Centrodestra vincente, centrosinistra sconfitto. E Movimento 5 Stelle “sparito” per gli avversari, mentre per il responsabile degli enti locali Luigi di Maio in grande crescita. Snocciola dati, Di Maio, in un tweet e detta la linea azzerando il risultato del primo turno: “Con 8 ballottaggi vinti su 10 siamo a 45 #sindaci5stelle: una crescita di oltre il 20%. Auguri a tutti!”. I 5 stelle si coccolano in particolare la vittoria a Giudonia e Ardea, in barba all’”effetto Raggi”. Il centrosinistra per bocca del capogruppo Pd Ettore Rosato ammette invece una sconfitta sonora: “Le elezioni sono andate male, abbiamo perso. Noi non ci inscriviamo alla lista di chi vince sempre”. Il centrodestra dal canto suo canta vittoria, ma anche qui non sono tutte rose e fiori. La riproposizione del modello “casa delle libertà” trova ostacoli a livello nazionale per i conflitti politici e personali con Area Popolare, a livello locale anche laddove i vecchi alleati vincono ci si spartisce scena e meriti in base alla scelta del candidato sindaco. Insomma se il modello della coalizione teoricamente sembra funzionare, troppi distinguo sul baricentro potrebbero lasciare il progetto al palo, quantomeno a livello di elezioni politiche e non amministrative. Chi vuole la trazione leghista, chi aspetta ancora la ridiscesa in campo di Berlusconi (ancora forzatamente ai box) e chi vorrebbe accreditarsi tramite primarie di coalizione per acquisire maggior peso politico. Il quadro di queste elezioni comunali, insomma, per una volta sembra essere composto più da vinti che da vincitori.



Clicca qui per Ballottaggi Elezioni Comunali 2017: come si vota. Qui i risultati Comunali: Trapani, Catanzaro, L’Aquila – Genova, Parma, La Spezia – Chiavari, Abbiategrasso, San Donato – Monza, Crema, Buccinasco – Padova, Verona, Gorizia – Taranto, Lecce, Oristano

Gli occhi erano puntati sulla città della lanterna, storico fortino “rosso”: Genova sta per essere espugnata dal centrodestra al ballottaggio. I risultati che stanno emergendo sono clamorosi: Marco Bucci sarebbe il nuovo sindaco con il 54% dei voti. Silvio Berlusconi aveva detto nei giorni scorsi che una vittoria a Genova avrebbe avuto anche un valore politico: «Significherebbe che le roccaforti rosse non esistono più». E, in effetti, così è stato: si prospetta una vittoria storica in una città che il centrodestra non ha mai amministrato. A Pistoia gli scrutini procedono molto velocemente: le sezioni scrutinate sono già la metà. Il candidato del centrosinistra e sindaco uscente Samuele Bertinelli è in svantaggio rispetto a quello del centrodestra Alessandro Tomasi. Un’altra roccaforte rossa sta passando al centrodestra: tra i due ci sono circa 8 punti di distacco. (agg. di Silvana Palazzo)



Il centrodestra sembra essere lanciato verso una vittoria elettorale al ballottaggio: ne è sicuro Renato Brunetta, che a Porta a Porta ha espresso soddisfazione per i primi dati. «Al momento appare una tranquilla, straordinaria, vittoria del centrodestra. Vincere a Genova è eclatante, Verona lo è altrettanto ma per motivi diversi», ha dichiarato l’esponente di Forza Italia. I primi dati sull’affluenza sono estremamente preoccupanti: si attesta sul 47,31%, un record negativo per il nostro Paese. Stando ai dati forniti dall’Istituto Piepoli il centrodestra è in vantaggio a Catanzaro, Taranto, Verona e Genova, mentre è testa a testa a L’Aquila con il centrosinistra, che pare in vantaggio invece a Taranto. A Parma, invece, Federico Pizzarotti, il sindaco uscente “sganciatosi” dal Movimento 5 Stelle, è in ampio vantaggio sul candidato del Partito democratico. Si attendono comunque le prime proiezioni. (agg. di Silvana Palazzo)



Urne chiuse, subito bagarre di exit polls e proiezioni per i risultati di queste elezioni comunali. Puntuali come gli atleti ai nastri di partenza i sondaggisti si sono scatenati proprio allo scoccare delle 23 per anticipare i risultati dei ballottaggi con i possibili vincitori. Difficile però per tutte le città avere situazioni di chiaro vantaggio. In quattro grandi città infatti i dato sono molto vicini. Per quanto riguarda il trend generale, invece, in accordo anche con i sondaggi “clandestini” circolati sul web, il centrodestra è in sostanziale vantaggio sul centrosinistra, mentre a Parma si confermerebbe agevolmente Pizzarotti. Il centrosinistra sarebbe in vantaggio solo in un comune. Tra poco i dati specifici, ma secondo le prime rilevazioni pare che il calo proporzionale dell’affluenza non abbia inciso a favore delle forze di centrosinistra, confermando il dato secondo cui il candidato sindaco ha polarizzato più voti rispetto alle coalizioni e l’elettorato di centrosinistra non è più – almeno in queste amministrative – il più fedele e quindi favorito da eventuali leggi elettorali a doppio turno.

Ci siamo, tra poco meno di mezz’ora con le urne chiuse usciranno i primi exit poll delle elezioni comunali e allora si potranno sapere i primi sindaci ed esiti dei ballottaggi. Tenendo conto che lo spoglio sarà molto più breve (i nomi sono solo due sulla nuova scheda elettorale del secondo turno) i risultati si potranno avere in buona considerazione e affidabilità forse già verso mezzanotte. Soprattutto saranno fondamentali i distacchi dei primissimi exit poll: se la forbice fosse già di almeno 10 punti si potrebbe già decretare quasi per certo la vittoria del sindaco in vantaggio. A Trapani basterà il dato dell’affluenza finale per capire se il comune sarà commissariato o meno; a Genova e Padova il testa a testa dovrebbe essere fino all’ultimo voto, mentre Parma e Lecce potrebbe risolversi in una probabile vittoria di Pizzarotti e del centrodestra nel comune pugliese. Tutto pronto, qui di seguito vi terremo aggiornati città per città nei comuni più importanti al voto di queste Elezioni Amministrative. 

Gli elettori hanno preferito trascorrere la domenica in spiaggia anziché recarsi alle urne: lo dimostrano i dati relativi all’affluenza. Bassa anche a Trapani, che va verso il commissariamento. La grande mobilitazione, che era stata auspicata dai leader del Pd e dai sindacati, non c’è stata. Svaniscono le speranze di Pietro Savona, l’unico candidato sindaco rimasto in corsa dopo il ritiro di Girolamo Fazio. Probabilmente non si raggiungerà il quorum previsto da una legge siciliana del 1992 mai applicata finora, e quindi le elezioni non saranno valide. Di conseguenza arriverà un commissario. Vani gli appelli dei ministri e leader del Pd Maurizio Martina e Graziano Delrio per chiamare alle urne i cittadini di Trapani. L’ostacolo quorum si è rivelato insormontabile: «La scelta è fra me e un commissario», aveva dichiarato Savona nei giorni scorsi. Trapani ha, dunque, scelto il commissario. (agg. di Silvana Palazzo)

Tutti i comuni al voto per le Comunali 2017 hanno mandato i risultati e dati dell’affluenza ufficiale alle ore 19: bene, signori e signore come saprete è “tornata” l’astensione, anzi, forse non se n’è mai del tutto andata dopo le ultime tornate elettorali. Il 31,4% nazionale segna una battuta molto dura d’arresto un po’ per tutti: come dicevamo, Padova è la città “migliore” che ha retto l’urto del ballottaggio, con la partita molto dura tra Giordani e Bitonci davvero fino all’ultimo voto. Maluccio invece le grandi città al voto, Parma e Genova, con Pizzarotti che potrebbe non dovrebbe avere grossi problemi ad essere rieletto anche se l’affluenza resta bassa alle ore 19, al 30,94% rispetto al 36% del primo turno.

Crivello vs Bucci invece non chiama moltissimi elettori alle urne, complice forse la giornata di mare che avrà certamente inciso nella partecipazione alle urne: Genova al 32,6%, e la vicina Chiavari non fa molto meglio con il 36,9% al voto. Brusco calo di Catanzaro che dopo un primo turno da 54,4% si arriva alle 19 con un bassissimo 30,5%, anche se in linea con la media nazionale. Ma la palma del peggiore tra i grandi comuni al voto spetta a Taranto dove solo il 19,1% ha votato alle ore 19, mentre due settimane fa avevano raccolto il 38,2% alle urne calabre. 

Si accentua la forbice dell’astensione tra primo e secondo turno nei ballottaggi delle elezioni comunali: alle 19, secondo il ministero del’Interno, ha votato il 31,06% degli aventi diritto (dato provvisorio) contro il 41,6% alla stessa ora di domenica 11 giugno, primo turno. Ricordiamo che alle 12 di oggi aveva votato il 14,9% contro il 18,65 del primo turno. Quello dell’astensione si conferma il primo partito italiano, un dato che apre scenari del tutto nuovi non solo per l’esito di questi ballottaggi ma anche in vista delle prossime elezioni politiche. A quanto risulta, Renzi, Berlusconi e Grillo non hanno dato agli italiani alcuna motivazione in più per recarsi alle urne ed eleggere i sindaci in una molteplicità di sfide che riecheggiano il vecchio “bipolarismo” tra centrodestra e centrosinistra. al momento, Padova è la città capoluogo in cui è minore la forbice dell’affluenza tra primo e secondo turno, 43,15% di oggi contro il 45,05% del primo turno.

E il Movimento 5 Stelle? L’escluso illustre dai ballottaggi nei grandi capoluoghi il movimento ha detto addio a Genova – città di Beppe Grillo – nel preciso momento in cui il vertice del movimento ha “scomunicato”, negandole l’uso del simbolo, Marika Cassimatis. Un po’ come accaduto a Parma, anche se nella città emiliana Pizzarotti è stato messo alla porta da Grillo e Casaleggio nella fase finale della sua gestione. E ora può sperare di ricevere i voti dei grillini senza un “mandato” ufficiale della Casaleggio Associati. Se l’operazione gli riuscisse, sarebbe davvero una vendetta servita “fredda”. Così, a livello di comuni capoluogo M5s ha un suo candidato in corsa solo ad Asti e a Carrara. Ad Asti si è dovuto ricorrere ad un riconteggio dei voti per determinare lo sfidante di Maurizio Rasero (47,62%). In questo modo il grillino Massimo Cerruti (15,30) l’ha spuntata su Angela Motta del Pd. A Carrara invece Francesco De Pasquale (M5s, 27,27%) ha la possibilità di imporsi sul candidato del Pd, Andrea Zanetti (25,28%), rimasto “vittima” di una frammentazione della sinistra, a cominciare dal commissariamento voluto da Firenze. Data la distanza che separa i due contendenti alla poltrona di primo cittadino, tutto potrebbe ancora succedere. 

Vedendo i dati dell’affluenza in questi ballottaggi, e tenendo insieme ai risultati abbastanza buoni ma comunque non convincenti del tutto nel primo turno, l’astensione torna ad essere un problema per le elezioni politiche italiane, che siano Nazionali o Amministrative in questo poco cambia. In Italia ancora è un problema l’enorme “partito” del non voto, con un cittadino su 3 che non si presenta ormai fisso alle elezioni e che rappresenta comunque la si vede una sconfitta per la nostra politica. Seguendo questo “trend”, il direttore dell’Espresso Tommaso Cerno in maniera provocatoria ha scritto un tweet oggi pomeriggio assai tagliente: «Stasera non parteciperò ad alcun programma di commento del voto in quanto il vincitore, che sarà l’astensione, non è invitato». Anche per questo ballottaggio i dati dicono che le votazioni sono in diminuzione anche se il trend è abbastanza comune in tutte le chiamate alle urne con doppio turno, complice la bella giornata di sole e caldo al centro-sud. 

Mancano ancora sei ore alla chiusura dei seggi di queste elezioni comunali per il rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali di 111 comuni italiani, di cui 22 sono capoluogo. Si dice che il voto locale ha dinamiche sue proprie, lontane dal contesto politico nazionale, ma i leader nazionali, parlamentari e senatori, non la pensano così visto che già in settimana hanno rilasciato dichiarazioni nelle quali danno un significato politico ben preciso a questo secondo turno. Resta da vedere se questa strategia avrà effetti a livello locale, motivando gli elettori a recarsi alle urne: per ora non si direbbe, visti i 4 punti che separano l’affluenza registrata alle ore 12 da quella registrata al primo turno. A Genova, Marco Bucci incarna perfettamente il candidato che piace a Berlusconi: non un professionista della politica ma un manager di successo che vuole fare il bene della città. Una vittoria del centrodestra a Genova, dopo che Toti ha conquistato la Regione, “avrà un valore politico: le roccaforti rosse non esistono proprio più” ha detto Berlusconi. Suona strana invece una dichiarazione di Gianni Crivello, candidato del centrosinistra a Genova: ieri Crivello ha detto che Renzi “forse in questa fase non si sta sentendo amato, ecco”. Quasi a dire: meglio che Renzi in città non sia venuto. Dichiarazioni politiche, nei giorni scorsi, anche per Alfredo D’Attorre (Sinistra Italiana) che ha esortato gli elettori di sinistra a recarsi alle urne e a non farsi attrarre dall’idea di restare a casa per non fare un favore a Renzi, e per Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) che auspica una ripresa del confronto sulla legge elettorale dopo i ballottaggi. (agg. di Federico Ferraù)

Cappotto del centrodestra ai ballottaggi di queste elezioni comunali? Oppure tenuta della sinistra? Se ci limitiamo ai comuni capoluogo chiamati al voto per eleggere il sindaco, il centrodestra sulla carta appare in vantaggio in 12 città. A rischio appaiono alcune (ex) cosiddette “roccaforti rosse”, come La Spezia, dove Paolo Manfredini (Pd, 25%) è dietro a Pierluigi Peracchini (centrodestra, 32,6%), o il clamoroso caso di Genova, dove Gianni Crivello del centrosinistra è in svantaggio (33,9%) rispetto a Marco Bucci del centrodestra  (38,8%). Vanno menzionati anche Lecce (patto tra candidato di centrosinistra Carlo Salvemini, 28,9%, con l’ex centrodestra Alessandro Delli Noci per battere Mauro Gilberti, candidato di centrodestra, 45,29%), Parma, dove Paolo Scarpa del Pd è dietro (32,7%) Federico Pizzarotti, sindaco ex M5s uscente (34,7%). Non dappertutto l’inseguitore può contare sull’apparentamento, ovvero il patto tra chi non ce l’ha fatta a superare il promo turno e perciò esprime una indicazione di voto a favore di uno dei due sfidanti. Un vero e propio accordo politico, che può cambiare la fisionomia della squadra futura di governo della città. A Padova, ad esempio, si attende di sapere se l’apparentamento tra Sergio Giordani (29,2%) e il civico Arturo Lorenzoni può sfilare o meno la vittoria al leghista, già sindaco, Massimo Bitonci (40,2%). Nessun apparentamento a Catanzaro dove il candidato dei movimenti Nicola Fiorita (23%) non dà i propri voti al candidato del Pd Vincenzo Ciconte, 31% al primo turno, che si batto contro Sergio Abramo del centrodestra (39,7%). Certo l’apparentamento presuppone sulla carta che gli elettori seguano le indicazioni dei leader. Ma non è affatto detto che questo avvenga. 

Ciò che si registra al momento in merito ai ballottaggi in corso per le Comunali 2017, è la percentuale di affluenza alle urne alle ore 12.00. Così come era già accaduto nel primo turno, anche questa volta Lecce si riconferma tra le poche città che sono riuscite a sorprendere per la percentuale di affluenza. Nei tre capoluoghi di regione chiamati al voto, come rivela Quotidiano di Puglia, l’affluenza è stata quasi analoga: 14,93% a L’Aquila; 14,22% a Genova e 14,08% a Catanzaro. Lecce, Padova e Rieti campeggiano invece tra le città in cui si è votato maggiormente, sebbene con percentuali lievemente inferiori rispetto a due settimane fa. A ricoprire le ultime posizioni sono invece Belluno con quasi la metà degli elettori che si erano presentati al primo turno, seguito da Trapani dove si sono presentati alle urne, in vista del “voto atipico” che vede un solo candidato in corsa, solo il 7,72% degli aventi diritto. In generale, il dato del 14,9% registrato nel corso della prima rivelazione segna un calo di circa 4 punti rispetto al primo turno quando, alla medesima ora, l’affluenza complessiva era stata del 18,65%. Intanto la sfida resta accesissima tra centrodestra e centrosinistra, sebbene il primo sia in vantaggio in 13 capoluoghi rispetto agli altri 6. Resta una vera incognita, infine, il comportamento degli elettori del M5S, dove il partito è al ballottaggio solo ad Asti e Carrara ma dai quali potrebbe dipendere il risultato finale in molti Comuni italiani, a partire da Genova. (Aggiornamento di Emanuela Longo) 

Nei ballottaggi per le elezioni Comunali l’affluenza ufficiale delle ore 12 è data al 14,9%, in calo rispetto a due settimane fa (18,95%) anche se bisogna tenere ovviamente conto che i comuni al voto in questa domenica sono nettamente minori (solo 101). Nelle principali città al voto, a Parma affluenza in rialzo al 16,2% rispetto alla media nazionale, a Verona (13,5%), l’Aquila (14,9%) e Genova (14,2%) invece si scende rispetto alla generalità dei comuni al voto. Exploit invece per le città di Lecce e Padova, entrambe oltre il 21% di presenza al voto, sempre inferiori rispetto al primo turno ma il calo è fisiologica in ogni appuntamento elettorale con doppio turno. I prossimi dati di affluenza ufficiale alle ore 19 e poi ovviamente alle 23 con i dati finali e i primi exit poll.

Tra i 101 comuni al voto in questa tornata di ballottaggi per le Comunali, Trapani è l’unico caso dove al voto troviamo un solo candidato dopo la rinuncia di Fazio, primo per preferenze al primo turno due settimane fa. Le indagini “Mare Nostrum” hanno scoperchiato un sistema di potere e gestione della cosa pubblica assieme ad appalti nel ramo marittimo davvero inquietante: mentre la magistratura farà il suo corso, a livello politico la conseguenza è stata il ritiro di Fazio dai ballottaggi senza però l’atto ufficiale e quindi non facendo arrivare al secondo turno il terzo classificato D’Alia (anche lui tra l’altro indagato, ndr).

Resta in corsa solo il candidato del centrosinistra Savona che però deve guardarsi da un ennesimo rischio: l’affluenza deve essere infatti almeno al 50% e con almeno il 25% dei consensi a favore. Se così non sarà allora il comune sarà commissariato e il voto delle elezioni tornerà tra 12 mesi. Insomma, un caso più unico che raro che certo non “mancava nella collezione” di nefande situazioni a livello di amministrazioni locali italiane.

Fino alle ore 23:00 di stasera andranno in scena le votazioni per il secondo turno delle Amministrative, al termine del quale conosceremo quali saranno i sindaci eletti nei 101 Comuni italiani. Oltre al sindaco saranno eletti i vari consiglieri comunali. Sono oltre quattro milioni gli italiani aventi diritto e che dalle 7 alle 23 saranno chiamati ad esprimere nuovamente le proprie preferenze dopo il primo turno dello scorso 11 giugno. In quasi tutti i Comuni al voto, i ballottaggi saranno tra un candidato del centrodestra ed uno del centrosinistra, a differenza del partito di Grillo escluso quasi ovunque, ad eccezione dell’unico capoluogo di provincia, Asti, nel quale vi è un candidato del Movimento 5 Stelle. A Verona, invece, a sfidarsi saranno due candidati del centrodestra. In generale, ai ballottaggi per le Elezioni Comunali 2017 saranno protagonisti tre capoluoghi di Regione (Catanzaro, Genova e L’Aquila) e 19 capoluoghi di Provincia.

Lo scrutinio avverrà al termine delle operazioni di voto e dopo il riscontro del numero dei votanti, mentre i risultati delle operazioni elettorali saranno diffusi in tempo reale. In merito all’affluenza, si attende di conoscere i primi dati del secondo turno, dopo quella del primo ferma al 60,07% alla chiusura dei seggi, più bassa rispetto alle precedenti elezioni quando invece si era attestata attorno all 66,85% (alle Comunali dello scorso anno era ferma al 62,14%). (Aggiornamento di Emanuela Longo)

Sarà una lotta serrata per l’elezione dei 111 candidati Sindaco nella tornata delle Elezioni Comunali Amministrative, arrivata al secondo turno di domenica 25 giugno. Il quadro del primo turno, come sottolineato da più parti, ha portato a ripresentarsi il vecchio dualismo fra centrodestra e centrosinistra, che potrebbe però portare in questi ballottaggi ulteriori sorprese davanti agli occhi degli elettori. La situazione più delicata sembra essere quella di un centrosinistra che, visti i pessimi rapporti fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, potrebbe veder riversati sui candidati di centrodestra molti dei voti degli esclusi ai ballottaggi di quest’oggi. Sarebbero a rischio alcune vere e proprie roccaforti della sinistra, su tutte la città di Genova che oltre ad essere probabilmente il Comune capoluogo di Regione più importanti di questi ballottaggi, è stato sempre storicamente governato dal centrosinistra. Stessi rischi a Alessandria, Asti, Catanzaro, Como, Gorizia, La Spezia, L’Aquila, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto e Verona, ovvero in tutti i comuni capoluogo di provincia in cui il centrodestra corre con un proprio candidato. (agg. di Fabio Belli)

Siamo giunti al secondo e ultimo turno delle Elezioni Comunali (qui tutti i risultati del primo turno) con i ballottaggi nei 101 comuni al voto per decretare il sindaco per le Amministrative 2017: la sfida prevede 19 capoluoghi di provincia ancora in corsa, solamente Palermo tra le grandi città infatti ha visto terminare la corsa al primo turno con la vittoria di Leoluca Orlando. In quasi tutti i comuni di maggiore rilevanza nazionale (Alessandria, Asti, Belluno, Como, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Trapani e Verona) la sfida vede il centrodestra contro il centrosinistra, in un rinato bipolarismo che nella particolarità di queste Elezioni Comunali vede il Movimento 5 Stelle fuori dai giochi tranne che ad Asti dove Massimo Cerruti ha passato la rivale del Pd Angela Motta per soli 6 voti. Più di 4 milioni di cittadini chiamati alle urne per questa domenica 25 giugno con in palio la poltrona di sindaco e la composizione del Consiglio Comunale. A Genova, Parma, Piacenza, La Spezia il Pd è sì andato al ballottaggio ma viene dato dai risultati del primo turno in netto svantaggio, mettendo a rischio per Renzi l’intera campagna elettorale condotta sempre nell’ombra nazionale, come del resto hanno fatto anche tutti gli altri partiti.

Perdere però una città come Genova darebbe il polso di una situazione che vede il Pd in difficoltà anche nelle sue sedi più storiche: un risvolto nazionale lo si potrà dare e lo si darà per forza, anche se tutti sono concordi nel ritenere i grillini in flop totale alle Amministrative ma assolutamente competitivi ad eventuali Politiche Nazionali. Va però detto che però un centrosinistra, che è in partita nei ballottaggi di 18 comuni, parte in svantaggio in 12 città, dovrà stare attento agli esiti di domani per non incorrere in ulteriori crisi interne tra le varie anime della Direzione Nazionale. Di contro, il centrodestra che vede vicino alcuni risultati molto positivi e inaspettati dovrà risolvere la diatriba interna di un Berlusconi tornato prepotentemente in campo e di un Salvini che vorrà invece rivendicare il successo dei ballottaggi in molti comuni dove la Lega potrebbe essere decisiva (vedi Padova, Verona e Genova, giusto per citare tre nomi grossi). Insomma, tutti chiamati agli esami di riparazione dopo questo voto che potrebbe rivelarsi molto più importanti della pur grande partita per i 101 comuni al voto.

Con le urne che saranno aperte fino alle 23 di questa sera, i primi risultati delle Elezioni Amministrative arriveranno qualche ora dopo la mezzanotte: ma è da domani che si faranno i veri conti per comporre il Consiglio Comunale nelle città oltre i 15mila abitanti (le uniche che partecipano per regolamento al ballottaggio, le altre hanno già assegnato il sindaco al primo turno). Dopo la votazione infatti si dovranno considerare i risultati dell’11 giugno ed eventuali ulteriori collegamenti (apparentamenti) nel secondo turno: come esprime la legge elettorale dei sindaci, se la lista o l’insieme delle liste collegate al candidato eletto sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi ma hanno comunque ottenuto al primo turno almeno il 40% dei voti allora potranno avere lo stesso il 60% due seggi. Per quelli restanti, i seggi saranno divisi tra le liste in proporzione alle preferenze ottenute al primo turno.

Le Elezioni Comunali di oggi vedono il ballottaggio nei 101 comuni al voto che ancora devono decretare il sindaco e il Consiglio Comunale come sarà composto: urne aperte dalle 7 alle 23 per permettere il più possibile di sfruttare la giornata calda e bella per la classica gita fuori porta. La sfida del secondo turno è molto semplice sul fronte “come si vota”: un’unica scheda con i due candidati sindaco che hanno vinto il primo turno: una X verrà tracciata su uno dei due nomi, e non è possibile il voto disgiunto (ovvero per una lista non collegata a quelle del candidato sindaco scelto). Il diritto di voto maturato per il primo turno (ovvero la maggiore età) permetterà l’accesso al ballottaggio, mentre potranno votare anche quelli che non si sono recati alle urne due settimane fa. 4 milioni e oltre di elettori si recheranno alle urne in questa domenica 25 giugno per decretare quale sindaco e quale amministrazione governerà nei prossimi 5 anni: nei tre capoluoghi di regione al voto (Catanzaro, Genova, L’Aquila) la sfida è serrata, con un leggero vantaggio generale del centrodestra. Marco Bucci arriva al secondo turno in vantaggio sul rivale Pd Gianni Crivello nella città d’origine di Beppe Grillo, mentre nel capoluogo della Calabria la sfida vede in corsa il sindaco uscente del centrodestra Sergio Abramo e lo sfidante del Pd Vincenzo Ciconte, con un vantaggio di 8% per il sindaco eletto 5 anni fa. A L’Aquila invece il post-Cialente (eletto per due volte consecutive) il centrosinistra è in vantaggio visto che Americo Di Benedetto (centrosinistra) ha sfiorato la vittoria al primo turno con il 47%: contro avrà il rivale del centrodestra, anche lui giovane, Pierluigi Biondi fermatosi al primo turno con un 35%. Chiudiamo con gli orari ufficiali dell’affluenza durante la giornata di voto: 12 – 17 – 23, con quella generale finale.