Sono due delle città tra le più importanti al voto  e i cui risultati hanno visto il Pd in sofferenza e il M5s neanche lontanamente competitivo: le Elezioni Comunali a Padova e Verona si sono “risolte” in un ballottaggio tra 4 candidati forti e con largo consenso tra i cittadini, con la Lega nord che rappresenta per 3 su 4 (escluso Giordani a Padova) un presente e un passato importante. Per questo motivo il Governatore del Veneto, Luca Zaia, ha rivolto un appello e un”endorsement scontato per i due candidati Bitonci e Sboarina. «I ballottaggi sono elezioni reali solo se c’è una buona affluenza alle urne: per questo dico a chiunque, di qualunque colore politico, di andare a votare, come messaggio di civiltà», spiega il Presidente Zaia durante il Consiglio Regionale del Veneto, e poi aggiunge.



«Arriviamo ai ballottaggi partendo davanti. Abbiamo due bravi candidati: Sboarina lo conosco bene; Bitonci, poi, ha avuto una percentuale superiore rispetto alla precedente elezione. Per questo ritengo che abbiamo chance e che ce la giocheremo». Per la Bisinella, compagna dell’ex leghista Tosi, il passato è simile e sarà interessante vedere le altre liste e gli altri elettori cosa faranno al ballottaggio, se favorire un Tosi-ter camuffato oppure il candidato del centrodestra.



L’analisi di Matteo Renzi sulle Elezioni Amministrative arriva il giorno dopo quello “canonico” – passato in visita ad Amatrice, per marcare forse furbescamente la differenza dagli altri leader politici – e richiama l’attenzione sul Movimento 5 Stelle, non solo come “sconfitto” delle Comunali ma come pericolo tutt’altro che secondario. «Le elezioni Amministrative non hanno un valore nazionale, ma il dato oggettivo è che il M5s ha perso. Occhio però, non bisogna dare per morto Grillo. Sono un esperto del settore visto che una volta alla settimana danno per morto anche me… Il M5s esiste, ha una forza politica. Non so quanta vita abbia ancora davanti, ma è un avversario per le prossime elezioni politiche», spiega Renzi a RepTV questa mattina in una intervista a Massimo Giannini. Le Comunali hanno però evidenziato che oltre ai grillini, la forza da non tenere sottovalutata è quella del centrodestra, al netto delle tante liste civiche che hanno fatto il botto a livello locale ma non potranno ripetersi su scala nazionale.



«La grande coalizione con Berlusconi non è l’opzione mia, non è di Berlusconi, non lo è di nessuno. Le grandi intese arrivano, se arrivano, quando c’è lo stallo», spiega Renzi alla domanda su possibile alleanze centrodestra-centrosinistra future. «Questo potrà accadere comunque, non raccontiamo balle agli italiani. E’ normale  che se uno non ha i numeri in Parlamento li deve trovare», spiega ancora Renzi, secondo cui il sistema legato al proporzionale va esattamente in quella direzione. «Gli accordi li fai in Parlamento. Se fosse entrato in vigore il sistema tedesco col 40% rischi di prendere la maggioranza assoluta… In Italia è accaduto due volte, con Fanfani e col Pd nel 2014».

È ribaltone ad Asti: il Movimento 5 Stelle conquista un ballottaggio che sembrava insperato due sere fa dopo i primi exit poll delle Elezioni Comunali. Al ballottaggio infatti contro Maurizio Rasero, candidato centrodestra che ha vinto il primo turno al 47% ci andrà Massimo Cerruti del M5s e non Angela Motta, del Pd: il motivo è semplice e riguarda il riconteggio dei voti avvenuto in mattinata dopo le tante schede contestate durante lo spoglio dei seggi. Il pochissimo scarto tra il secondo e il terzo posto alle Amministrative di Asti aveva fatto richiedere ai grillini il nuovo conteggio, e questa mattina la sorpresa: «Ci sono 50 voti in più del movimento cinque stelle rispetto a quelli di Angela Motta, la candidata del Pd. Sarò io ad andare al ballottaggio«, ha annunciato il candidato pentastellato Massimo Cerruti. Immediata la replica del Pd che afferma con la stessa Motta, «Stiamo valutando se richiedere nuovi conteggi. Incontreremo il nostro consulente e prenderemo una decisione».

Il Movimento 5 stelle ha perso clamorosamente la battaglia delle Amministrative, ma non la guerra delle Elezioni: obiettivi la Sicilia e il Governo nazionale, come ha ripetuto ieri Beppe Grillo. Oltre ad un evidente tentativo di giustificare con gli elettori la batosta elettorale, il fondo di verità c’è sia per la storia – le radici territoriali per un partito come questo sono assai complesse – e sia per lo spirito “nazionale” con cui il Movimento ambisce fin da subito. In una intervista oggi a Il Fatto Quotidiano, il giovane leader Luigi Di Maio ribadisce la linea di Grillo e avanza un “monito” agli altri partiti. «Siamo stati coerenti e non abbiamo fatto calcoli, mentre Pd e Forza Italia hanno fatto le ammucchiate per raccogliere voti. Il M5s sta crescendo, mentre questi partiti si stanno estinguendo», spiega il vicepresidente della Camera che fa anche piccola autocritica quando afferma come «in queste settimane ho sbagliato a parlare troppo di legge elettorale».

Per di Maio nell’ultimo anno i gruppi grillini sono stati «assaltati da approfittatori che volevano usarci per entrare nelle istituzioni. Ci siamo dovuti difendere, e questo ha creato tensioni, facendoci perdere tempo ed energie». Linea “curiosa” quella del grillino che poi va dritto contro le “ammucchiate”, «quello di queste elezioni non può essere un dato nazionale, perché alle Politiche i partiti non potranno fare ammucchiate con le liste civiche. E questo mi rincuora», conclude il “delfino” a Cinque Stelle sulle colonne de Il Fatto.

Scattano le due settimane che portano dal primo al secondo turno delle Amministrative, e l’attenzione si sposta inevitabilmente sulle alleanze al voto e i possibili “ticket” dei partiti e liste sconfitte che potrebbe divenire i classici aghi della bilancia per la vittoria finale al ballottaggio. È il caso di Catanzaro, ad esempio, dove Sergio Abramo del centrodestra è sì davanti e di molto anche al rivale Vincenzo Ciconte (40% vs 29%) ma dovrà stare attento alle scelte di Nicola Fiorita, Sinistra civica e grande protagonista con exploit alle urne, sfiorando il ballottaggio con il 27% delle preferenze.

Sarà determinante la scelta dell’outsider che dovrà ora decidere – ammesso che lo faccia e lo dica pubblicamente – tra l’appoggiare il Pd, scelta più logica per parte politica, o effettuare il clamoroso ribaltone, pur di non favorire i nemici-amici del partito renziano. Finora Fiorita non si è voluto scoprire nell’annunciare un endorsement per Abramo o Ciconte, in palio potrebbe esserci però un’alleanza anche in Consiglio Comunale e per questo le prossime ore saranno decisive per le Comunali di Catanzaro e per il suo destino alle urne. 

La “roboante” cavalcata verso le Elezioni Politiche non c’è stata, anzi, per il Movimento 5 Stelle queste Amministrative rappresentano un punto di arresto, non definitivo certo, nella corsa alla guida del Paese. Al nord sopratutto, l’effetto-Cinque Stelle non c’è stato con l’esclusione da tutte le piazze importanti al voto lo scorso 11 giugno: fuori da Padova, da Verona, da Monza ma soprattutto da Genova, dove Luca Pirondini “paga” la frattura interna dopo il caso Putti prima e Cassimatis dopo. Beppe ha cercato di girare le carte sul suo blog, «Tutti gongolano esponendo raffinate analisi sulla morte dei 5 Stelle, sul ritorno del bipolarismo, sulla debacle del MoVimento, sulla fine dei Grillini. Adesso il primo obbiettivo è dare il massimo supporto ai nostri candidati al ballottaggio tra due settimane.

A luglio avremo il candidato presidente della regione siciliana, a settembre avremo il candidato premier»; ma il dato resta, con i ballottaggi “importanti” al nord (e non solo) che non vedono il segno pentastellato ancora in corsa. Bucci contro Crivello a Genova, Bitonci contro il dem Giordani a Padova e Allevi contro Scanagatti a Monza, in una lotta ancora una volta tra centrodestra e centrosinistra che sa molto di “seconda repubblica”. Un dato che tornerà anche alle Prossime Politiche o si può considerare queste Amministrative 2017 delle fragorose e importanti ma comunque “parentesi” rispetto al contesto nazionale?

M5s non sorride di certo, ma anche il Pd di Renzi non può dirsi in piena salute: ha raccolto quasi ovunque buoni risultati, vincendo più di tutti al primo turno e rimanendo in testa per i ballottaggi in più località rispetto ai rivali, eppure dovunque sono le Liste Civiche che hanno fatto il “botto” con il Pd che resta ai margini spesso delle coalizioni vincenti (il caso di Palermo su tutti, con Leoluca Orlando sindaco al primo turno praticamente senza l’apporto significativo dei renziani). A Parma e Genova i due “guai maggiori” con Pizzarotti e Bucci che al momento sembrano in vantaggio sui candidati dem Scarpa e Crivello: bene invece l’affermazione a L’Aquila, con il ballottaggio che vede in netto vantaggio Di Benedetto contro Pierluigi Biondi, mentre il Csx parte in svantaggio a Taranto con Melucci (contro Baldassarri) e a Lecce, dove Giliberti ha praticamente doppiato Salvemini nella sfida in previsione tra due settimane.

Un centrodestra dunque che più di tutti dovrebbe sorridere in queste Comunali, ma a cui resta aperto un punto di domanda grande come una casa: Salvini, Berlusconi o “altri” dovranno raccogliere il “timone” della grande e complessa nave del centrodestra italiano? Per avere una panoramica completa su tutti i risultati, le preferenze e i dati sulle Elezioni al primo turno, è possibile consultare questo link.