non pronto per la chiamata “locale”, mentre sul fronte nazionale potrebbe anche essere in grado di sostenere a breve una sfida “totalizzante” come le Elezioni Politiche, non così lontane nonostante i problemi con la legge elettorale nazionale.
I dati raccolti da YouTrend sui voti ancora parziali ma in larga parte decisi per le Elezioni Comunali, fanno ben comprendere molto meglio di tanti sondaggi incerti in questi ultimi mesi come l’aria che tira nei principali partiti del Paese sia bene diversa. Il crollo del Movimento 5 Stelle è significativo anche se non per forza a livello totale, visto che storicamente le realtà locali vivono di tradizione di anni che i grillini ovviamente non possono avere essendo nati da molto poco. Ma i dati che giungono da YouTrend sono comunque importanti e segnano un ritorno, quantomeno parziale, del Bipolarismo.
Per quanto riguarda i comuni superiori ai 15mila abitanti al voto nelle Amministrative di ieri, 22 sindaci del centrosinistra sono stati eletti al primo turno, 8 del centrodestra, 1 della Lega, 1 di FdI e 4 liste civiche. Al Ballottaggio in testa invece ci vanno 45 candidati Csx, 44 del centrodestra unito, 1 del M5s, 4 liste del centro e tre della sola Lega Nord. Da ultimo, al ballottaggio come secondo candidato vanno 41 del centrosinistra, 33 del centrodestra e 7 del Movimento 5 Stelle. Se non è bipolarismo questo, davvero poco ci manca…
Tabella di riepilogo (provvisoria) dei comuni superiori: il ritorno del bipolarismo? #maratonayoutrend #elezioniamministrative2017 pic.twitter.com/xiYf9aAHNZ
— YouTrend (@you_trend) 12 giugno 2017
Il giorno dopo il primo turno delle Amministrative ha evidenziato una tenuta buona anche per i sondaggi e le previsioni sulle varie realtà dei sondaggi politici ed elettorali. Nelle principali città al voto – Palermo, Genova, Verona, L’Aquila, Catanzaro, Parma – i dati che davano verso i presunti ballottaggi sono quasi dovunque stati azzeccati, con forse Leoluca Orlando che non tutte le case statistiche avevano dato così in testa e così vincente già dal primo turno (chiude con il 45%, rieletto così per la seconda volta consecutiva sindaco palermitano). Un solo caso ha visto i pronostici in difetto rispetto a quanto la realtà è andata affermando: mentre per Pizzarotti, Sboarina, Abramo e Bucci, il vantaggio nei rispettivi ballottaggi è stato rispettato, per quanto riguarda la città padovana i dati elettorali e le intenzioni di voto avevano messo Bitonci non in pole position per essere rieletto; invece i voti hanno visto trionfare il sindaco uscente, che andrà con un 40.2% al primo turno a sfidare nel ballottaggio il candidato del centrosinistra Sergio Giordani (che ha chiuso con il 29,3%).
Sono molto interessanti gli ultimi sondaggi pubblicati da Emg Acqua per il Tg La7 diretto da Enrico Mentana: il sistema tedesco è stato in votazione e con gli esiti nefasti che tutti conosciamo negli ultimi giorni. Negli scenari elettorali diviene ovviamente essenziale per iniziare a capire quali conseguenze potrebbero esserci con la nuova legge elettorale di ispirazione tedesca. Ebbene, con una simulazione effettuata da Emg con il Pd al 30% i numeri dei seggi alla Camera dopo l’eventuale accordo post-urne si fa parecchio interessante. Le liste prenderebbero da sole questi numeri: M5s con 212 seggi, Pd con 219, Forza Italia con 94, Lega Nord 92, Sinistra Italiana 1, Fratelli d’Italia, Ap e Mdp rimarrebbero fuori dal Parlamento. Ma se si ipotizza una “coalizione” allora il governo potrebbe essere raggiunto da una particolare aggregazione elettorale: Pd, Forza Italia e Alternativa Popolare (che però non entrerebbe alla Camera) insieme compongono 319 seggi, utili per poter avere la maggioranza assoluta (ne servono 316).
Larghe intese al governo, al momento l’unica strada percorribile, al netto di tutta la particolare e ambigua situazione di un Esecutivo a guida Renzi-Berlusconi: le altre coalizioni possibili rimangono tutte dietro e di molto alla soglia utile, sia il centrosinistra normale che quello allargato, sia il centrodestra ristretto e sia la coalizione sovranista “no-Euro” che raccoglie però 304 seggi, molto vicini, con M5s, Lega e Fratelli d’Italia. Sono ovviamente scenari e simulazioni, è chiaro che la realtà politica dirà molto altro ancora ma restano dati interessanti per iniziare a fare i conti con gli effetti e le modalità del sistema elettorale proporzionale.