Tra soglie di sbarramento, collegi e capilista bloccati ci si è messa anche la partita della Juventus contro il Real Madrid a ritardare i lavori della commissione Affari Costituzionali sulla legge elettorale. A rivelare il retroscena è L’Huffington Post, sottolineando che diversi parlamentari hanno ceduto alla tentazione di seguire la finale di Champions League dopo oltre 4 ore di lavori senza alcun voto. I primi voti sugli emendamenti sono previsti per domani alle 11, quando si capirà finalmente se i pontieri di Pd, Forza Italia, M5s e Lega Nord sono riusciti a trovare la quadra. E chi meglio del relatore, Emanuele Fiano, può dire a che punto siano i contatti tra le parti? Interrogato sulla tenuta dell’accordo con le truppe berlusconiane, il democratico ha risposto:”Se regge l’accordo con Forza Italia? Penso proprio di sì”. Alla fine, dunque, il germanichellum dovrebbe reggere attraverso un nuovo patto che prevede più eletti nelle liste bloccate, evitando il rischio che più vincitori nei collegi restino fuori dal Parlamento. Un gioco d’incastri, di difficile risoluzione. (agg. di Dario D’Angelo)
È già slittata di un’ora la seduta della commissione Affari Costituzionali della Camera che oggi dovrà votare 780 emendamenti per far sì che il Rosatellum si trasformi nella legge elettorale improntata sul modello tedesco che sembra poter mettere d’accordo le principali forze parlamentari. Un rinvio, quello di una seduta che si preannuncia come una maratona, che secondo La Repubblica servirebbe a sciogliere principalmente 3 nodi: il primo, relativo ai collegi, punta al fatto che questi ultimi siano anche alla Camera gli stessi previsti dal Mattarellum al Senato così da arrivare a 232 compresi Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta; il secondo, mira a ridurre da 27 a 22 le circoscrizioni regionali e dunque il numero delle liste; il terzo, punta a negare la possibilità che un candidato possa presentarsi in 3 diverse liste bloccate proporzionali: al massimo sarà consentito candidarsi in un collegio e in una lista. Sta per nascere in queste ore, mentre il relatore Fiano sta approntando le ultime modifiche al testo, la fusione tra il Germanicum iniziale e il Mattarellum, ovvero il Germanichellum. (agg. di Dario D’Angelo)
Giornata campale in Parlamento per la Commissione Affari Istituzionali, che sarà chiamata a votare, a partire dalle ore 14.30 di sabato, quasi 800 emendamenti relativi al testo base della legge elettorale, il cosiddetto “Rosatellum”. Un passaggio obbligato ma di fatto solo formale, visto che alla fine della rassegna dei 780 emendamenti previsti, ci sarà la revisione dell’emendamento chiave, quello di Emanuele Fiano che di fatto introdurrà il nuovo sistema proporzionale “alla tedesca” che ha messo d’accordo l’ala renziana del PD, il M5S e buona parte del centrodestra. L’emendamento Fiano dovrebbe rappresentare dunque la svolta definitiva per la legge elettorale, anche se un momento cruciale delle votazioni di oggi sarà quello relativo ai 127 emendamenti che definiranno la composizione dei collegi uninominali, colonna portante del sistema “misto” con il quale si dovrebbe andare alle prossime elezioni politiche, al massimo entro il 2018.
Per la votazione dell’emendamento Fiano che introdurrà questa sorta di sistema elettorale “tedesco all’italiana”, sarà fondamentale il sostegno da parte del Movimento 5 Stelle. Non tutta la base pentastellata si è dimostrata convinta dalla decisione, ma è arrivato in questo senso l’aut aut di Beppe Grillo, che ha invitato i portavoce, che sarebbero i parlamentari del M5S chiamati a votare la legge, a rispettare il mandato degli iscritti. Ovvero, una volta presa la decisione a maggioranza di votare la nuova legge elettorale, non saranno tollerati franchi tiratori o singoli parlamentari che vogliano portare avanti una nuova linea, personale o comunque condivisa da una minoranza. La situazione sul nuovo sistema simil-tedesco interessa parecchio al Movimento 5 Stelle che, rispetto al “Consultellum” risulterebbe comunque potenzialmente avvantaggiato in termini di risultato base, anche se il problema potrebbe poi porsi post-elezioni, con una legge elettorale che quasi sicuramente costringerà ad alleanze per garantire la governabilità.
Quando si parla di legge elettorale in Italia nulla è comunque scontato, e la votazione odierna sugli emendamenti rappresenterà già un banco di prova affidabile per capire se l’accordo tra Matteo Renzi e le altre parti politiche potrà reggere fino alla votazione della legge vera e propria, che se oggi le cose fileranno lisce dovrebbe avvenire all’inizio di giugno. Non sono comunque mancate anche da parte della maggioranza voci critiche sul sistema simil-tedesco, l’ultima delle quali è stata quella della Presidente della Camera, Laura Boldrini. Che ha comunque sottolineato come un accordo sulla legge elettorale non sia necessariamente il preludio di un voto anticipato in autunno: secondo Laura Boldrini un accordo sulla legge elettorale era stato richiesto in prima persona anche dal Presidente della Repubblica Mattarella, ma portare a termine la legislatura sarebbe comunque nell’interesse del Paese, considerando alcune leggi-chiave ancora da votare.