E’ iniziata oggi, in modo tutt’altro che pacifico, la discussione in Senato sullo Ius soli, ovvero il ddl che conceda la cittadinanza ai figli di immigrati nati o cresciuti nel nostro Paese. Sin dalla vigilia di questo importante appuntamento in aula, il Movimento 5 Stelle aveva già annunciato la sua astensione. Da oltre un anno, come ricorda TgCom24, il provvedimento è bloccato al Senato ed adesso è arrivato il momento di incardinarlo in assemblea nonostante le difficoltà incontrate dalla Commissione Affari Costituzionali. A causa dell’ostruzionismo della Lega Nord, infatti, non è stato possibile giungere ad un testo finale quindi il testimone è passato all’Aula che dovrà vedersela con gli 80 mila emendamenti presentati dal partito di Matteo Salvini. Ma cos’è di fatto lo Ius Soli e perché sta dividendo così tanto il Senato? Stando alle stime Istat, sarebbero oltre 640 mila i ragazzi che grazie a questa nuova legge potrebbero ottenere la nuova cittadinanza in quanto partoriti in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno in possesso di regolare permesso Ue di lungo periodo. A questi si aggiungerebbero 166 mila studenti nati all’estero ma che avrebbero completato i cinque anni di scuola in Italia. I beneficiari dello Ius soli, dunque, sarebbero circa 800 mila.
La discussione sulla legge, tuttavia, in Senato ha già visto uno scontro non solo verbale tra maggioranza ed opposizione. Ma vediamo nel dettaglio cosa dovrebbe introdurre la legge in discussione che proprio non piace, primi fra tutti, ai senatori del Carroccio e che si propone di introdurre nuove regole in merito all’acquisizione della cittadinanza italiana. I casi in oggetto sono due e nello specifico, come accennato, i figli di genitori stranieri nati nel nostro Paese di cui la madre o il padre abbiano permesso di soggiorno illimitato o di lungo periodo e residenza da almeno 5 anni. Secondo il ddl Ius soli è considerato cittadino italiano anche il minore straniero nato in Italia o che vi abbia fatto ingresso entro il suo 12esimo anno di età. In questo caso l’acquisizione della cittadinanza avviene qualora abbia frequentato regolarmente un percorso formativo di almeno 5 anni in Italia (il cosiddetto ius culturae). L’acquisizione, tuttavia, non è automatica ma avviene su richiesta esplicita dell’interessato entro due anni dal raggiungimento della maggiore età ammesso che non vi abbiano già provveduto i genitori.