Con la svolta della Chiesa e di Papa Francesco sul fronte corruzione l’ex senatore Sergio De Gregorio non si sente per nulla “tranquillo”: il Pontefice starebbe lanciando un decreto per mettere a scomunica – dopo ovviamente degli studi, discussioni e approfondimenti da effettuare nei prossimi mesi – mafiosi e corrotti, reputando quel “morbo” distruttivo per la condizione umana e sociale. Intervistato da Repubblica proprio su questo punto, l’ex senatore condannato per corruzione, avendo ammesso di aver ricevuto da Silvio Berlusconi 3 milioni di euro per far cadere il governo Prodi (ha patteggiato 20 mesi per corruzione in carcere), non si sente scomunicabile. «Ho confessato le mie colpe davanti ai giudici prima ancora di essere chiamato a risponderne», ammette al collega di Rep l’ex senatore De Gregorio, simbolo delle caduta di Prodi nel suo secondo governo durato solo due anni. «Ho fatto un passo in avanti che nessuno mi aveva chiesto, ho ammesso le mie responsabilità e detto la verità», prova a difendersi De Gregorio, specie rispetto alle affermazioni di Bergoglio che in questi mesi ha detto che “difficilmente un corrotto torna indietro”.
«Il Pontefice e il Vaticano dovrebbero giudicare caso per caso. Ho confessato le mie colpe e non penso di dover essere scomunicato»: sfida aperta a Francesco? Neanche per sogno, anzi “rilancia” con la preghiera: «al Papa ho scritto per chiedere il perdono dei miei peccati […], Continuerò a pregare», risponde l’ex senatore condannato per corruzione (assieme a Berlusconi, ndr) rispetto alla possibilità di essere scomunicato personalmente. «Continuerò ad andare in Chiesa tutti i giorni, non sono convinto che quella della scomunica per i corrotti sia una strada automatica. E poi perché dovrebbe essere punito chi ammette le proprie colpe e non chi è salvato con la prescrizione?», attacco l’ex Idv, con una stilettata decisa contro Berlusconi. «Non è un corrotto lui, è un prescritto. Io dei miei peccati sono sinceramente pentito, perché dovrei essere escluso dalla Chiesa?».