Potrebbe essere decisivo Pierluigi Bersani nei secondi turni di domenica per le città di Piacenza e La Spezia. Ma decisivo in che senso e verso quale candidato? Le Elezioni Comunali rischiano di vedere un secondo flop, dopo il Movimento 5 Stelle del primo turno: il Pd è sì al ballottaggio in quasi tutti le città più importanti delle Amministrative, ma potrebbe perdere importanti battaglie in città dove è al secondo posto e in svantaggio rispetto ai candidati del centrodestra. A La Spezia ad esempio, ex roccaforte comunista-socialista-Pd per anni, il candidato dem Paolo Manfredini è al 25%, mentre Peracchini vola con il 32%, ma potrebbero arrivare voti importanti dal ticket con l’Mdp di Bersani. Di contro, Renzi teme per la città di Piacenza, dove Sandra Ponzini (candidata Mdp per la città dello stesso Bersani) sosterrà con pochissimi proclami Paolo Rizzi (28% al primo turno) contro un favorito candidato centrodestra, Patrizia Barbieri (34,7%). Dalle sfide centrali per le città più importanti, come può essere anche Genova, si vedrà anche lo stato di salute della gestione interna al centrosinistra di Renzi & Co.
Senza un vero annuncio pubblico, ma con un messaggio molto chiaro, per i ballottaggi alle Elezioni Comunali a Parma la Lega Nord segue il canovaccio introdotto la scorsa settimana dopo il primo turno da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Lo riassumiamo così, “tutto tranne il Pd” e pensiamo renda bene l’idea: con un messaggio a firma Lega Nord Parma anche la candidata uscita sconfitta (Laura Cavandoli) per non molto distacco dal candidato Scarpa del Pd si mostra schierata come il suo segretario Matteo Salvini del tutto contro il Pd. Dunque, per difetto, i voti del centrodestra praticamente compatto (almeno a livello dirigenziali, poi si vedrà gli elettori cosa sceglieranno davvero, ndr) andranno a confluire per il candidato favorito e sindaco uscente, Federico Pizzarotti. «Da qui al 25 il mio unico impegno è girare l’Italia per battere Renzi e il Pd ai ballottaggi nei comuni. Dal 26, lavorerò per unire, e per vincere anche a livello nazionale» aveva detto Salvini prima del primo turno di Amministrative.
Anche se nel comunicato la Cavandoli non esprimono direttamente voto per Pizzarotti, l’intenzione è quella di seguire Salvini, come conferma in una chiacchierata a Repubblica l’ex candidata a sindaco di Parma: «Il nostro invito agli elettori è di andare a votare, nonostante il gran caldo che temo condizionerà l’affluenza in negativo. Ci conformiamo a quanto ha detto Salvini e dunque seguiamo le indicazioni del federale. Quello che facciamo – ribadisce – è invitare al voto che da parte nostra sarà contro il Pd». Pizzarotti non piace al centrodestra, ma pur di osteggiare Renzi e il suo partito, qualche “turatura di naso” di democristiana memoria si prepara già sulla città di Parma…
A quattro giorni dal secondo turno delle Elezioni Comunali a Genova, una delle città più importanti al voto, il Movimento 5 Stelle fa il passo che tutti si aspettavano, almeno a livello pubblico. «M5s non darà l’appoggio né al candidato del centrodestra, Bucci, né a quello del centrosinistra, Crivello»: grillini decisi, almeno dalla base del partito (che qui a Genova non è che sia in piena sintonia con gli stessi elettori, vedi i casi Putti e Cassimatis, ndr) a non appoggiare né centrosinistra né tantomeno il candidato “totiano” e favorito alla vittoria finale. Oltre che un importante annuncio a livello locale, con i grillini che non prendono ufficialmente posizione tra i due candidati sindaco, il tema ha un risvolto completamente nazionale. Nell’epoca dove su molti punti si trovano in piena sintonia – legge elettorale prima, poi migranti e ius soli, Lega Nord e Movimento 5 Stelle arrivano allo strappo, o almeno: «Il M5S, appena messo piede a Roma, ha tagliato di netto 40 milioni di sprechi della macchina comunale, la Lega Nord invece ancora deve spiegare agli italiani come Belsito e Bossi hanno «investito» 56 milioni di euro di rimborsi elettorali «spariti» in Tanzania. Già in questo esempio sta la distanza siderale tra noi e loro».
E come se non bastasse, la lotta tra i “populismi” si trasforma in un attacco unilaterale tanto contro il centrodestra quanto contro il centrosinistra: sentite la consigliera regionale Alice Salvatore, al Secolo XIX, «Bucci e Crivello sono entrambi la sintesi della politica clientelare e affaristica che noi combattiamo ogni giorno. Le amministrazioni del M5S risanano i bilanci comunali e costano meno ai cittadini, rimettono in piedi i comuni divorati da quei partiti».
La situazione per i ballottaggi nelle comunali del comasco e alta Brianza riflette da vicino quanto già sta avvenendo a Genova in queste ore: gli apparentamenti son sempre meno frequenti e la libertà di voto è ridata completamente o quasi agli elettori. Nessuna indicazione particolare arriva infatti né a Como, né tantomeno a Erba o Cantù: rimane dunque come al primo turno, con la sfida tra il dem Maurizio Traglio e il centrodestra Mario Landriscina. Bruno Magatti e la sua lista civica “Civitas” sembra il nomale approdo di un ticket con il centrosinistra; e invece no, nessun annuncio pubblico e ognuno così si tiene i voti lasciando agli elettori la facoltà di decidere in volontà loro se andare o meno alle urne e chi votare soprattutto. «La nostra porta è sempre aperta in questi mesi ho cercato di fare un ragionamento sui contenuti e sulle persone più adatte a portare avanti un programma di cui io sarò garante», spiega in un evento pubblico il candidato Traglio. Magatti però non vuole “chiudersi” in un ticket raffazzonato e all’ultimo momento, e così a Como si riparte dalla lotta tutta “bipolarista” uscita dalle elezioni di due settimane fa.
Nella città di Erba la situazione è pressoché simile, anche se cambiano nettamente gli attori in gioco: è in pratica solo il centrodestra a concorrere, con la sfida tra Claudio Ghislanzoni e Veronica Airoldi che ha tenuto fuori dalla contesa sia il Pd che il Movimento 5 Stelle. Ebbene, nessuna delle due formazioni si è sbilanciata indicando un “preferito” alla guida del comune di Erba. Anche se poi il segreto dell’urna dirà con chi davvero si sono schierati metà dei cittadini che al primo turno non avevano scelto centrodestra.