I ballottaggi di domenica? “Berlusconi batte Renzi. Genova al centrodestra, a Parma vince Pizzarotti”. Nonostante sia stato cacciato da Grillo. A proposito di Grillo, è sul leader di M5s che Arnaldo Ferrari Nasi, analista politico e sondaggista, ha le tesi (e i numeri) più interessanti. Qualche giorno fa ha pubblicato un sondaggio intitolato “Sul mutamento strutturale dell’elettorato del Movimento 5 Stelle”. E Renzi potrebbe essere il primo a farne le spese.
Ferrari Nasi, perché “mutamento strutturale”? Che cosa sta succedendo a M5s?
Nel 2013 M5s era il partito degli insoddisfatti e pescava da entrambe le parti. All’epoca il centrodestra era in una fase di completa disfatta e regalava molti voti a Grillo. Oggi i voti M5s estranei alle file del movimento vengono per l’80 per cento dal centrosinistra, per il 20 per cento dal centrodestra.
Sta dicendo che l’elettorato grillino è costituito da scontenti di sinistra.
Diciamo che M5s sta perdendo la sua anima di destra. Dunque la sua trasversalità si indebolisce. Questo è molto importante a livello di politica nazionale e di centrodestra. Sa che il 58 per cento degli elettori vuole ancora il bipolarismo? Ho dati recenti in proposito.
E il proporzionale puro?
Lo vuole solo il 7 per cento. Significa che mentre in Parlamento si tenta di fare una legge elettorale proporzionale, l’elettorato ragiona ancora in chiave bipolare.
Questo cosa comporta?
Vuol dire che M5s, spostandosi a sinistra, formulerà proposte più di sinistra che di destra, allontanando l’elettorato di centrodestra che ha al proprio interno. Sarà più facile trovare un tratto comune tra la sinistra classica, Pd e alleati, e il M5s. Insieme otterranno un nemico solo e questo ricompatterà l’elettorato di centrodestra, che tornerà più facilmente a riconoscersi in Berlusconi e nei suoi compagni di viaggio.
Come fa a dire queste cose?
Sulla base di un panel di domande che ripeto su intervalli di tempo molto lunghi, anche per dieci anni. In questo modo ho costruito un trend, anzi più di uno.
Come l’ultima domanda che ha rivolto a chi ha votato M5s alle ultime elezioni: “Quanto è d’accordo con questa affermazione? Oggi il partito che io ho votato alle elezioni mi sta deludendo”. Risposta: 31 per cento. Una botta.
I 5 Stelle hanno detto che dove si sono presentati hanno ottenuto dei consiglieri, ma è una risposta che maschera la sconfitta. M5s alle amministrative è andato bene solo quando le coalizioni tradizionali si sono spezzate o frammentate, come a Roma, e solo quando Grillo ha avuto modo di correre al ballottaggio dimostrando di essere una risorsa e accaparrandosi i voti di destra e di sinistra in libera uscita.
Se invece si presenta un personaggio credibile, una coalizione coesa?
In questo caso Grillo è meno attrattivo. Però resta vero che ogni realtà ha qualcosa di peculiare e non si può generalizzare.
I ballottaggi di domenica sono un voto politico?
No e sì. No perché il voto locale segue dinamiche sue, sì perché potrà avere effetti politici nazionali. Ma la formazione del voto nazionale è assai differente da quella che avviene a livello locale.
Però chi porta a casa più sindaci importanti avrà più vento nelle vele.
Sicuramente. Attenzione però. Prendiamo Genova. Se il centrodestra vince, come è possibile, sarebbe un colpo. Però è probabile che a Berlusconi crei anche qualche problema.
Scherza?
No. Perché Berlusconi vuole il proporzionale? Perché così agli elettori dice che rifà il centrodestra, e poi alle politiche fa la grande coalizione con Renzi. E’ mille volte più affidabile Renzi di Salvini.
E agli elettori va bene così?
Dipende. Se si ragiona su temi particolari, nozze gay e ius soli, ognuno torna a ragionare come a casa propria. Ma in questo momento ci sono temi più importanti, la stabilità, l’economia, le relazioni internazionali.
Perché il centrodestra tiene?
Perché è una pallida immagine di ciò che era nella seconda repubblica. Però l’immagine c’è: il centrodestra è riconoscibile. Disunito ma riconoscibile. Gli interisti erano più contenti ai tempi del triplete, tuttavia la squadra c’è ancora, mi spiego? Dunque il centrodestra c’è, non è più allo sbando come nel 2013, è la coalizione che con Toti si è aggiudicata la Liguria, non importa se per le risse altrui. Basta questo per essere attrattivi. Berlusconi ha capito che con i passettini si recupera elettorato.
Parma?
O vince Pizzarotti o non vince Pizzarotti. Se perde, Grillo esulta, ma i grillini a Parma votano per lui, per il sindaco uscente. I valori sono quelli, la questione formale è secondaria.
A Verona?
Credo vincerà il centrodestra. Risulta che Tosi è andato con la sinistra, punto. Ha dato i voti alla sua compagna? E’ un familista, è come tutti gli altri.
La Raggi a Roma fa perdere voti a Grillo o no?
Fino a poco tempo fa Grillo stava attento a non farle fare nulla di eclatante. Per non farla sbagliare. Facendo poco o nulla, non ha fatto nemmeno nulla di grave. In questo modo la Raggi, e con lei M5s, è vissuta di rendita rispetto alla richiesta di trasparenza che viene dagli italiani.
Richiesta di trasparenza, ha detto?
Sì. Ancora oggi l’istanza prima degli elettori non è tanto la ripresa dell’economia, men che meno l’Europa o i migranti, ma l’onestà e la trasparenza. Su questo punto dispongo di un trend pluriennale e posso dimostrare che non è cambiato nulla rispetto a prima. Questo fattore dimostra anche la tenuta di M5s. Però…
Però?
Negli ultimissimi tempi la Raggi si sta impegnando in modo più concreto: ecco, questo può intaccare la dote di consenso dei 5 Stelle. Per questo se il centrodestra si coagula, sia pure su singole realtà territoriali, può togliere ulteriori voti a Grillo.
Come andrà domenica?
Direi che Berlusconi batte Renzi.
Chi sta meglio oggi in politica? Renzi, Berlusconi o Grillo?
Grillo ha fiuto, quello che si affina facendo per anni uno show davanti al pubblico. Infatti Grillo oggi fa esattamente quello che faceva prima. Idem per Renzi e Berlusconi: hanno fiuto, stile e capacità di accorciare le distanze. Su questo però Berlusconi resta imbattibile.
Il barboncino in braccio?
Un capolavoro come ha gestito la cosa, con alla fine la recita a memoria della poesia animalista. Ma non basta.
Perché?
Ci vuole la squadra. Tutti, Renzi, Grillo e Berlusconi, se hanno una buona squadra vincono, se non ce l’hanno alla fine perdono voti.
(Federico Ferraù)